• ZUBIN MEHTA

    Il Direttore d'orchestra Zubin Mehta accolto a dirigere le migliori orchestre del mondo e' l'illustre ospite di oggi a 'I luoghi della vita'. Famiglia Parsi, nato a Bombay nel 1936 figlio del violinista Mehli, fondatore della Bombay Synphony Orchestra, rievoca l'infanzia in India, si parlava dialetto gujarati e rammarica oggi, di non avere piu' nessuno con cui parlare la lingua nativa, neanche piu' con l'unico fratello. Nel 1954 Mehta si trasferisce a Vienna e segue i corsi di direzione d'orchestra con Hans Swarowsky (interrompendo gli studi di medicina a Bombay) e ritrova tra i compagni, talenti del pari di Daniel Baremboin e Claudio Abbado. Il maestro parla della tecnica dei violini e - dice - 'sedici violini suonano la stessa nota, ma il tempo della musica lo decide il Direttore'. Zubin Mehta e l'Orchestra di Israele, una Orchestra di altissimo livello: il virtuosismo russo dei violini, lo stile musicale che cambia ogni cinquanta anni. 'Il suono di Haydin non e' quello di Schubert' Mehta commenta. Con Daniel Baremboin - ospite intervenuto - amico e collega da oltre cinquanta anni rievoca gli anni di Vienna e Siena, i preziosi concerti in Israele e Palestina: Zubin - aggiunge Baremboin - e' un musicista nato, curioso di tutto cio' che accade nel mondo, si adopera per la pace in segno di solidarieta' umana che, per entrambi e' la gioia di essere musicisti. 'Ricominciare da zero ogni volta', il suono e' effimero, questo il dettato intellettuale di Zubin Mehta dice Baremboin che io posso condividere fino in fondo. Tanti incontri e tanti ricordi di Mehta: Karajan, Rostropovic e l'amica Jacqueline du Pre'. Wanda Ferragamo altra ospite, sottolinea la spiritualita' del Maestro, la moralita' : 'per beneficenza non dice mai di no'. Mehta e le tournee compiute con l'Orchestra del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino: Varsavia, Germania, un successo indescrivibile. L'onorificenza a Vienna ove il Maestro e' stato nominato Membro onorario della Societa' degli amici della musica al pari di Beethoven, Brahms, Brukner, titolo che lo commuove profondamente. Da ultimo un sogno: 'trascorrere la vecchiaia in Kashmir'.

    • Pubblicato il18/11/2007
  • VITTORIO SERMONTI

    L'ospite di oggi e' Vittorio Sermonti narratore, saggista, affabulatore, poeta. Si occupa da sempre del rapporto tra la scrittura e la voce; legge Dante dal 1985 inventando in ogni occasione un nuovo modo che nessuno riconosce. Sermonti ricorda le umili origini pisane del padre e siciliane della bellissima madre. A dodici anni inizia a leggere ' Guerra e Pace ' , questo rapporto si configura con l'impossibilita' di staccarsene: la lettura - dice - e' come un vizio. Professore di Latino e Italiano al liceo Tasso di Roma ha insegnato la tecnica del verso teatrale anche all'Accademia Nazionale Arte Drammatica.Quirino Principe ospite intervenuto, afferma che Sermonti 'si avvicina piu' all'esattezza'. Vittorio Sermonti regista radiofonico, funzionario al terzo programma, ha firmato testi e regie e percepisce la modernita' dell'arte con grande devozione del sapere musicale. Mario Avogadro (regista teatrale) allievo di Sermonti ne elogia l'originalita' assoluta e l'attaccamento alla comprensione del verso: essere Sermonti attore, interprete e letterato. Esperienza memorabile e' la lettura della Divina Commedia integrale a Ravenna nella Basilica di S.Francesco luogo di sepoltura del sommo Maestro. Nel 1967 Sermonti e' a Praga al congresso di scrittori su Kafka: 'citta' di una bellezza impressionante'. 'L'Eneide' di Virgilio (Rizzoli) e' l'ultimo libro di Vittori Sermonti, il rapporto tra Dante e Virgilio, ogni traduzione e' una riscrittura. Ultimo luogo Parigi (1950) e Brema (citta' danese e un po' inglese).

    • Pubblicato il20/05/2007
  • ROBERTO CAPUCCI

    Raro e inatteso ospite de 'i luoghi della vita' e' lo stilista delle meraviglie Roberto Capucci. Capucci rievoca l'infanzia romana in un giardino incantato e rimasto nel cuore, le piante essenziali, colori dei fiori, la natura mi faceva sognare, fin da piccolo - dice - non usavo le forbici, avevo un istinto per il colore e la bellezza. Capucci frequenta il Liceo artistico con Mazzacurati come Maestro di scultura, un periodo bellissimo. Nel 1950 l'incontro con un giornalista e' l'inizio della sua carriera, conseguenza di alcuni disegni. Apre una sartoria in Via Sistina a Roma, veste donne diverse: Isa Miranda, la Principessa Pallavicini, la fascinosa Valentina Cortese, la bellissima Alida Valli fino a Marilyn Monroe, mai conosciuta. Il Maestro frequenta Musei, ha bisogno del bello tutti i giorni, 'altrimenti - dice - non riesco a creare e disegnare'. Nel 1962 Capucci sbarca a Parigi, firma il primo profumo, la scena del glamour parigino e' il centro del mondo. Si iscrive all'Alta Moda con personale francese, realizza sfilate memorabili 'al buio con vestiti fosforescenti' un successo strepitoso. Il Maestro racconta come nasce un vestito, prima le tele in laboratorio in b/n, spiego ove voglio i tagli, oggi - dice - e' difficile trovare i tessuti 'i colori del velluto sono diversi'. In India, Germania e Francia trovo i tessuti per il mio lavoro, il mio laboratorio cambia in continuazione, ho lavoranti da quaranta anni. Capucci conosce Indira Gandhi, a Vienna e Berlino espone al Museo Kunsthistorichen. Il Prof. Carlo Bertelli testimone di Capucci racconta di aver scritto un saggio su di lui: 'e' un inventore di forme aeree, ama viaggiare e guardarsi intorno', Capucci e' stato affascinato anche dal mondo del cinema anche se sporadicamente ma con una qualita' eccelsa come in tutti gli altri campi; suoi i costumi ralizzati per Teorema di P.P.P. Di Pasolini il Maestro parla di uomo straordinario, persona educatissima, 'volevo vestire Silvana Mangano' bella, affascinante, misteriosa, in prova nessuno parlava, diventammo amici. L'unica cliente che ho cercato di indurre a vestire Capucci e' stata Rita Levi Montalcini per la cerimonia di consegna del Premio Nobel. La scienziata minuta, capelli bianchi con i loro del Caravaggio, amaranto, verde e' la regina della sera: 'deve portare la coda' - Le dissi - e' la sola donna in un mare di uomini in frac. Oggi, quel vestito e' alla Fondazione. Roberto Capucci e l'omaggio alla Callas 1986. Raina Kabaivanska altra illustre ospite, ha accompagnmato il Maestro con i suoi abiti in questa lunga strada e afferma che: 'con Roberto siamo stati in simbiosi, ha capito la mia personalita', i suoi vestiti sono crudeli, possono divorare la persona o esaltarla'. La bellezza - prosegue la Kabaivanska - e' l'arte e la musica.

    • Pubblicato il30/12/2007
  • RENATO NICOLINI

    "Le notti romane". Renato Nicolini e' l'ospite di oggi a "i luoghi della vita". Memorabile il suo Napoleon dell'81 con Mitterrand e J.Lang in prima fila su iniziativa di F.F. Coppola eccessivo in tutto, un visionario. Rievoca l'infanzia durante la guerra (e' nato nel 1942) quartiere Prati, il rumore delle bombe, gli allarmi, si scendeva in cantina, luogo di grande socialita'. La sua formazione di sinistra avviene gia' nell'adolescenza con una presenza costante in sezione; segretario della FGCI, alacre, piccolo funzionario. L'occupazione a Valle Giulia, facolta' di architettura 1963: i prodromi di cio' che molti anni dopo sarebbe avvenuto sempre da quel teatro. Il collega Alessandro Anselmi intervenuto, rievoca Cuba dove il giovane Nicolini aveva vinto un viaggio organizzato da Cesare De Seta e dove lo stesso fu tentato di rimanere. Racconta dell'arrivo di Che Guevara, rimane impressionato dai suoi gesti. Il 1968 per Nicolini ha significato la fine dell'attivita' politica e per un lungo periodo si dedica all'architettura e si laurea nel 1969. Militare a Verona dopo essere stato cacciato dalla Cecchignola in quanto sospettato di essere una spia sovietica, Nicolini rientra a Roma, frequenta Cineclubs e "l'occhio-l'orecchio e la bocca" e' tra i preferiti: "la citta' - dice - e' bella dove c'e' un luogo dove stare". Fine anni settanta inizi ottanta e' Assessore alla cultura del Comune di Roma, diventa famoso per le sue idee innovative d'avanguardia regalando ai romani spettacoli all'aperto; cinema, teatro, ballo facendo quindi vivere la citta' per ventiquattr'ore. Ricorda Giulio Carlo Argan uomo straordinario, capiva che Roma era citta' internazionale. Simone Carella altro ospite ci racconta la sua allegria in giro per cantine romane e afferma che Nicolini e' un artista della politica. Barcellona, eletto luogo della vita di Nicolini poiche' l'ha vista nascere e crescere: un percorso molto legato all'architettura moderna. Anni '94-'97 un ricordo meraviglioso di Napoli dove fu Assessore all'identita', vissuta in un periodo di fiducia del cambiamento della citta'. Conclude con il suo amore per le isole (Eolie) legate a storie private.

    • Pubblicato il30/09/2007
  • RENATO MAMBOR

    Renato Mambor romano classse 1936 artista di bell'aspetto pop-concettuale, uno dei piu' giovani protagonisti negli anni sessanta di Piazza del Popolo: la risposta italiana tra metafisica e pop-art americana. Rievoca il gruppo di artisti e compagni di strada incontrati ad un distributore di benzina nel quartiere tuscolano di Roma ed il terrazzo artistico ove si bruciava la materia. Insieme a Schifano, Pascali, Tacchi la galleria La Tartaruga di P.De Martis luogo di elezione dei sovracitati artisti ove, per la prima volta vennero esposti sagome, timbri e segnali stradali. L'interesse di Mambor per il teatro lo porta a privilegiare ricerche d'ambiente con strutture come 'L'evidenziatore' (uno strumento meccanico per agganciare oggetti e spostarli nel mondo dell'arte). In circostanze pittoresche incontra Federico Fellini e viene da lui inserito nella scena del ballo ne 'La dolce vita'. Io, benzinaio, 'ragazzotto di periferia' fui catapultato in quel mondo. Mambor e il gruppo Trousse fortemente visivo: ascensore, scatole e un uomo dentro un parallelepipedo, l'artista lavora sui segni del linguaggio, smette di dipingere: era il 1975. Negli anni novanta torna alla pittura con temi legati alla percezione, realizza installazioni particolari ed espone nelle piu' importanti citta' italiane. L'artista conclude affermando: 'e' importante saper osservare, l'incapacita' nasce dal non farlo'.

    • Pubblicato il14/01/2007
  • RAFFAELE LA CAPRIA

    Ospite de 'i luoghi della vita' Raffaele La Capria con 'Ferito a morte',spartiacque della letteratura italiana. Lo scrittore ha narrato e vissuto una vita facile, quotidiana, dominata dalla costante presenza del mare essendo nato a Napoli. 'Ferito a morte' ambientato a Capri, uscito nel ' 61 vince un clamoroso premio Strega e nasce da un'idea di giovinezza che fugge nel momento che la stai sotterrando, un ritratto della vita partenopea che ti ferisce a morte o ti addeormenta. Magicamente da' corpo a Palazzo Donn'Anna a Napoli, un palazzo del seicento che, visto dal mare sembra uno scoglio 'il rumore dell'acqua dagli scogli, il suono dell'acqua che vi penetra, il rumore del traffico nella memoria immaginativa'. Napoli oggi e' distrutta dalla speculazione edilizia che cambia i connotati delle persone. La scrittrice Elisabetta Rasy ospite, racconta il loro rapporto filtrato da immaginazioni posillipine 'a Palazzo Donn'Anna lasciava una scia di prestigio e frustazione' - oggi - prosegue la Rasy c'e' una naturalezza nella scritttura di La Capria - sprezzatura - che lo rende ancora piu' amato dalle giovani generazioni. La Capria e il quindicinale 'SUD' di Pasquale Prunas, nasceva il primo nucleo antifascista, i giovani si incontravano al 'GUF'. Il maestro e il rapporto con la grande letteratura: rievoca l'amico Cesare Garboli, con una simpatia umana, pero', 'voleva essere lui il maestro', aveva una lucidita' autodistrruttiva. Molti gli uomini importati che popolano la vita di Raffaele La Capria: F.Fortini, G.P.Griffi (voleva vivere momenti eccezionali, la decadenza non era verbale). La Capria e i cinque libri piu' importanti per capire il mondo. Il giovane critico Emanuele Trevi interviene in trasmissione per sottolineare l'estremo interesse con La Capria testimoniato in un libro con lo stesso, 'argute e intelligenti'. La stagione romana con un ricordo di Enzo Siciliano subentrato per un numero a 'Diario'. La Capria e le conversazioni alla radio con Gadda; conosce E.Morante e A.Moravia laconico, mai banale, molto pertinente, ti considerava sempre alla pari. Il ricordo e l'amicizia di La Capria per Goffredo Parise al cui voto deve la sua vittoria allo Strega. Lo conobbe per una attivita' di propaganda e al quale infine ha dedicato il libro 'Caro Goffredo'. Conclude con l'ultimo testo (in ordine di tempo) 'Capri e non piu' Capri' del 1991 ove parla della perdita della bellezza.

    • Pubblicato il07/01/2007
  • RAFFAELE CROVI

    L'ospite di oggi e' Raffaele Crovi scrittore, ossimoro (cristiano illluminista) nonche' editore e critico letterario. Rievoca gli inizi all'Einaudi con Elio Vittorini, incontro magico, vivo, il vero intellettuale italiano con una grande curiosita' verso gli altri, inventore di progetti. Calvino, Sciascia, Lucentini e Mario Rigoni Stern, tutti lanciati da Vittorini. Crovi e la Milano anni cinquanta post-sironiana, di periferia, dei bordelli (educativi), la Milano ludica e carnevalesca di Emilio Tadini, oggi, continua Crovi, e' una metropoli viva, ma disordinata e confusa, ove i cittadini hanno smesso di comunicare. Lo scrittore racconta della cascina Calderara, luogo amato da bambino e Cola un paesino sull'appennino reggiano e dallo stesso chiamato 'la mia cuccia': 'li' mi sento protetto', la stalla ove il nonno Pompeo gli leggeva i classici della letteratura trasformata oggi in biblioteca, c'e anche una tomba. Ancora Cola e l'evento festoso per l'uccisione del maiale: il maiale che accompagna tutta l'annata dei contadini. Raffaele Nigro ospite intervenuto, legato a Crovi per la passione per la letteratura. 'Diario del sud' un libro di Crovi in omaggio alle Puglie: luogo di incontro, Puglia normanna, Puglia barocca. Fra le molteplici attivita', Crovi e' stato responsabile dei programmi culturali della TV fino alla riforma del ' 76 e la ricorda come esperienza straordinaria. La scrittrice per l'infanzia Bianca Pitzorno altra ospite, definisce l'incontro con Crovi il piu' importante in assoluto. Crovi e l'editoria. Entra in Mondadori come lettore, incontra Vittorio Sereni persona discreta e ironica, parla degli amici e maestri: Mondadori, Calvino, Rusconi e V.Bompiani. Conclude con Urbino-citta' ducale e il rapporto con Carlo Bo, conosciuto da Elio Vittorini attraverso le poesie di Giovanni Pascoli.

    • Pubblicato il06/05/2007
  • PIERLUIGI PETROBELLI

    Nato a Padova nel 1932 l'illustre studioso spiega come si puo' vivere la musicologia senza barricarsi nei domini specialistici. Scopre la musica da bambino ascoltando le zie cantanti e pianiste come si conveniva alle ragazze di buona famiglia. Racconta Petrobelli il suo percorso professionale iniziato con gli studi sulla musica di Giuseppe Tartini, il rapporto di amicizia con Luigi Dallapiccola iniziato a Firenze e proseguito negli Stati Uniti, la passione per l'opera di Giuseppe Verdi che culminera' nell'incarico di Direttore dell'Istituto Nazionale Studi Verdiani di Parma. Altri due ospiti rendono omaggio al professore Petrobelli: Gilles De Van professore di letteratura italiana alla Sorbona ne ripercorre l'amicizia quarantennale e il linguista Luca Serianni spiega quanto sia stato importante il contributo dato da Petrobelli allo studio del rapporto tra testi e musica anche rispetto alla produzione musicale mozartiana.

    • Pubblicato il04/02/2007
  • PATRICE CHEREAU

    Patrice Chereau uno dei rari maestri dell'opera d'arte europea capace di spaziare dal teatro di prosa e quello d'opera, geniale attore nonché regista, sceneggiatore e drammaturgo. Ospite a 'i luoghi della vita' racconta gli esordi nel 1975 come regista: Guibert (testi forti, provocatori, duri e poetici) e raffinatissimo regista di Intimacy. La 'sua' regina Margot, impressionante per forza e potenza di visione pittorica gli vale l'Orso d'oro a Berlino. Chereau rompe una tradizione delle leggende germaniche proponendo per il centenario di Wagner a Bayerut un singolare 'Ring'. Conclude, infine con un ricordo dell'infanzia e adolescenza a Parigi fatta di solitudine e silenzi; 'il teatro mi ha salvato'.

    • Pubblicato il28/01/2007
  • PAOLO MORENO

    Paolo Moreno ordinario di Storia dell'arte antica, archeologo, insegna all'Universita' di Roma3, allievo di Ranuccio Bianchi Bandinelli, una vita spesa non solo a studiare, ma anche a divulgare come testimonia uno degli ospiti, Luciano Canfora amico e sodale di Moreno nella Bari degli anni sessanta. Canfora lo definisce "puro di cuore, ma combattivo come un gueriero". Insieme a combattere la causa contro le dispense universitarie inutili e dannose per gli studenti: "eravamo dei veri riformisti". Moreno e la scoperta nel '72 dei Bronzi di Riace: il restauro a Firenze nell'81 poi, la successiva esposizione al Quirinale, il racconto della scoperta.

    • Pubblicato il18/02/2007
  • MARIO MARTONE

    Regista di teatro e di cinema, Mario Martone racconta i "luoghi" fisici e mentali che hanno caratterizzato il suo percorso umano e artistico dagli anni '70 fino ad oggi. La prima formazione culturale la riceve frequentando "l'Umberto" nel cuore della Napoli-bene, un liceo borghese ove stringe amicizia con alcuni studenti che in seguito aderiranno al progetto "Falso Movimento" il gruppo da lui fondato, territorio di intense e prolifiche sperimentazioni artistiche. Martone inizia giovanissimo misurandosi in tutti i generi possibili, spesso fondendoli tra di loro. Nel corso della puntata il regista parla anche del colera e del terremoto, eventi che cambieranno radicalmente la sua citta' segnando nel profondo una generazione di giovani di quei tempi.

    • Pubblicato il11/02/2007
  • MARIO BOTTA

    Mario Botta umanista, architetto di fama mondiale e' l'illustre ospite de "i luoghi della vita". Classe 1943, Mendrisio luogo di nascita, studia a Milano e Venezia con maestri come Le Corbusier, Carlo Scarpa (architetto di grande respiro pedinato per cinque anni a Venezia) e Kohen (grande pensatore, parlava del passato come un amico). Botta, al lavoro di progettazione affianca l'attivita' di insegnamento e di ricerca in varie scuole europee, da Losanna, New Haven e S.Francisco. Carlo Bertelli storico dell'arte intervenuto ricorda il loro primo incontro e elogia quel giovane straordinario conosciuto tramite L.Belgioioso. I Musei di Mario Botta definiti dalla critica "Cattedrali del XX secolo" sono per antonomasia: il MART di Rovereto e lo strepitoso MOMA di S.Francisco. Botta racconta l'architettura concepita come arte capace di fondersi con la natura e di materiali come il marmo bianco, nero , la pietra grigia e rossa. L'architetto progetta chiese, cappelle e sinagoghe (Tel Aviv). Suo e' il restauro del Teatro alla Scala di Milano di cui il filosofo Aldo Colonnetti ospite in trasmissione afferma che Mario Botta e' stato bravissimo a resistere alle numerose critiche poiche' uomo coerente con se stesso. Da ultimo Belluno; suo e' l'allestimento della esemplare mostra di Tiziano.

    • Pubblicato il23/09/2007
  • Precedente
  • 1
  • 2
  • 3
  • Successive