Mario Bellini, milanese classe 1935, designer-architetto con laurea al Politecnico di Milano nel '59 (Ernesto Rogers) annovera fra i colleghi di corso: Gregotti, Orefice, Romano e Aldo Rossi. Tra i sei e i dieci anni, durante la guerra, e' a Cavaria nel Varesotto dove vive in un parco con nonni e zii, 17 cugini e ricorda con vivezza la casa, la peschiera, le bambole, grandi sale e la fornace dalla quale rubava la creta per costruire casette vere. Della sua memoria e del suo immaginario fanno parte boschi di robinie e laghi. Negli anni cinquanta a Milano vive in mezzo a frutteti, orti condivisi con lo scultore Manfredini; dalla biblioteca dello zio Dandolo attinge le prime letture; di quegli anni fanno parte l'ascolo a S. Tecla del primo concerto jazz e la bicicletta da corsa. Per i primi venti anni post-laurea si occupa di design, in seguito con Magistretti, della costruzione di edifici popolari a Milano. Di quello stesso periodo fa parte l'esperienza di designer per Augusto Morello: la Rinascente di Piazza Duomo situato nello strategico ultimo piano con vista sulle guglie del Duomo. Nel '72 e' a New York e Los Angeles, che definisce due straordinarie citta' opposte. Negli anni ottanta-novanta e' a Tokjo per gli edifici di Via Kulisciov e per il Design Center e dove Kurt Forster che ne da testimonianza in trasmissione racconta della loro architettura degli anni novanta e rievoca il loro incontro a Londra nell' 87. Il primo viaggio con amici risale al '56 su un pulmino con tetto apribile e provvisti di tenda canadese, partenza dalla Spagna, obiettivo Iran, Irak, Marocco, Egitto, Libia e Mesopotamia. Mario Bellini e' anche collezionista di pittura del novecento (Cagnaccio di San Pietro, Arturo Martini, Sironi, Broglio) come ha testimoniato la gallerista Claudia Gianferrari per la quale egli ha restaurato la storica casa milanese. Ultimo luogo de "I luoghi della vita" e' il suo studio sui Navigli a Milano luogo di idee, di luce e di cortili.