• Vincenzo Consolo

    Vincenzo Consolo ha ripercorso le tappe della sua formazione letteraria in Sicilia, tra la Capo d'Orlando del poeta neobarocco Lucio Piccolo, cugino di Tomasi di Lampedusa e Caltanisetta-Racalmuto, i luoghi di Leonardo Sciascia, maestro illuminista. Si sono poi incatenate nei ricordi di Consolo, le stazioni figurative, con l'Antonello da Messina del Museo Mandralisca di Cefalu` e il Caravaggio tremendissimo del Museo Bellomo a Siracusa. L'infanzia e` invece ritornata con le memorie di Tindari, set per Stromboli di Roberto Rossellini. Consolo ha poi rievocato la Milano civile degli anni cinquanta, il periodo tardo-razionalista durante il quale lui, li`, condusse gli studi universitari, e la Milano dagli anni '70 ad oggi (vi si e` trasferito nel '68). Alla conversazione hanno preso parte, con la sua testimonianza da Caltagirone, la poetessa Maria Attanasio e poi Pedrag Matvejevic che ha ripercorso il viaggio fatto con Consolo tra le macerie di sarajevo e Mostar, nel periodo dell'ecatombe della ex-Juguslavia.

    • Pubblicato il13/10/2002
  • Silvia Ballestra

    Silvia Ballestra nasce nel 1969 a Porto S.Giorgio nelle "Marche sporche". A Bologna verso la fine degli anni ottanta come studente vive di riflesso gli ultimi fuochi del movimento del '76. Incontra alla libreria Feltrinelli Pier Vittorio Tondelli. Ci ha raccontato la Bologna degli anni di studentato, nell'appartamento condiviso con altri studenti con "mobilio usato acquistato da Padre Marelli". Legge dai fumetti agli scrittori americani, spazia da Luigi Di Ruscio a Massimo Canalini, scopritore di talenti con Transeuropa, fino alle ultime generazioni: Ferracuti, Severini e Piersanti. Nel 1991 pubblica il suo primo libro "Compleanno dell'iguana" tradotto in Francia, Portogallo, Germania. I suoi viaggi di formazione a 17 anni a Barcellona, nel '93-'94 a Berlino dopo la caduta del muro, a Londra e nell'amata Giamaica dove ascolta la musica punk. A Grottammare, dove si rifugia a scrivere Silvia Ballestra concepisce la prima triade che cambiera' il linguaggio giovanile italiano. Riccardo Milani (regista, che è intervenuto in trasmissione) ha raccontato la propria folgorazione che si è tradotta in un film: "La guerra degli Antò". Le ultime due opere letterarie della Signora Ballestra: "La Signorina N.N." e "Il compagno di Mezzanotte" segnano una svolta nei trattati e insieme quelli della sua maturità.

    • Pubblicato il24/11/2002
  • Paola Pitagora e gli artisti di Piazza del popolo

    Paola Pitagora parla, con Roberto Andreotti e Federico De Melis, del gruppo di artisti attivi a Roma tra il il '59 e il '68 (Mambor, Schifano, Pascali, Festa, Kounellis) e dei luoghi che li hanno visti protagonisti di un`epoca irripetibile della cultura italiana.

    • Pubblicato il29/09/2002
  • Lea Vergine

    Lea Vergine, napoletana di origine, classe 1933, critica di arte contemporanea, vive a Milano da molti anni. La puntata si e incentrata in particolare sulle scene degli artisti della Body Art (Gina Pane, Urs Luethi, Gilbert & George), vero e proprio shock figurativo per la nostra protagonista. La quale ci ha anche trasportati a Parigi, sulle tracce di Dora Maar; negli incroci dei suoi maestri, soprattutto Giulio Carlo Argan; e infine a Leptis Magna, dove ha scoperto, negli anni novanta, il "barocco" tardo antico, che ha messo a confronto con il dorico delle sue radici magnogreche.

    • Pubblicato il27/10/2002
  • Laura Betti

    Con la sua travolgente affabulazione, Laura Betti (Bologna, 1934) ha polarizzato l'attenzione inscenando i suoi esordi romani tra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando - cantante jazz e "degli scrittori" - abitava a via del Babuino, facendo della sua casa un gran ritrovo di vita. Il fuoco sono stati i set del cinema di Pier Paolo Pasolini, amico dell'intera esistenza: La ricotta, La terra vista dalla luna, Che cosa sono le nuvole, Teorema, I racconti di Canterbury. Ha dato la sua testimonianza l'editor Piero Gelli, ricordando i giorni (1977) in cui preparava con la Betti, nella Sabaudia di Moravia, il libro-denuncia sulla figura di Pasolini, dopo la sua morte. Per finire, Novecento di Bernardo Bertolucci, sul cui set emiliano l'attrice ritrovava la sua infanzia.

    • Pubblicato il03/11/2002
  • Giovanni Raboni

    Nato a Milano nel 1932, poeta, ambrosiano (lo definisce Franco Fortini), francesista e critico letterario noto per importanti raccolte liriche e per altrettanti significative traduzioni di Baudelaire, Apollinaire e Proust che gli hanno permesso di riscoprire se stesso nei luoghi dell'infanzia. E su questo Raboni ha raccontato a "I luoghi della vita" ...il giardino, la fontana che suona... A Milano, Porta Venezia, dove e' tornato a vivere e ha ritrovato i luoghi cari, gli stessii del Manzoni: del lazzaretto e della peste e che egli stesso ha trattato nella raccolta "le case della Vetra" (1966). Durante gli anni della guerra fradda a Mosca (1970) ha scritto "Il piu' freddo anno di grazia". A Praga nel '78 con il poeta Marco Ceriani (anch'egli intervenuto) ha ricordato la poesia sulla "vecchia Sinagoga accanto al cimitero ebraico". Infine "Il dialogo con i morti" raccolta di scritti sui luoghi scomparsi. Vittorio Sereni presente e rievocato in frequenti visite dall'editore Mondadori o allo stadio a tifare Inter. Luigi Baldacci con Testori, Luzi e Caproni i "fratelli maggiori" a Firenze al ristorante. Ha siglato il nostro racconto l'emblema della poesia contemporanea: Giovanni Giudici che ,intervenuto in diretta ha rivendicato la propria milanesita' al di la' della nascita ligure, attribuendo il grande amore per la citta' alle frequentazioni di personaggi legati alla formazione sua e di Raboni che hanno vissuto Milano dal '58 in poi.

    • Pubblicato il17/11/2002
  • Gianfranco Baruchello

    Artista globale, designer, letterato e' nato a Livorno nel 1924, vive tra Roma e Parigi. I luoghi determinanti della sua vita sono: quelli di formazione (Parigi) negli anni cinquanta, dove opera in una suggestiva casa-studio e l'incontro con Marcel Duchamp (suo padre putativo), Max Ernst, Man Ray che rappresentano "il luogo" di formazione. Nel '62 è a New York dove vive al Chelsea Hotel, ultimo piano sopra una terrazza e combatte con i grattacieli pieni di polvere e carbone, espone nella collettiva "the new realist". Nel '64 il primo film con Alberto Grifi "La verifica incerta". Altro "luogo" di formazione è l'incontro con il gruppo '63 a Milano con Eco, Lombardi, Sanguineti e Giorgio Manganelli il quale presenta il primo libro immagini. Sempre a Milano presso la casa editrice Feltrinelli nel '65-'66 si sviluppano le frequentazioni di Baruchello con la cultura di avanguardia: incontra la poesia di Emilio Villa e molti altri stimoli; si reca per un periodo a Palermo e ritorna, poi, ai luoghi di origine a Porto S.Elpidio nelle Marche ospite nella casa paterna che sara' da stimolo di suggestioni artistiche attraverso paesaggi che colpiscono ormai il suo cuore di adulto. Negli anni settanta vicino Roma acquista tra Prima Porta e Formello una tenuta che diventerà poi la Fondazione Baruchello un luogo dove si lavora a scopo poetico e dove si trasferisce definitivamente nel 1998.

    • Pubblicato il08/12/2002
  • Franco Serpa

    Latinista, musicologo, germanista e docente di letteratura latina all'Università di Trieste nasce a Roma nel 1931. Ha raccontato a "i luoghi della vita" la sua passione da subito per la musica di Strauss e dell'incontro nel '59, sempre a Roma, con Igor Stravinsky che, tremando dall'emozione accompagna in macchina all'hotel Hassler. Incontra in un Teatro di Roma la pittrice e scenografa Titina Maselli (intervenuta da Parigi), rievocano gli anni di gioventù, la passione golosa e gli incontri con Ingeborg Bachmann, ultima esponente della più significativa letteratura mitteleuropea. La nostalgia per l'Umbria e dall'esperienza di insegnamento a Todi (anni '60) dove insegna latino e greco una sua ex allieva Patrizia Cavalli (recente premio Viareggio per la poesia) intervenuta. Gli anni trascorsi a New York e S.Francisco capitale della musica (dal '66 al '68) e le sue passeggiate a Central Park dove incrocia Greta Garbo: i teatri americani, Lincol Center e Brodway ad ascoltare L. Bernstein e il Metropolitan di Karajan da dove si esce rinvigoriti dopo aver ascoltato tutti i migliori Direttori e cantanti del mondo; la divina Maria Callas spettatrice in un palco della Carnegy Hall ad ascoltare "La Norma". Serpa vive prevalentemente a Trieste dal 1975 folgorato dalla cultura danubiana e mitteleuropea di Winckelmann e di Umberto Saba, delle passioni musicali per Richard Wagner, alla venerazione per il tardo ottocento. Traduce Claudiano e Virgilio, all'amore per il latino come completezza intellettuale e per il greco surrogato alla creatività.

    • Pubblicato il01/12/2002
  • Franco Purini

    Franco Purini (Isola Liri 1941), architetto, lavora inizialmente - negli anni settanta - a Roma alla costruzione di Corviale, Quadraro e Tuscolano con Valentino Zeichen, anche'egli intervenuto. La sua opera si riconosce in cio' che ha raccontato in diretta a Roberto Andreotti e Federico De Melis sul lavoro dell'architetto quale creatore di forme e, nell'affermazione che "la tecnologia digitale non ha sepolto la creativita' del disegno". Condivide con Francesco Moschini - suo ex allievo anch'egli intervenuto - la passione per l'architettura della sua generazione: "di effetti chiaroscurali e accentuata logicita' progettuale". Insieme a Laura Thermes ha partecipato alla ricostruzione di Gibellina (terremoto '80). Successivamente lavora a Buenos Aires citta' alternativa alla globalizzazione; a Rio de Janeiro con interventi "alla francese" nelle favelas.

    • Pubblicato il10/11/2002
  • Ettore Sottsass

    ETTORE SOTTSASS maestro dell'architettura e design nato a Innsbruch nel 1917. Si definisce figlio di Le Corbousier e afferma che un vero architetto deve essere un bravo uomo e che il tavolo per i razionalisti e' una figura geometrica ma per lui e' un pezzo di legno. Ospite a "I luoghi della vita" dichiara: "i luoghi dell'infanzia nelle foreste e nei boschi e i ricordi di sensorialità scono dalla razionalità. Nel '37 (ad appena venti anni) vive a Parigi, lavora nello studio SPARAPAN e conosce Picasso e il cubismo (Guernica) Calder, Persner. Racconta la Milano del dopoguerra e l'amicizia con Max Huber, Steiner, le serate insieme ad ascoltare jazz,l'amicizia fraterna con Roberto Olivetti che lo condusse all'esperienza di Ivrea e che fu determinante per molti altri intellettuali. Ci racconta, poi, del viaggio a Delhi (India) - pagato dalla Montecatini - nel '61, spinto da curiosita' romantica ... immaginavo foreste, templi in rovina, flauti abbandonati nei deserti ...in un albergo sporchissimo con geki sui muri e scarafaggi ovunque, una sera scorge dal buio, in una stazione, dei poveri che dormivano coperti da un telo bianco (sembravano dei cadaveri), alcuni con un bastone e un campanello (forse lebrosi). Le sue esplorazioni si spingono fino in Birmania e Nepal dove conosce la cultura buddista. Dell'esistenza di Ettore Sottsas e' il viagio negli Stati Uniti che risale ai primi anni '60 insieme alla moglie Fernanda Pivano per mezzo della quale avverra' l'incontro con la "Beat generation". Altro luogo di elezione e' il buen retiro dell'isola di Filicudi dove le condizioni spirituali e ambientali permettono al maestro di alimentare la propria spiritualita'. Enzo Cucchi caro amico ha dato testimonianza in diretta di un sodalizio importante avvenuto negli anni '80 a Milano dove oggi E. Sottsass vive e lavora.

    • Pubblicato il22/12/2002
  • Edoardo Sanguineti

    Edoardo Sanguineti, poeta, scrittore, filologo nato a Genova nel 1930 e' tra i piu' significativi rappresentanti della neo-avanguardia e dell'antico Gruppo '63. I suoi mentori sono Boccaccio, Dante, Ariosto e Montale. Racconta a "I luoghi della vita" che grazie ad una borsa di studio del 1971 trascorre - per la sua ansia di esplorazione - un anno a Berlino Ovest citta'-vetrina dell'occidente, con frequenti passaggi a Berlino Est negli anni della guerra fredda. Nel '69-'70 su invito di G. Ungaretti e' a Parigi per un lavoro poetico collettivo, dove conosce O. Paz, Tomnlison e Rouband. Tra liberty e crepuscolarismo, Ideologia del linguaggio, Il ealismo di Dante sono tra le sue opere piu' importanti e sono state rievocate a partire da questi soggiorni. Carol Rama amica di gioventu' (intervenuta in diretta in trasmissione) ha sottolineato gli interessi poliedrici di E. Sanguineti: musica, teatro e arti visive. Altri due luoghi del cuore sono stati l'incontro con L. Ronconi per il quale ha scritto l'adattamento teatrale dell'"Orlando Furioso" e quello con L. Berio per il quale ha realizzato soggetti per balletti.

    • Pubblicato il15/12/2002
  • Clara Gallini

    Clara Gallini (Crema 1931), protagonista (come allieva di Ernesto De Martino), dell'antropologia italiana del secondo dopoguerra, ha ripercorso, all'inizio della trasmissione "I luoghi della vita", le tappe della sua formazione milanese, di taglio classicistico, all'Università Statale. Insieme alla pedagogista Egle Becchi, chiamata a intervenire in una delle "finestre" previste, sono tornate sui luoghi di quel vivissimo set intellettuale, e tra le grandi figure che vi si muovevano, da Antonio Banfi a Mario Dal Pra. Ma un altro luogo ambrosiano per eccellenza era, per la Gallini (venuta sù da una famiglia di melomani), la Scala con i suoi riti: ed eccola incrociare il genio precocissimo di Maurizio Pollini, o parteggiare per Toscanini "contro" De Sabata. Dopo l'intermezzo romano (contrassegnato dall'assidua frequentazione delle biblioteche e dall'"odio" per il barocco), la Gallini ci ha condotti nel cuore del suo percorso, la Sardegna: nell'inverno del 1959 vi era stata chiamata da De Martino, che vi aveva ottenuto la cattedra, a Cagliari. E proprio di Cagliari l'antropologa ha ricordato quel neonato hotel Jolly in cui trovava accoglimento un'agguerrita guarnigione di intellettuali "del continente", uniti e divisi da discrimini politici e metodologici nel vasto campo della cultura di sinistra: su questo incrocio ha detto la sua l'antropologo Pietro Clemente (secondo ospite), riportandoci al momento clou di quel passaggio, cioè l'esplosione del Sessantotto (quando De Martino era morto già da tre anni). Ma la Sardegna, per Clara Gallini, fu soprattutto l'incontro decisivo con le "classi subalterne" nei villaggi dell'entroterra, battuti uno per uno (mentre magari imperversava il bandito Mesina) con la sua Seicento da battaglia. E' dalle "ricerche sul campo", lì condotte sotto l'insegna grande del De Martino "meridionalista" degli anni cinquanta, che nascono i suoi notevoli studi sulle feste folkloriche sarde e sui rituali dell'argia, letti a confronto con il tarantismo salentino, che appunto il suo maestro aveva interpretato in via definitiva. Ultima tappa del viaggio, Lourdes, la cui natura miracolistica la Gallini ha letto in parallelo con i fenomeni di magismo contemporaneo.

    • Pubblicato il20/10/2002
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