• RENZO ARBORE

    Lo showman per eccellenza Renzo Arbore e' l'ospite di oggi a 'I luoghi della vita'. Nato a Foggia nel 1937 da lui definita 'la citta' che mi ha allevato' da genitori napoletani, contagiato fin da bambino dai suoni delle bande che tuttora lo emozionano. Della citta' ricora il bar Cavour ove si riuniva con tutti i musicisti a fumare. Arbore e la formazione con Franco Tolomei 'che mi ha insegnato il jazz con clarinetto e tromba', il primo concerto tenuto in una scuola elementare a Foggia. Renzo Arbore ricorda l'amica e compagna Gabriella Ferri 'era meraviglioso girare per Roma con Gabriella'. Insieme a Maurizio Riganti ospite intervenuto rievoca i varieta' alla radio da Bandiera Gialla con Gianni Boncompagni ad Alto Gradimento, seguiranno poi 'L'altra domenica' la prima vera nave dei folli. Arbore e la Napoli-signora con Roberto Murolo persona di una nobilta' intellettuale e morale: 'abbiamo suonato insieme e visto piangere emigranti alle feste dei ricchi in cambio di un ragu' suonavamo con umilta' e divertimento'. Renzo Arbore e i concerti a New Orleans patria del jazz: 'da adulto ho baciato quella terra'. Dopo Katrina New Orleans e' cambiata, e' tornato l'ottanta per cento della popolazione, la citta' ha ripreso, la parte turistica non e' stata distrutta, la realta' era esposta fuori dalle catapecchie a marcire al sole. Gege' Telesforo altro ospite intervenuto 'l'unico che sa fare lo sketting' parla del soldalizio con Arbore che dura da venticinque anni, dalla prima apparizione televisiva con l'orchestra 'cieli azzurri' improvvisazione e fantasia e' il nostro motto. L'attuale Orchestra Italiana compie oggi diciotto anni e andremo tutti in Canada. Renzo Arbore e la televisione: da Quelli della notte e Indietro tutta; portavo la battuta, mi sono inventato personaggi quali Pazzaglia, Catalano, Laurito, Marchini e Pisapia, improvvisavamo tutti, fu la voglia di ridere che fino ad allora era stata repressa: 'non ho fatto satira, attualita', gossip o imitazioni, ho fatto cose classiche a futura memoria'. Dopo qualche anno Arbore torna in TV con 'Cari amici vicini e lontani' grande successo: 14 milioni di telespettatori. L'importante - conclude Arbore - e' farsi guidare dal mezzo con naturalezza, avevo un modello: Ruggero Orlando.

    • Pubblicato il09/03/2008
  • MILENA GABANELLI

    Milena Gabanelli 'la donna Report' freelance, la prima che introduce in Italia il videogiornalismo lavorando da sola con una videocamera portatile. 'Report' nasce nel 1997 e gli argomenti di cui ci occupiamo si basano su dati, scritti e numeri. Ce ne siamo occupati poiche non li capivamo, come non li capiva la gente: debito pubblico, derivati, con testimonianze ed altro. Siamo partiti da un fatto, c'era a disposizione un gruppo con un linguaggio interessante e con pochi soldi. La nostra e' una forma di giornalismo di tenuta fisica e psicologica, 'le bordate arrivano dalle persone'. Non ho un modello preciso - prosegue la Gabanelli - le idee nascono, io coordino. 'Report' e' fatto di sei-sette persone ed ha assunto il carattere di chi vi lavora. Milena Gabanelli si e' laureata al DAMS di Bologna nel 1974, 'allora, la citta' era diversa, adesso e' molto cambiata, la Bologna vivace e sicura non c'e' piu', speriamo recuperi'. Gli anni dell'universita' sono stati molto belli, avevo le chiavi del laboratorio di fotografia, ci andavo la domenica, Paolo Monti e' stato il mio professore, c'erano inoltre Umberto Eco, Luigi Squarzina e Gianni Celati. Ho anche organizzato festivals. Antonio Albanese ospite intervenuto , suo vicino di casa, testimonia le loro condivisioni artistiche, l'amicizia: 'Milena la trovo trasgressiva poiche' onesta'. La Gabanelli nell'89 inizia la collaborazione con Giovanni Minoli a 'Mixer' 'dovevo inventare argomenti nuovi per realizzare'. Mi ero documentata - prosegue - sulla storia della Cina, preparo una puntata virtuale speciale, a Minoli piacque poiche ha avuto il fiuto di capire il mio progetto. Partii per la Cina, al mio ritorno scoppio' Tien An Men, ho saccheggiato tutto il materiale girato, e' stato un documento molto interessante. Il videogiornalismo: 'se vai con una tua telecamera e' la componente fondamentale per il giornalismo di inchiesta', il linguaggio leggero e' fondamentale. Ettire Mo, altro ospite, testimonia la bellissima esperienza con la Gabanelli in Cecenia 'era abituata a correre dietro alle immagini, ha imparato a vederle in maniera semplice e umile'. Milena, discorsi essenziali, puliti, mi ha condotto a seguire un generale. La Gabanelli e l'officina di 'Report' ove affrontiamo argomenti che prima incuriosiscono noi, 'le segnalazioni sono bufale', i pezzi migliori nascono dagli insider. Marco Paolini altro ospite che ha lavorato per una serie di 'Report' dice: 'sono un dilettante dell'inchiesta' lavorare con Milena e' stato come musurare un limite dopo il Vajont. La nostra ospite conclude con la famosa telefonata in diretta di Adriano Celentano nel 2007.

    • Pubblicato il01/06/2008
  • MAURO MAZZA

    Mauro Mazza dal 2002 l'emblema del TG2. La conversazione con Mauro Mazza e' incentrata sul ruolo del servizio pubblico: 'La Rai ha una specificita', ricordando bene la sua missione, il Parlamento e' garande del servizio publico, della democrazia'. La politica italiana e' cambiata. Il nostro protagonista, classe 1955, al liceo nel ' 68, rievoca il magico clima, 'avevo il mio gruppo' De Gregori ha accompagnato lo spirito del tempo e Battisti lo musico', mi nutrivo quotidianamente ai cineclubs. Mazza di radice cattolica, da ragazzo frequenta la parrocchia, fa il chierichetto, partecipa ai vari ritiri 'mi riconosco nel filosofo Augusto Del Noce' inascoltato e poco letto. Del Noce - continua Mazza - lesse come nessun altro cosa accadeva nella politica italiana, scomparve nell' 89 poco prima della caduta del muro di Berlino. Mauro Mazza e gli anni giovanili al Secolo d'Italia con Alberto Giovannini Direttore: 'quella generazione ha prodotto l'attuale classe dirigente'. Nel 1988 Mauro Mazza e' redattore all'ADNKRONOS con Giuseppe Marra direttore: 'mi assunse con il compito di approfondire il dibattito ideologico'. Folco Quilici ospite intervenuto testimonia come Mauro Mazza sia un entusiasta, c'e' intesa su argomenti che riguardano l'ambiente. Il nostro Direttore ricorda quanto era al TG1 diretto da A.Longhi nel momento fatale dell'attacco alle due torri a N.Y. , con emozione curai le cinque ore di diretta, ancora ricordi e 'scoop': dalla morte di G.PAOLO I , alla liberazione delle ragazze rapite in Afghanistan. Con Biagio Agnes autore del libro : 'TV moglie,amante e compagna': 'con la TV siamo cambiati, l'offerta produce meno aggregazioni, la TV allontana gli uni dagli altri'. Con nostalgia rievoca la televisione in bianco e nero, il Maestro Manzi e Padre Mariano, colonne portanti del successo popolare della televisione. Mauro Mazza e l'identita' politica, il presentarsi e farsi conoscere, il TG2 si distingue poiche' e' piu' svelto e leggero, ha un 'identita' e un'anima, sara' presto il primo telegiornale tutto tecnologico. Lucia Annunziata altra ospite intervenuta fa un identikit del Direttore Mazza: 'e' persona gentile, un pacificatore, non va mai allo scontro'; io ho le mie idee - continua Annunziata - il lavoro del giornalista sta nella imparzialita' delle idee e delle amicizie. Mauro Mazza ricorda con visibile commozione Livio Zanetti - da anni scomparso - Direttore al GR1 che lo assunse in RAI nel 1991, la sua grande attenzione al rapporto umano. Il mestiere di giornalista non consente 'bluf', solo chi vale va

    • Pubblicato il27/04/2008
  • Lucia Annunziata

    Lucia Annunziata giornalista e conduttrice televisiva: 'la TV che non fa piu' l'agenda' e' il suo detto. La TV e' cio' che definisce cio' che sono i fatti del giorno, 'non e' solo un problema italiano' afferma, 'c'e' solo il linguaggio diverso'. Lucia Annunziata spiega che cosa e' un'intervista: 'avere mezz'ora di faccia a faccia e' una garanzia', senza pubblico e senza applausi c'e' molta piu' attenzione. Giovanni Minoli e' stato il piu' grande. Per ogni intervista lavoro moltissimo, le agenzie sono il piu' importante settore del nostro lavoro. Valentino Parlato ospite intervenuto fa un ritratto di Lucia: 'arrivo' al Manifesto portando novita', bellezza, giovinezza e coraggio', ottima corrispondente dall'America latina Lucia e' la migliore intervistatrice poiche' provoca, scava e mette le mine'. L'ospite ricorda i suoi maestri: Luigi Pintor, Rossana Rossanda, poi Eugenio Scalfari, tutti impegnati a crescere una generazione. Oriana Fallaci e' una delle donne che ha fatto il secolo, ha inventato il giornalismo come strumento di comunicazione, esprimento le sue idee e' diventata parte attiva in chiave moderna. 'La badessa' cosi' veniva chiamata Lucia Annunziata durante la Presidenza Rai durata quattordici mesi: 'fui accusata di moralismo'. Igor Mann altro ospite intervenuto che ha conosciuto Lucia in Salvador, afferma di aver subito apprezzato l'impegno professionale di quella giovane ragazza che abitava in una modesta pensione e che scriveva nella massima liberta'. Anni '95-'96 Lucia Annunziata conduce per la RAI 'Linea 3', un programma per tre sere alla settimana di quaranta minuti: 'lavoravo dopo 'mani pulite', vedevo facce nuove, poi arrivo' la Direzione del TG3.' La RAI come servizio pubblico: 'esiste solo in Europa, e' un concetto socialista, un residuo del dopoguera', la RAI e' una grande azienda e dentro la RAI un solido cuore. Ultima tappa Gerusalemme ove 'la bellezza e' straziante', ci sono arrivata dopo il M.O. e gli Stati Uniti, grandissima esperienza, bella e frustrante.

    • Pubblicato il08/06/2008
  • LILLI GRUBER

    L'ospite di oggi a I luoghi della vita e' 'prima donna politica' in un paese di uomini; Lilli Gruber (Dietlinde: antico nome germanico che significa 'colei che conduce i popoli'). La prima donna a condurre il TG italiano nazionale in prima serata dopo gli anni di gavetta a Telebolzano poi al TG3 Trentino Alto Adige. Era il 1986, leggevo la Fallaci prima maniera, esempio di donna e grande inviata piena di carattere, poi Camilla Cederna, emblematica giornalista 'il contatto con il giornalismo e' fondamentale' aggiunge Lilli Gruber. L'incontro con Goffredo Parise il quale mi suggeri' di fare giornalismo televisivo data la mia capacita' comunicativa. Chiamata a Roma in prova da Antonio Ghirelli allora Direttore del TG2, la prima volta che sono andata in onda - senza prova - credevo di svenire: 'trovo che le parole semplici giungano a destinazione, ho trovato uno stile diretto e conciso che e' diventato lo stile Gruber'. Lilli Gruber bolzanina, racconta della educasione Mitteleuropea: vengo da una terra di confine e questo ha significato crescere con la testa flessibile'; la disciplina nella vita mi e' servita di piu', la tenacia insegna la disciplina, la forza di volonta' a volta, e' inutile. Di educazione cattolica ma cresciuta in ambiente laico, Lilli nonostante la famiglia benestante insegna tedesco alla scuola di polizia di Bolzano; 'la passione e' il mio lavoro' in termini di carriera paga. Maria Luisa Busi collega del TG1 e ospite intervenuta testimonia come Lilli abbia rivoluzionato l'immagine, ci siamo trovate nel tempo a condividere la passione civile, abbiamo entrambe il senso etico e l'onesta' intellettuale. Antonio Ghirelli giornalista storico testimonia come la Gruber sia un animale televisivo: colta, intelligente, brillante e insieme rievocano la battaglia dei colleghi perche' la Gruber fosse assunta. Nel 2004 Lilli decise di lasciare la RAI e il TG1 poiche' voleva cimentarsi in un ruolo diverso; ' il TG1era fatto di manipolazioni, non volevo metterci la faccia'. Divento parlamentare europea. Lilli Gruber inviata del TG1. Nel 1989 alla caduta del muro di Berlino ho avuto la fortuna di essere li, e' stato straordinario 'ero sul muro e quella sera nessuno lo prevedeva, capii che finiva un'epoca', il giornalista ha il compito di raffreddare i toni, le immagini bastano a se stesse. Adesso Berlino e' una citta' irriconoscibile, con architettura straordinaria. Angela Rodicio collega della Televisione di Stato spagnola, inviata in zone di guerra - Guerra del Golfo, Bagdad - testimonia quanto Lilli abbia una marcia in piu', non si lamenta, passa all'azione, ha la capacita' di mettersi in gioco. Jacques Charmelot della France Press (che Lilli ha sposato nel 1994), raggiunto a Bagdad dice: 'Lilli ha scritto molti libri su quelle terre difficili, noi occidentali ci dimentichiamo la storia di questi paesi, Lilli li studia in maniera molto precisa, e' un mondo complicato da capire'. Da ultimo 'America anno zero', paese pieno di contraddizioni. George W. Bush ha abusato del suo potere: la Clinton e' donna estremamente preparata ma fredda, e questo non funziona, B.Obama e' personaggio interessante. Credo, pero',' conclude la Gruber che la Clinton sia piu' brava. Lilli Gruber riferendosi all'ultimo libro 'Figlie dell' Islam' afferma che le donne orientali non sono diverse anche se portano il velo, a loro sara' attribuito il difficile compito del cambiamento islamico.

    • Pubblicato il02/03/2008
  • GUGLIELMO CAVALLO

    Oggi e' di scena la Paleografia ( o scienza del confronto) con Guglielmo Cavallo lo studioso di manoscritti e libri antichi. Inizia giovane alla vista dei papiri di Ercolano, papiri carbonizzanti, libri ritrovati durante gli scavi, esperienza emozionante. Cavallo studia il libro antico in forma di rotolo poi, i codici antichi. Il Professore nato a Caroligno un paese del brindisino nel 1938, ricorda gli echi della guerra, nel paese solo le scuole elementari, poi le medie e il Liceo in corriera con i compagni ogni mattina ad Ostuni. Si laurea in Filologia classica - visto il suo interesse per il greco e la letteratura - e dopo la laurea insegna nello stesso Liceo classico ove studio'. Enzo Rutigliano, Professore di storia del pensiero sociologico a Trento ospite e compaesano di Cavallo, ricorda i primi libri letti nelle lunghe sere d'inverno in casa del Professore, ' un rapporto importante il nostro, un mentore per tutti noi'. Ma il destino per la Paleografia e il mio interesse per i manoscritti e' segnato a Bari durante gli studi universitari con il Maestro Alessandro Pratesi del quale divenni assistente. Il Professore studia manoscritti greci scritti nel millennio bizantino. Bisanzio - dice Cavallo - e stata svalutata: ricorda lo scisma della Chiesa ortodossa, Costantinopoli, al contrario, offre spunti di riflessione. Cavallo e il mondo delle Biblioteghe ove sono custoditi i piu' belli esemplari di libri antichi. Il Professore frequenta sin dal 1964 la Biblioteca Vaticana, rievoca l'atmosfera della Sala Bernini o della Terrazza ove si incontravano studiosi da tutto il mondo: 'la ricchezza del patrimonio' e il celeberrimo codice vaticano della Bibbia del IV secolo. Ancora Biblioteche, da quella Laurenziana ricca di tradizioni alla Biblioteque National de France 'la Biblioteca dei Re'. Armando Petrucci altro ospite intervenuto, testimonia come il Prof. Cavallo 'studioso-curioso' ha un panorama di letture mostruoso, ci aprira' presto ancora molte porte ignorate e chiuse. Guglielmo Cavallo conclude affermando che 'le grandi mostre di libri antichi sono difficili' poiche' non vengono recepite dal pubblico.Prosegue:' farlo accostare a questa disciplina (appunto la paleografia) e' piuttosto ostico, la storia della lettura e' difficile da ricostruire poiche' non ci sono tracce'.

    • Pubblicato il06/01/2008
  • GIOVANNI MINOLI

    L'ospite di oggi a 'i luoghi della vita' e' Giovanni Minoli protagonista di quel giornalismo televisivo dal ritmo incalzante che ha segnato la svolta della televisione di qualita'.Torinese classe 1945, laureato in legge rievoca l'infanzia. Terzo di otto fratelli, padre Professore universitario di tradizione mazziniana, frequenta il liceo dei gesuiti a Torino ed ha il Cardinale Martini come professore di Filosofia e quindi va a studiare Legge all'Universita' di Modena. Torino - dice Minoli - lascia una impronta di rigore di fondo, il gusto dell'approfondimento e la consapevolezza di citta'-capitale-rivoluzionaria. Raccontare la carriera di Giovanni Minoli significa tirare in ballo gli ultimi trenta anni di Televisione italiana, e' uno dei dirigenti piu' prolifici come autore e produttore di programmi. 'La cultura si fa attraverso le scelte compiute'. La sua produzione e' vastissima e di grandi successi: Blitz con Minoli e Quelli della notte di Renzo Arbore sono programmi che lasciano il segno, cambiano il lessico quotidiano di tutta la popolazione, si tratto' di un programma per la socializzazione dopo gli anni di piombo. G.Minoli e la straordinaria stagione di 'MIXER': l'impatto emotivo e psicologico dei 'faccia a faccia', spietati, si comunicava di piu' con le immagini (due primi piani sull'ospite), il ritmo incalzante delle domande, il programma resta ancora oggi uno dei piu' riusciti di inchiesta con domande non concordate. Durante la diretta risentiamo insieme momenti significativi di una intervista a Gianni Agnelli e di una 'storica' a Enrico Berlinguer: la realizzazione di quest'ultima , duro' otto mesi. Minoli e la battaglia di rendere la RAI indipendente dai format stranieri. Ha infatti ideato 'Un posto al sole' la prima soap opera prodotta interamente negli studi RAI di Napoli che vanta oltre dieci anni senza flessioni di ascolto. Stella Pende una delle voci piu' collaborative di Giovanni Minoli dai tempi di BLITZ, pescata in una giungla con la nonna di OBAMA definisce 'il maestro 'personaggio straordinario'. Dal 2002 Minoli, dopo essere stato Direttore di RAI2, diventa Direttore di RAIEDUCATIONAL e il successo de 'La storia siamo noi' e' un suo progetto editoriale unico, un'indagine nella memoria, punto di riferimento di storia attuale e contemporanea.

    • Pubblicato il24/02/2008
  • GIOVANNI CARANDENTE

    Tra i protagonisti della scena artistica italiana del dopoguerra lo storico e critico d'arte Giovanni Carandente inizia la sua attivita' professionale nella seconda meta' degli anni quaranta, forte di una formazione illuminata dall'insegnamento di figure come il medievalista Pietro Toesca e lo storico dell'arte Lionello Venturi. Quest'ultimo, assieme allo 'storicista' Mario Salmi, sono le personalita' dalle quali apprende il metodo di ricerca che, ancora giovane, lo conduce prima alla Soprintendenza di Cosenza poi alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma dove lavora, per anni, a fianco della allora direttrice Palma Bucarelli. Il ricordo di lei, come di tutti gli amici, colleghi e personaggi che Carandente rievoca per noi, emerge in maniera lucidissima nel suo racconto. Come nel caso di Cesare Brandi di cui ammira 'la mirabile lingua' e a cui e' legato per l'esperienza avuta nel campo del restauro (gli affreschi perduti della cappella Ovetari a Mantova di Mantegna). E, ricordando la mostra su Antonello da Messina del 1953, non manca l'occasione per scagliarsi contro la scarsa scientificita' delle mostre allestite ai giorni nostri. Ma il racconto non tralascia dirievocare, con orgogliio, l'avventura delle 'Sculture in citta', allestita a Spoleto su entusiastica richiesta del Direttore del Festival Giancarlo Menotti, nel 1962. La scultura contemporanea internazionale ha avuto in Carandente un promotore attento e appassionato, come sottolinano anche i contributi raccolti dagli ospiti intervenuti a completare il ritratto del personaggio, la scrittrice e storica d'arte Marisa Volpi e il giovane storico dell'arte Marco Tonelli, autore di una storia della scultura da Donatello a Rodin. Dalle sculture di David Smith , esposte nel Teatro Romano di Spoleto, alla retrospettiva di Henry Moore al Forte Belvedere di Firenze nel 1972, per cui ha ricevuto, dalla regina Elisabetta, l'onorificenza di Commander dle British Empire; dalla mostra di MONDRIAN a Roma con Carlo Scarpa agli anni della Biennale di Venezia (1988-1992), dalla mostra sull'arte russa al Lingotto di Torino, alle amicizie con Calder, Chagall e altri artisti, per ogni occasione Carandente ha una rivelazione da offrire agli ascoltatori, un ricordo o un aneddoto che rende avvincente il racconto di oltre cinquanta anni di attivita' militante.

    • Pubblicato il20/01/2008
  • GIANNI RIOTTA

    Gianni Riotta scrittore e giornalista e' il primo di una serie di ospiti 'speciali' de 'i luoghi della vita'. Si tratta di personaggi legati al mondo della televisione. Inizia la sua biografia raccontando del padre Salvatore, giornalista de 'Il Giornale di Sicilia': 'sono entrato - dice - in tipografia che avevo cinque anni'. Riotta esordisce a diciassette anni al 'Il Manifesto' come corrispondente da Palermo, poi, dopo la laurea in Filosofia si trasferisce a Roma. Riotta cita il libro 'La casta' di Stella e Rizzo, libro fondamentale per la recente stagione politica e afferma che 'la fine della meritocrazia sta indebolendo il paese'. Gianni Riotta direttore del tg1 dal settembre 2006 racconta efficacemente come ha dovuto apprendere il linguaggio della televisione affidandosi all'esperienza dei suoi redattori dando loro in cambio la propria visione di un mondo globalizzato: 'io conosco per esperienza diretta le tecniche di comunicazione' , ho disegnato il nuovo telegiornale non volendo piu' la politica in apertura, ma al centro, poi l'analisi e l'intervista in diretta, editoriali critici anche sul governo, abolizione del pastone politico, 'chi verra' dopo di me - prosegue - non tornera' indietro'. Trai ricordi tanti maestri: da L.Pintor (grande giornalista ma prigioniero della politica), Michele Milillo, Maurizio Flores d'Arcais. Gli anni americani di Gianni Riotta. Da N.Y. Negli anni 1986-1992 corrispondente prima per La Stampa, a seguire L'Espresso e Corriere della Sera. Moises Nain da Washington testimonia l'amicizia con Riotta: 'parlare con lui mi fa capire cio' che succede in Italia, e' la migliore antenna'; ai giovani - continua - dico di sviluppare competenze tecniche, conoscere qualcosa a fondo'. Riotta e la prima stagione nella RAI3 di Angelo Guglielmi per il programma 'Milano-Italia' alla fine della prima Repubblica: 'accettai per curiosita', Guglielmi e' una figura carismatica della cultura italiana. Giovanna Zucconi altra ospite afferma che tra Riotta giornalista e Riotta scrittore non c'e' differenza, Gianni e' uomo che scrive modulando i linguaggi. La conversazione si conclude citando i numerosi libri scritti da Riotta: dal primo del 1991 'Cambio di Stagione', Ombra, N.Y. Diario di una guerra e Alborada.

    • Pubblicato il03/02/2008
  • GIANNI BONCOMPAGNI

    Gianni Boncompagni autore e regista storico pseudo-fondatore della radiotelevisione moderna di questo paese afferma che - oggi - la tv e' sempre uguale, non vedo i telegiornali,consumo tv guardando i documentari di SKY: 'presto e male' e' stato il mio slogan, come 'lento e male' sembra essere tuttora il principio che governa l'azienda di oggi. Boncompagni nato ad Arezzo nel 1932 ci racconta il teatro Petrarca che ospitava solo musica classica. Solo per Arturo Benedetti Bichelangeli la citta' si mobilito', la contessa offri' una cena in onore del Maestro ed io 'giovanissimo mi infiltrai'. Boncompagni di famiglia cattolica, figlio unico, legge Proust e Sartre senza capire nulla. Ventenne si reca in Svezia con un totale spirito di avventura, vi rimane per dieci anni, impara la lingua, lavora alla radio, realizza fra le tante una significativa intervista al sociologo Danilo Dolci, lavora all'Istituto Italiano di cultura di Stoccolma quando arrivo' Salvatore Quasimodo a ritirare il Premio Nobel e glielo affidarono. Rientrato in Italia negli anni sessanta inizia il sodalizio con Renzo Arbore, insieme alla radio con programmi di successo quali 'Bandiera gialla' 'Alto Gradimento'. Racconta aneddoti divertenti: 'la mitica radio era fatta da provinciali'. Boncompagni e la TV: Discoring, Domenica In con Giancarlo Magalli fino al successo strepitoso con 'Pronto Raffaella' del 1983 nella fascia antimeridiana. Poi, 'Pronto chi gioca' con Enrica Bonaccorti altro successo con ascolti impensabili. Nel 1991 Boncompagni sbarca alla Fininvest con 'Non e' la Rai', un altro successo che illumino' la Rete in cerca di una fascia di eta' di facile ascolto: le adolescenti, scelsi Ambra Angiolini perche' aveva una marcia in piu'. Boncompagni e il ritorno in Rai con 'Macao' un programma senza capo ne coda che doveva riflettere il caos dell'epoca. In TV - afferma ancora Boncompagni - 'i programmi che non sono Format non ci sono piu', i reality sono solo invenzioni'. Chiambretti e' un professionista bravo, simpatico, mai banale. Il nostro ospite conclude ricordando la regia del concerto a Reggio Calabria di Elton John per l'omaggio a Gianni Versace.

    • Pubblicato il06/04/2008
  • GAD LERNER

    Riduttivo definirlo solo giornalista e anchorman, simbolo e precursore di un nuovo modo di interpretare il giornalismo Gad Lerner e' l'ospite di oggi a 'i luoghi della vita'. Nato a Beirut da famiglia ebraica nel 1954, si trasferisce a Milano a soli tre anni assimilando nuovi fermenti della cultura italiana. Lerner debutta nel giornalismo nel 1976 scrivendo per Lotta Continua e la sua carriera fortunata - dice - la deve proprio a quel giornale ove rimarra' fino al 1979 peraltro in compagnia di tutti i rappresentanti della odierna classe politica italiana (intellettuali), 'eravamo corteggiati e copiati'. Goffredo Fofi pedagogista e padre 'spirituale laico' dei giovani degli anni settanta interviene come testimone e dichiara che fin dai tempi del liceo lo colpi' di Lerner la precoce vivacita' intellettuale; insieme ricordano la soffitta di Torino con annesso cesso sul ballatoio: anni di boheme bellissimi. Nell'87 Lerner e' Vicedirettore de La Stampa, conosce tutti i manager della FIAT da Agnelli a Romiti. Ricorda la tensione degli anni di piombo e la Torino operaia, e il momento piu' duro dell'uccisione di Carlo Casalegno; ne usci' un libro 'Operai' edito da Feltrinelli. Chiamato da Angelo Guglielmi a RAITRE dopo aver scritto inchieste poliche e sociali per 'L'Espresso' diretto da Livio Zanetti, Lerner conduce Passo Falso , Profondo Nord e Milano Italia - un successo - Gad Lerner, Gerusalemme e la questione ebraica: 'essere ebreo mi ha aiutato, mi piace essere spiazzante, ma anche apprezzare l'intelligenza dell'avversario, ho bisogno di confrontarmi con difficolta' enormi, altrimenti mi annoio'. Gabriele Romagnoli giornalista di inchiesta e fine testimone letterario dei nostri tempi ricorda gli anni di Lerner a La Stampa: ' un incontro divertente, ci siamo fiutati come due 'irregolari', l'ambiente del giornale veniva da anni paludati, con Gad era possibile discutere civilmente, la sua scrittura l'ho scoperta successivamente'. Lerner e l'avventura come Direttore del TG1 per pochi mesi: 'E' STATO UN IMPREVISTO AFFASCINANTE NELLA MIA VITA' 'QUELL'INCIDENTE' - continua Gad - ci fu poiche' le mie indicazioni erano state disattese, sono pieno di rimpianto per il TG1, traumatica e' stata la reazione politica'. Passato a LA7, da sei anni Lerner conduce felicemente ' L'infedele' , trasmissione di confronto fra le culture mondiali, scrive per Repubblica e Nigrizia. Coltiva Barbera e Nebiolo nella cascina del Monferrato ove vive, luogo meraviglioso di felicita' domestica.

    • Pubblicato il17/02/2008
  • FEDERICA SCIARELLI

    Federica Sciarelli da giornalista politica al TG3 'Telekabul' di Sandro Curzi a conduttrice di 'Chi l'ha visto?' con linguaggio semplice; 'e' un romanzo popolare' pungoliamo, non c'e' violazione di privacy. Tante emozioni cocenti a 'Chi l'ha visto?', aiutare alcune persone e' felicita' - prosegue la Sciarelli - cerchiamo di non essere morbosi, la TV-verita' puo' essere una fiction, si puo' fare in tutti i modi. Federica Sciarelli ha scritto due libri editi da Rizzoli 'Banda della magliana' e 'L'assassino del Circeo', 'bisogna rispolverare cio' che la Magistratura copre di polvere'. La nostra ospite rievoca gli esordi all'ufficio informazioni parlamentari al Senato entrata per concorso, un lavoro bellissimo, mi appassiona tutto cio' che faccio. Poi al TG3 dopo aver vinto una borsa di studio, in Rai nell'88 - dice - non si entrava per concorso. Il mitico TG3 diretto da Sandro Curzi, grandissimo Direttore con Corradino Mineo caporedattore del politico, Curzi si inventava una cosa al giorno. Non e' vero che al TG3 c'erano solo comunisti. Ho cominciato - prosegue Sciarelli - dalla cucina, ero terrorizzata dall'economia, fui messa alla redazione politica poiche' venito dal Senato. Federica Sciarelli conduttrice al TG3 dopo Mariolina Sattanino spinta da Corradino Mineo. Lilli Gruber e' stata 'la conduttrice'. Ho avuto una carriera ricca e diversificata. Quirinalista con Cossiga 'il picconatore' e Scalfaro , bella esperienza. Sempre con Sandro Curzi la Sciarelli inviata a New York per l'edizione delle 22,30 Roma-N.Y. - capivo poco l'inglese, il Direttore Curzi me lo impose -.Federica Sciarelli conclude raccontando la passione giovanile per l'atletica leggera e l'okay.

    • Pubblicato il16/03/2008
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