Era il 20 luglio del 1992 quando, a 24 ore dalla strage di via D’Amelio, l’allora Guardasigilli Claudio Martelli firmò i primi provvedimenti che imponevano il carcere duro al gotha di Cosa nostra. Nasce così il 41 bis, la risposta dello Stato al tritolo delle cosche, un pugno nello stomaco a chi, dal carcere dell’Ucciardone, aveva brindato alla morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Da quel giorno sono trascorsi 19 anni: una stagione che Sebastiano Ardita, responsabile della Direzione Detenuti del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ripercorre in un libro dal titolo eloquente: “Ricatto allo Stato”.