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LA TECNOLOGIA NEI TESSUTI. E I RIFLESSI SULLA SALUTE
17 novembre 2011

Nei primi del Novecento l’industria tessile usa solo fibre naturali; negli anni Trenta entrano in campo le fibre artificiali; negli anni Sessanta esplodono quelle sintetiche; gli anni Novanta segnano il definitivo sorpasso delle fibre “man made” – ossia realizzate dall’uomo – su quelle tradizionali. Oggi il 56,5 per cento delle fibre consumate nel mondo sono “man made”. Secondo stime ufficiali nell’arco di due generazioni le fibre naturali scenderanno intorno al 20 per cento del totale. La chimica e la tecnologia, dunque, entrano di prepotenza nel nostro modo di vestire. E in alcuni casi, potrebbero aiutarci a stare meglio. Tessuti che scaldano, tessuti che curano, che aiutano a dormire, che combattono i batteri e lo stress, che proteggono dall’influenza dei campi elettromagnetici… Abiti intelligenti capaci di rilasciare insulina nei pazienti diabetici, di rilevare l’eccesso di alcool nel corpo, di monitorare e trasmettere a distanza i nostri parametri vitali, di controllare la respirazione e il dispendio calorico… Fantascienza? Vedremo. Una cosa è certa. Se l’alta moda sperimenta sempre più il rame, l’acciaio e il titanio… il mondo della medicina e quello dello sport già si avvalgono di materiali e tecnologie innovative. Ma, nella vita corrente, come vengono utilizzate oggi queste fibre? Come riconoscerle? Quando possono essere nocive? E quando sarà possibile indossare abiti così intelligenti? Ospiti:la dottoressa VALERIA MANGANI, docente di Tecnologia dei Tessuti presso l’Università “La Sapienza” di Roma e vicepresidente di “AltaRoma” e MAURO ROSSETTI, Direttore dell’Associazione Tessile e Salute.

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