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I GIOVANI E IL LAVORO
28 aprile 2011

La crisi sembra aver scaricato i suoi effetti soprattutto sui giovani. Uno su tre è disoccupato. E nel Sud le ragazze e i ragazzi senza lavoro sono il 40 per cento. Contemporaneamente, però, sono numerose le botteghe artigiane che lamentano la mancanza di muratori, carpentieri, meccanici, gommisti, idraulici, elettricisti. Mestieri che, trascurati dai nostri giovani, passerebbero agli stranieri immigrati. Un vero e proprio “effetto sostituzione”, che coinvolgerebbe buona parte delle attività manuali. Di fronte a questo paradosso, c’è chi punta il dito proprio contro i giovani, accusandoli di inerzia e di mancanza di spirito di sacrificio. Se il lavoro non c’è, va inventato adattando le proprie conoscenze a quello che il mercato offre, senza aspettare l’aiuto dal cielo o l’occasione giusta! Sputando sangue e sudore, invece di dormire tra i guanciali di casa, vezzeggiati da mamma e di papà. Ma è proprio così? I giovani sono davvero sempre indolenti, pigri, viziati? E’ proprio vero che nella maggioranza dei casi preferirebbero starsene a casa, piuttosto che fare un lavoro considerato avvilente o non adatto alle loro aspettative e alla loro preparazione?Ospiti: GIUSEPPE ROMA, DIRETTORE DEL CENSIS;NATALE FORLANI, DIRETTORE GENERALE DELL’IMMIGRAZIONE, PRESSO IL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI; SUOR LAURETTA VALENTE, PRESIDENTE DEL CIOFS – CENTRO ITALIANO OPERE FAMMINILI SALESIANE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE e LORELLA CUCCARINI, TESTIMONIAL PER “TRENTA ORE PER LA VITA” .

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