Letture 'Don Chisciotte - La follia e la fede 'con Sergio Givone. 3a puntata 'Dietro l'incanto'
Cultura
Con il filosofo Sergio Givone, nella terza puntata di questa serie, continuiamo la lettura del romanzo di Miguel Cervantes, scritto tra il 1604 e il 1614: il sogno per Don Chisciotte è non solo illusione, ma è anche svelatore di verità, le allucinazioni dell'hidalgo per antonomasia sono rivelatrici di elementi della realtà altrimenti inafferrabili.
Libri
Miguel Cervantes, Don Chisciotte della Mancia, traduzione, introduzione e note di Vittorio Bodini, Einaudi
Miguel Cervantes, Don Chisciotte della Mancia, Traduzione e note di Alfredo Giannini, edizioni BUR
Maria Zambrano, Il sogno creatore, Bruno Mondadori
Miguel de Unamuno, Vita di Don Chisciotte e Sancho Panza, Bruno Mondadori
Andres Trapiello, Le vite di Miguel de Cervantes, Neri Pozza
I passi del Don Chisciotte sono letti, nel corso della puntata, dagli attori Toni Servillo e Danilo De Girolamo.
A un certo punto scorsero trenta o quaranta mulini a vento che che sono in quella pianura; e come don Chisciotte li ebbe veduti, dissero al suo scudiero: "La fortuna va guidando le cose nostre meglio che potessimo desiderare. perché vedi là, amico Sancio Panza, dove si scorgono una trentina di smisurati giganti, con i quali penso di ingaggiare battaglia, per ammazzarli tutti. Con le loro spoglie cominceremo a farci ricchi; poiché questa è una buona guerra, ed è anche gran servigio reso a Dio sbarazzare da tanto cattiva semenza la faccia della terra". "Ma&Quali giganti? domandò Sancio Pancia. "Quelli - rispose il padrone - che tu vedi laggiù, con le braccia lunghe: e ce ne sono anche di quasi due leghe. "Guardate - rispose Sancio - che quelli che si vedono laggiù non sono giganti, ma mulini da vento, e quel che in essi sembrano braccia sono le pale, che girate dal vento, fanno andare la macina del mulino". "Si vede bene - rispose don Chisciotte -, che in fatto non sei pratico; sono giganti, quelli! E se hai paura, scostati di li e mettiti a pregare mentre io vado a combattere con essi fiera e disuguale battaglia". E, cosi dicendo spronò il cavallo Ronzinante, senza badare a quel che gli gridava lo scudiero per avvertirlo che, certissimamente, erano mulini a vento e non giganti quelli che stava per assalire. Ma egli s'era così incaponito che fossero giganti, da non udire le grida del suo scudiero Sancio, né, per quanto fosse già molto vicino, s'accorgeva di quel che erano davvero; anzi strillava a piu` non posso: "Non fuggite, gente codarda e vili; che è un cavaliere solo colui che vi assale".
Si levo` frattanto un po' di vento, e le grandi pale cominciarono ad agitarsi; Vedendo ciò, don Chisciotte gridò: «Potreste agitar braccia più di quelle del gigante Briareo, ma me la pagherete." Ciò detto, e raccomandandosi di tutto cuore alla sua dama Dulcinea affinché lo soccoresse in quel passo, ben difeso dalla sua rotella, e con la lancia in resta, mosse all'assalto, al gran galoppo di Ronzinante, e attacco` il primo mulino che gli era dinanzi. Ma, nel dare un colpo di lancia contro la pala, questa fi roteata con tanta furia dal vento che mando` in pezzi la lancia e si trascino` dietro cavallo e cavaliere, il quale andò a rotolare molto malconcio per il campo.
(Miguel Cervantes, Don Chisciotte della Mancia, Traduzione di Alfredo Giannini)