Tre parole, che rappresentano la metafora di un modo di essere e di pensare. Di fronte a un individuo, a un fatto, a una idea, a un principio morale, a una situazione particolare, diamo giudizi netti – positivi o negativi che siano – o siamo portati ad analizzarne tutti i risvolti, tutte le sfumature? Distinguiamo con forza le cose buone da quelle cattive, quelle belle da quelle brutte, quelle giuste da quelle ingiuste… O preferiamo prendere in esame, con la dovuta elasticità, i diversi aspetti della realtà, per giungere a una valutazione più articolata, meno rigida? Siamo portati ad assolutizzare o a relativizzare le nostre esperienze? Vediamo sempre “nero o bianco”, o prendiamo in considerazione anche il “grigio”? Atteggiamenti diversi, che condizionano i nostri comportamenti, la nostra vita quotidiana, le nostre scelte. E che – secondo i filosofi – rimandano a due tipi di pensiero: quello leggero, elementare e schematico. E quello pesante, o complesso: dinamico e flessibile.Ospiti:LA PROFESSORESSA GRAZIA ATTILI, DOCENTE DI PSICOLOGIA SOCIALE ALLA SAPIENZA DI ROMA;IL PROFESSOR MICHELE CILIBERTO, DOCENTE DI STORIA DELLA FILOSOFIA ALLA NORMALE DI PISA e CON MAURO MARCANTONI, sociologo e giornalista e manager, non vedente. E’ impegnato nella promozione de “Il libro nero dei colori”,
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