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I programmi di (none)

Le tribù della musica

In onda domenica 4 e 11 settembre 2011 alle 23.30

Raccontare l'Italia dei concerti. Raccontare quel pezzo eterogeneo di paese che soprattutto d'estate affolla stadi, piazze, teatri e locali mettendosi in sintonia con altri che condividono la passione per la stessa musica, lo stesso artista, la stessa star: Muti e Vasco, Ligabue e Abbado, Jovanotti e i geni del jazz, Vecchioni ed Emma. Vere e proprie "tribù" che siamo abituati a vedere come lo sfondo colorato di eventi che la televisione fatica a raccontare, e che invece portate al centro della scena forniscono uno spaccato sorprendente del paese e del suo modo di cambiare.

E' appunto questo "Le tribù della musica - Viaggio nell'Italia dei concerti" il programma in due puntate affidato da Raitre alla sensibilità di Massimo Bernardini, che - nella pausa del suo ormai consolidato "Tv talk" - ha percorso in lungo e in largo l'Italia estiva sulle tracce di chi alla musica sacrifica interi periodi di ferie, sobbarcandosi viaggi lunghissimi, attese interminabili, spese a volte rilevanti.

Senza pregiudizi, con la stessa genuina curiosità, la troupe si è immersa tra i 250 mila delle storiche notti di Vasco Rossi a San Siro, nella folla della serata con i discepoli di Miles Davis a Umbria Jazz, tra le spaurite fans di "Amici" che si consegnano ogni sera alla "loro" Emma e tra i giovani che scoprono il loro primo Rossini alla Scala. Via via fino ai lampedusani grati al Baglioni di "O Scià", alla "bella gente" di Jovanotti all'Olimpico di Roma, alla tifose fiorentine di Gianna Nannini. O ancora ai metallari del rock più puro, in un carnet che include anche le serate dance con Electrovenice o Bob Sinclar, il ‘700 napoletano di Riccardo Muti, i rocker all'italiana di Zucchero, i radical chic di Vecchioni, il Beethoven di Abbado, le serate popolari di opera all'aperto all'Arena di Verona.
Studenti, operai, radiologhe, ragionieri, disoccupati, padri di famiglia, bambini in carrozzina, commercialisti, camionisti mescolano le loro voci a quelle di star ed artisti chiamati per una volta non a parlare di sé, ma di chi li ascolta.

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