Sembrerebbe proprio di si. Lo rivelano ricerche e indagini prodotte da centri studi di tutto il mondo. Non spegnere mai il telefonino; avere l’ansia della raggiungibilità; controllare costantemente la posta elettronica e i messaggi sui social network; collegarsi a internet in tutti i luoghi e con tutti gli strumenti possibili; non riuscire a gestire l’immensa quantità di dati che quotidianamente vengono trasmessi… Sono questi i sintomi di un nuovo malessere, mentale e fisico, che compromette la salute dell’individuo globale. La sua dipendenza da comunicazione è smisurata, preoccupante. In Italia si comincia a navigare a 10 anni. E secondo l’Istat tra i ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni, il 93 per cento possiede un cellulare. Vissuto sempre più come strumento multimediale: solo il 4 per cento infatti lo utilizza per telefonare. Ma c’è di più. Dal 2001 al 2011 i bambini e gli adolescenti - dai 3 ai 17 anni - che si connettono in rete dal personal computer sono passati dal 34 per cento al 64 per cento. Sempre più soli e tecnologici, i giovanissimi diventano così facile preda di truffe mediatiche; e si espongono a rischi ben più gravi come la pornografia, la pedofilia o il cyber bullismo. Ospiti : GIANPIERO GAMALERI, professore ordinario di sociologia della comunicazione all’Università degli studi Roma Tre e il prof.FILIPPO BERNARDI, direttore unità operativa di pediatria d’urgenza dell’Università degli studi di Bologna.