Il Terzo Anello - I luoghi della vita

Mario Missiroli

  • Andato in onda:11/05/2003
  • Visualizzazioni:
Live

Mario Missiroli

Mario Missiroli bergamasco, classe '34, regista teatrale, fa parte di quella generazione di rottura come Ronconi e Strehler. Vive a Roma dal 1954 in una casa tutta verde (verde tavolo da biliardo) colore che ama perché fondamentale in natura. Racconta a "I luoghi della vita" la sua passione per La Scala e Il Piccolo di Strehler, luoghi chiave dell'infanzia lombarda del primo dopoguerra, dove ha vissuto come bambino avviato alla cultura del teatro. Con l'imposizione del padre allo studio del pianoforte fino ai tredici anni, a quindici lo abbandona per la vocazione teatrale. Nel '59-'60 è assistente di Strehler e debutta in regia con "Maria Brasca" di Testori, interprete una straordinaria Franca Valeri; racconta le prove al Piccolo con Strehler in divisa da "prove": tutti in abito da "prove" con sciarpe e privi di cravatta, Strehler in dolce vita e pantofole di feltro. E' del '61 la prima vera regia (che non e' mai la prima ma la seconda o addirittura la terza) "Tornate a Cristo con paura", laudi perugine medievali. E' ironico il racconto della regia "Le belle di Lodi" del 1963 scenografia di Alberto Arbasino, molto, forse troppo sofisticata, poco concessiva alla commedia. Altro luogo elettivo la Roma underground, città già scelta da Missiroli a diciannove anni. Nel '68 ci torna ed è come una seconda nascita che coincide con il felice incontro con Paolo Bonacelli. E' il periodo de I Polacchi di Gombrowicz, Widolt, Witkilwiez, Stanislav, rappresentati all'opera di Roma diretti da Luciano Berio, secondo cui la forma-messaggio rappresenta un motore politico. Racconta ancora de Il Porcospino 2 il teatro di Via Belsiana a Roma, dove poco piu' che trentenne non guadagna nulla: pura sperimentazione, avanguardia, scuola di compagni e una serie di titoli come "a proposito di Liggio" e "Ispettore generale". "Il processo" di Kafka adattato da Angelo Maria Ripellino che aveva visto tutti gli spettacoli estremi de i Polacchi è il ricordo piu' vivo di quegli anni. Infine, dal '68 al '75 è a Torino come direttore del Teatro Stabile. Ci parla di due modi opposti di immaginare il teatro: Ronconi barocco e gozziano, Missiroli, poco italiano ha avuto - ci dice - "stelle e stalle". A Torino - anni felici '76-'84 - mette ancora in scena "I giganti della montagna", "Orgia" di Pasolini, "La Mandragola" di Macchiavelli e dichiara che regia e attori non si distinguono quando i ruoli sono tanto intensi e l'attore è una voce dentro un corpo.

Vuoi rivedere o riascoltare un altro programma?

Commenti

Riduci
Navigazione alternativa dei video correlati