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03/05/14 La disoccupazione può essere vinta

  • Durata:01:00:22
  • Andato in onda:05/05/2014
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Scarica il programmaL’occidente è in uscita dalla crisi, anche se con un tasso di crescita molto basso, intorno all’uno percento. La disoccupazione resta molto alta in paesi come Italia, Spagna e Grecia, mentre è bassa negli Stati Uniti, in Germania e nei paesi del nordeuropa. La risposta che danno i governi è un mix di liberismo e statalismo: contratti meno rigidi e sussidi ai disoccupati. A pochi anni da quando un ministro dell’economia disse che con la cultura non si mangia, proponiamo a Pagine in Frequenza la lettura di alcuni testi, secondo i quali invece solo la scuola, e poi una formazione permanente possono evitare ai nostri giovani lo spettro della povertà e dell’infelicità. Le imprese devono investire in innovazione il denaro guadagnato con la finanza e i cittadini devono formarsi, per trovare il posto di lavoro adatto alle loro competenze. Ai governi il compito di favorire domanda e offerta e di governare la globalizzazione. Le interviste sono con Romano Benini, direttore del master in management alla Campus University di Roma e consulente in formazione, autore per Donzelli di: Nella tela del ragno, perché in Italia non c’è lavoro e come fare per crearlo, Thomas Piketty, docente alla scuola superiore d'economia di Parigi, autore del saggio "Le capital au XXème siècle", Le Seuil, (di prossima pubblicazione in Italia), e Alessandro Barbera, giornalista de La Stampa, autore con Stefano Feltri di: La lunga notte dell’euro, Rizzoli. Suggeriamo i testi: Tutta la vita in un giorno di Francesca Barra, Rizzoli, Il lavoro, senza virgola, che sogno, di Michele Palazzetti, Ipse, Perdere e ritrovare il lavoro. L'esperienza della disoccupazione al tempo della crisi Autori Vari, Il Mulino, Job revolution. Giovani e lavoro nell'era dei social media di Aristea Camporesi e Sabrina Mossenta , Hoepli Lotta di classe al terzo piano di Errico Buonanno, Rizzoli e l’inchiesta: Ricca Germania poveri tedeschi, Università Bocconi di Patricia Szarvas. I problemi evidenziati dal testo nella locomotiva europea, (che resta comunque un modello a cui guardare), sono due. Anzitutto i cosiddetti “kurtx arbeit”, i “minijobs”, di cui si inizia a parlare anche in Italia. In Germania tante persone hanno sì un lavoro, ma è un lavoro da poche ore alla settimana, che viene quindi pagato poco:tra i 500 e i 700 euro al mese. Poi ci sono i disoccupati veri e propri, che hanno visto ridursi i sussidi e quindi sono spesso alla fame. Negli ultimi 10 anni è raddoppiato, da 750mila a un milione e mezzo, il numero di tedeschi che va a mangiare alle mense del povero. Il libro mostra come i problemi siano ben chiari ai politici tedeschi, che hanno in programma molte riforme, tra le quali una in controtendenza del sistema pensionistico. Cercate Pagine in Frequenza su Facebook, per lasciare i vostri commenti.

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