Uomini e Profeti

Letture 'Islam tra passato e futuro: le confraternite' con Alberto Ventura. 2a puntata 'Spirito e comunita'

  • Andato in onda:23/03/2006
  • Visualizzazioni:
Live

Letture 'Islam tra passato e futuro: le confraternite' con Alberto Ventura. 2a puntata 'Spirito e comunita'

Nella seconda e ultima puntata di una breve serie dedicata al mondo delle confratenite musulmane, Alberto Ventura ne delinea il ruolo nell'Islam contemporaneo e ne traccia la mappa della diffusione attuale nei paesi arabi e in Oriente. Ancora oggi le confraternite, raccogliendo l'eredità della tradizione Sufi, cercano di esaltare una fede dove, accanto al rituale formale, per il credente, abbia importanza fondamentale l'esperienza interiore. Libri: I mistici dell'Islam, a cura di E de Vitray-Meyerovitch, Guanda, Parma 1991 Sufismo e confraternite nell'islam contemporaneo. Il difficile equilibrio tra mistica e politica, a cura di Marietta Stepanyantis, Centro di Studi Religiosi Comparati Edoardo Agnelli, Edizioni Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, 2003 S. J. Trimingham, The Sufi Orders in Islam, Oxford 1971 A. B. Yehoshua, La sposa liberata, Einaudi, Torino 2003 I disordini avvenuti nell'ottobre del 1934 nella zona di Costantina, intorno alla tomba del santo Ibn Saìd, tra i pellegrini e i riformatori del movimento della Salafiyya, potrebbero essere considerati eventi precorritori del terrore cieco che sarebbe esploso negli anni Novanta? La simpatia propende istintivamente per gli ideali riformisti della Salafiyya, che ambivano a riportare l'Islam alle origini, a purificarlo e a riaffermare il suo spirito monoteista. Non c'è dubbio che un illuminista debba rifiutare le fiere e i mercanti intorno alle tombe dei giusti e degli uomini pii, il commercio di amuleti e di acqua santa e le suggestioni dei sufi. Durante la sommossa a Costantina rimasero uccisi due uomini e altri furono percossi e feriti. E poiché l'ipotesi più naturale è che i riformisti fossero venuti a esprimere una protesta spirituale e morale contro il culto pagano dei sepolcri che irretiva i fedeli minando la loro capacità d'azione e impedendo il miglioramento della loro vita e di quella comunità, è normale che la colpa delle violenze ricada su quei primitivi risvegliati dalla loro quiete mistica. Tuttavia il comandante francese chiamato a riportare l'ordine tra le parti descrive con grande sorpresa uno scenario diverso. Furono i berberi i primi ad essere attaccati, e lui vide con i propri occhi la folla dei riformisti, guidati da uomini religiosi e da intellettuali rispettabili, far partire il primo colpo d'arma da fuoco in direzione di uno smunto monaco sufi che girava con un abito bianco accanto a una lapide sacra. È possibile che quello fosse stato un primo segnale del terrore spietato che sarebbe esploso sessant'anni dopo? Che i discendenti di quei riformisti si rivoltino oggi, frustrati e furenti, non solo contro i loro nemici tradizionali - infedeli e occidentalizzati, funzionari e ufficiali dell'esercito corrotti, scrittori e giornalisti - ma anche contro contadini innocenti che anziché impegnarsi in un momento di crisi nell'attività politica, partecipano a pellegrinaggi oscurantisti, si dedicano al commercio di talismani e organizzano vere e proprie fiere intorno alle tombe di uomini pii? (da A. B. Yehoshua, La sposa liberata)

Sito

Vuoi rivedere o riascoltare un altro programma?

Commenti

Riduci
Navigazione alternativa dei video correlati