A differenza dei loro genitori gli immigrati di seconda generazione parlano bene l’italiano e si sentono veri italiani. Alcuni hanno già la cittadinanza, altri la stanno aspettando. Un’attesa che dura anni e viene vissuta come un’ingiustizia per chi è nato qui. L’Italia, a differenza di altri stati occidentali, non riconosce lo "jus soli" e la procedura per diventare italiani a tutti gli effetti è lunga e complicata. Nel frattempo i ragazzi studiano e si preparano ad entrare nel mondo del lavoro con una formazione spesso eccellente. Non vogliono recidere il legame con la cultura di origine delle loro famiglie che considerano una ricchezza, si considerano una risorsa per l’Italia, vogliono il loro posto in questo paese.