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I programmi di (none)

L'infiltrato

in onda Giovedì 10 gennaio 2013 alle 21.05

In prima visione assoluta
Un grande film
Un grande evento televisivo
Un’avvincente spy story

 

 

L’INFILTRATO
(L’infiltré, Francia 2011)
di Giacomo Battiato

Durante gli anni '80, Abu Nidal era a capo di una organizzazione terroristica palestinese che ha effettuato una serie di attacchi in tutta Europa, e che stava minacciando di intensificare l'attività in Francia. Il film racconta come un funzionario dei servizi segreti francesi è riuscito a infiltrarsi e a destabilizzare questa organizzazione attraverso la manipolazione di uno dei suoi giovani membri.
Candidato per la Francia agli Emmy TV. Interpretato da Jacques Gamblin (“Il primo uomo” di Amelio), Mehdi Dehbi e Salim Daw.

 

 

Brani da un’intervista a Giacomo Battiato

Quali sono i fatti che racconta «L’Infiltré»?  «È una spy-story che ha due protagonisti: il generale dei servizi segreti francesi Philippe Rondat, che è stato la mia fonte diretta della storia e un giovane palestinese. Il primo è interpretato, con altro nome, dal bravissimo Jacques Gamblin (già protagonista de Il Primo Uomo, di Amelio); il giovane è Mehdi Dehbi, una straordinaria rivelazione. Terzo personaggio della storia è Abou Nidal, il potente e carismatico capo palestinese cui si attribuiscono molti attentati terroristici».

Dunque siamo in pieni anni ’80?  «Dopo le bombe di Parigi, che seguirono quelle negli aeroporti di Vienna e di Fiumicino. I servizi segreti avvicinano Nidal per garantirsi che la Francia non sia più bersaglio di attentati. Nidal, che nel film è Salim Daw, acconsente, ma in cambio chiede la liberazione di due terroristi e l’inserimento nei corsi dell’Università La Sorbonne di alcuni giovani palestinesi, per i quali ha programmato un futuro da infiltrati. L’accordo si chiude, ma uno dei giovani indicati da Nidal viene manipolato dai servizi segreti che ne fanno un loro collaboratore anche quando diventa il braccio destro del leader palestinese».

Un attacco ai servizi segreti? «Mi interessava mettere in evidenza il tema dello spietato cinismo dei servizi segreti che prima si servono di esseri umani deboli e poi li lasciano cadere».

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