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I programmi di (none)

Radici

Il venerdì alle 23:05

“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.
 

Così, sessant’anni fa, scriveva Cesare Pavese. Così, oggi, potrebbero scrivere i protagonisti di “Radici”, la serie di reportage firmati da Davide Demichelis in onda su Rai3 dal 10 giugno al 1 luglio 2016.

Un viaggio nel mondo dell’immigrazione quella regolare e silenziosa. Un viaggio alla ricerca delle proprie radici, degli affetti, dei luoghi, dei ricordi ad essi legati.

I protagonisti delle nostre storie, immigrati che vivono in Italia, fanno ritorno nei loro Paesi di origine in compagnia di Davide Demichelis in un continuo oscillare tra la storia culturale, politica e sociale del proprio Paese e la “piccola storia” personale fatta di famiglia e amici, di luoghi ed emozioni.

Ogni protagonista diventa una guida d’eccezione: parla italiano e quindi comunica direttamente le sensazioni nel ritrovare i luoghi natali e la sua gente, ma può anche descrivere i motivi che lo hanno spinto a lasciare il proprio Paese per trasferirsi in Italia.

Il programma è un racconto per immagini di un viaggio autentico, tra esperienze che aiutano a comprendere le caratteristiche di ogni territorio, le particolarità di ogni cultura e le differenze con la nostra. Un ritratto di Paesi in chiaroscuro perché insieme alle bellezze ambientali e naturalistiche del territorio in “Radici” convivono la povertà, le diseguaglianze e le forme di sfruttamento. Ma l’obiettivo viene puntato anche sulla vita quotidiana dell’immigrato in Italia: il suo lavoro, la sua casa, la città e le persone con cui vive, ma anche quanto della cultura e delle tradizioni del proprio Paese abbia trasferito in Italia.

Uno sguardo nuovo, dunque, sul fenomeno dell’“altra” immigrazione, fatta - secondo i dati Istat 2014 - di 3 milioni e 875 mila immigrati regolari, pari al 6,4 per cento della popolazione.

“Sono alcune decine di migliaia ogni anno - afferma Davide Demichelis - i disperati che attraversano il Mediterraneo con le “carrette del mare”, ma fanno notizia: radio e giornali, tv e siti web parlano quasi solo di loro, per via della drammaticità della situazione. Gli immigrati regolari invece sono molto più numerosi, contribuiscono a creare l’11 per cento del Prodotto Interno Lordo, incidendo per il 10 per cento sul totale dei lavoratori dipendenti. Ma di loro non si parla mai. Eppure, senza il loro contributo, lo Stato perderebbe ogni anno 11 miliardi di contributi fiscali e previdenziali. La gran parte degli stranieri in Italia vive quindi una vita normale, spesso segnata da un lavoro duro, al solo scopo di garantirsi la sopravvivenza e magari mandare qualche aiuto alla famiglia, nel Paese d’origine”.

“Radici” fra avventura e realtà sociale, tra gusto per l’esotico e passione per culture e tradizioni diverse è un tentativo di restituire un volto e un’identità a queste persone e alle loro storie.

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