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29 NOVEMBRE - CARCERI AFFOLLATE. DI NUOVO EMERGENZA.

Intervengono Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, Rita Bernardini, radicali italiani, Donato Capece, segretario generale del SAPPE (Agenti Penitenziari), don Vittorio Nozza, direttore nazionale della Caritas Italiana, Franco Corleone, coordinatore dei garanti territoriali, Sebastiano Ardita, ex direttore del DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria), Giancarlo Penza della Comunità di Sant'Egidio 


Ruggero Po - Tra le mission della comunità di Sant’Egidio,gli immigrati .Circa 24 mila sono in carcere quanto sono tutelati i loro diritti ?

Giancarlo Penza -  24mila su 67mila   più o meno un terzo. Se però guardiamo i detenuti che accedono alle forme alternative di carcerazione, per esempio quelli in semi-libertà, il numero degli stranieri si riduce a un decimo. Un dato che ci fa capire il disagio enorme degli stranieri detenuti in carcere  in Paesi lontani dal loro. Il primo problema è la casa,  chi non ha la casa non ha diritto a forme alternative di detenzione. Un dramma umano esistenziale profondo dei detenuti stranieri in carcere. Molti di loro sono anche isolati nel nostro Paese ,  perché non hanno parenti o sono lontani ma persino quelli che hanno parenti in Italia hanno molte più difficoltà dei detenuti italiani a ricevere visite . I parenti per accedere alle visite in carcere  , devono produrre della documentazione : Stati civili che spesso gli stranieri non sono in grado di produrre. Riguardo al far scontare loro la pena detentiva  nei loro paesi di origine ,  sono molto scettico.  C’è una aspettativa da parte dei familiari che rimangono nei paesi d’origine , un progetto che carica  sull’immigrato  che parte e che arriva in Italia  in Europa   enorme. Questo progetto spesso trova  il fallimento innanzitutto se riesce ad attraversare il Mediterraneo , e il carcere è lo stigma di questo fallimento. Il problema è che bisogna provare ad aprire le carceri. I volontari  la presenza dei mediatori  sono figure importantissime. Dove c’è una mediazione che funziona  il detenuto in carcere può accedere a tutti i benefici  a tutti i diritti, a una difesa costante per tutto il periodo della detenzione  anche quando sono in attesa di giudizio. La soluzione non è quella di rimandarli indietro. Spesso  la Comunità di Sant’Egidio  è molto impegnata nell’assistenza  dei carcerati in Africa. Le carceri in Africa non sono paragonabili alle carceri italiane, da un punto di vista dei diritti dell’uomo.

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