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I programmi di (none)

Inventare il tempo

Mercoledì alle 21:15


















Un programma scritto e condotto da Sandro Cappellettoregia di Angelo Bozzolini.
Inventare il tempo: un nuovo programma di Rai 5, protagonista la musica.  Musica eseguita e musica narrata. Si ascolta e si racconta un quartetto d’archi, una sonata per pianoforte, un madrigale, come si racconta un romanzo. Uno spettacolo di musica e parole in cui il compositore e la sua opera vivono nella storia del loro tempo e la trascendono per arrivare fino a noi. Come accade ai capolavori. E i capolavori non mancano nelle otto puntate della serie, tra le creazioni più alte della musica da camera: le Variazioni Goldberg di Bach, il Quartetto delle dissonanze di Mozart, il Quintetto con pianoforte di Sostakovich, il Quartetto per la fine del Tempo di Olivier Messiaen, i Canti polacchi di Chopin. Sul set il narratore, Sandro Cappelletto, giornalista e storico della musica. Accanto a lui gli interpreti. Molti i giovani, come i due ragazzi e le due ragazze del  Quartetto Guadagnini, recente vincitore del Premio Abbiati della critica musicale italiana riservato ai giovani interpreti. Con loro, alcuni dei grandi nomi delle sale da concerto: Ramin Bahrami, Alessandro Carbonare, Michele Campanella, Gabriele Geminiani. E due celebri soprani: Daniela Mazzucato, per i Canti polacchi di Chopin  e Michela Sburlati, per alcune arie delle opere di Puccini. La regia di Angelo Bozzolini, autore  televisivo, regista del recente film sull’Orchestra di Santa Cecilia, Il carattere italiano, è centrata sul volto e il corpo degli interpreti, per comunicare la tensione e la fisicità stessa dell’esecuzione musicale. Parole e suoni si inseguono, il racconto e l’esecuzione si integrano. La musica viene così scomposta e ricomposta, come “riscritta”, attraverso un costante dialogo tra il narratore e gli interpreti, chiamati a interrogarsi sulle ragioni del compositore, sui propri dubbi,  sulle proprie scelte, invitati a stare al gioco, se serve a ripetere, anche a variare, o a sbagliare, una battuta o un tema, per aiutarci a comprendere un momento musicale. Il programma prova a illuminare la storia e la struttura dell’opera prescelta, andandole dentro. E uscendo talvolta dal set per proporre immagini capaci di contestualizzare il luogo e il tempo della creazione dell’opera.Il set non è uno studio televisivo, ma un ambiente reale. Sono stati scelti interni di palazzi romani, in gran parte sedi di istituzioni culturali europee: sentiremo Mozart e Schubert nella biblioteca del Forum Austriaco di Cultura, Bach e Messiaen al Goethe Institut, Chopin nel salone dell’Istituto Polacco, Gesualdo nel cinquecentesco Palazzo Caetani. Una “ben temperata sobrietà” sovrintende a Inventare il tempo. Nessun effetto gratuito, ma essenzialità e chiarezza di immagini, di suoni, di parole. Quattro telecamere HD, una steady cam che fluttua tra gli strumenti, una piccola slider: la grammatica dell’immagine è sempre al servizio del testo e della partitura. Sandro De Pascalis cura una fotografia dalla forza cinematografica. La registrazione del suono, rigorosamente dal vivo, é affidata alla sensibilità di uno specialista come Igor Fiorini. Inventare il tempo è prodotto per Rai 5 da Luca Criscenti di Land Comunicazioni, società specializzata in contenuti culturali – arte, musica, storia – per la televisione. 


17 settembre
LA NOTTE DELLE DISSONANZE
W. A. Mozart, Quartetto K 465 n. 19 in do maggiore Interpreti: Quartetto Guadagnini (Fabrizio Zoffoli, violino; Giacomo Coletti, violino; Margherita Di Giovanni, viola; Alessandra Cefaliello, violoncello)Set: Forum austriaco di culturaLa notte più felice della vita di Mozart. Quella sera, nella sua bella casa al centro di Vienna, davanti a sua moglie, al padre, a Franz Haydn, il più celebre compositore del tempo, nascono tre nuovi quartetti per archi. Quando verranno pubblicati, Mozart sarà violentemente criticato: è l'ultimo della serie a sconcertare. Perché inizia con un misterioso Adagio, che rompe tutte le regole?E' il fascino segreto del "Quartetto delle Dissonanze", dove vive la sua più intima bellezza.

24 settembre
LA PADRONA DI CASA
F. Chopin, Brani per pianoforte e tre canti polacchi Interpreti: Daniela Mazzucato, canto e recitazione; Marco Scolastra, pianoforteSet: Istituto polacco di RomaFryderyh Chopin e George Sand: un genio del pianoforte, "bello, fragile, malato, viziato come un principe d'Oriente" e una scrittrice che firmava i suoi romanzi con un nome da uomo. Tra Parigi, la campagna francese, Palma de Mallorca, il racconto della loro relazione, totale e tormentata, tra  estrema visibilità pubblica e difficile intimità. Lui la chiamava così: "Buongiorno, Signora padrona di casa". Lei ne rideva, si sentiva lusingata. E quando, per evitare "miserabili insinuazioni", lui la lascia, lei scopre di avere ancora bisogno della sua musica: "Era impossibile non ascoltarti. E loho fatto ogni giorno, per nove anni".

1 ottobre
L’ANGELO DEL TEMPO
O. Messiaen, Quatuor pour la fin du tempsInterpreti: Monaldo Braconi, pianoforte; Eleonora Elisa Papandrea, violino; Gabriele Geminiani, violoncello; Alessandro Carbonare, clarinettoSet: Goethe Institut di Roma"Grazie. Questa musica ci riscatta tutti. Non ci riporta dove siamo, ma a quello che siamo. Esseri umani". Così, la sera del 15 gennaio 1941, alla fine del concerto, un prigioniero di guerra si rivolge al compositore francese Olivier Messiaen. Quella notte, nel gelo della baracca di un Lager, è nato un capolavoro che scalda il cuore. Che ricorda come gli uomini siano capaci di toccare tutti gli estremi; come, anche al culmine dell'orrore, possano nascere la speranza e l'amore, affidati qui alla dolce potenza della musica. Una vicenda unica, esattamente ricostruita.

8 ottobre
COME UN’ALMA RAPITA
Gesualdo da Venosa, Madrigali  Interpreti: Ensemble De Labyrintho (Walter Testolin, direttore)Set: Fondazione Camillo CaetaniCarlo Gesualdo, principe di Venosa. Un nobile, un artista, un nipote di cardinali e papi, un assassino, colpevole di un doppio delitto: uccide la moglie e l’amante di lei. Un gran caso di cronaca nera, nella Napoli di fine Cinquecento. Difficile parlare di lui senza farne un fumetto. Meglio ascoltare Stravinskij, che per primo ne comprende l’unicità: “Gesualdo è un musicista senza padri e senza figli, un pianeta senza satelliti nella storia della musica”.Il contrasto violento di luci e ombre, la tensione che mai si appaga,  l’armonia dalla quale emerge un canto lancinante, invasivo: per capire la musica di Gesualdo, bisogna osservare i quadri di Caravaggio, suo perfetto contemporaneo.  

15 ottobre
HO DOVUTO UCCIDERLE (QUASI) TUTTE
G. Puccini, Arie ed episodi tratti dalle opere Turandot, Manon Lescaut, Bohème, Madama Butterfly, ToscaInterpreti: Michela Sburlati, soprano; Elio Pandolfi, recitazione; Marco Scolatra, pianoforteSet: Istituto Polacco di RomaGiacomo Puccini, infallibile serial killer di soprani. Fossero schiave innamorate del loro principe d’oriente, ragazze ambiziose e ingenue, fioraie che vivono nelle mansarde di Parigi, giovani geishe costrette a sposarsi, ricche attrici romane di successo, il loro destino è segnato.  Piacevano così, le donne all’opera: belle e condannate. In un percorso creativo lungo oltre trenta anni, il destino tragico della protagonista rimane una costante del teatro musicale di Puccini. Cinque titoli, altrettante scene madri, narrate prima leggendo il libretto, per poi passare dalla parola detta alla parola cantata e accompagnata dalla musica. Ed è in questo tragitto che si esprime la grandezza di Puccini.

22 ottobre
UN ARTISTA DEL POPOLO?
D. Sostakovic, Quintetto in sol min per pianoforte e archi op. 57 Interpreti: Michele Campanella, pianoforte; David Romano, violino; Ingrid Belli, violino; Raffaele Mallozzi, viola; Diego Romano, violoncelloSet: Fondazione Camillo CaetaniArtista del popolo, amico del popolo, nemico del popolo: durante la sua vita Dmitri Sostakovic è stato tutto questo. Il regime politico durante il quale è vissuto, ha deciso che lui è stato tutto questo, portandolo alle soglie della pazzia. La musica da camera è il rifugio segreto di questo gigante del Novecento e nel Quintetto op. 57 vivono intenzioni fulminee, memorie e abbandoni dolcissimi. All’opera viene assegnato nel 1941 il Premio Stalin di Prima Classe: ma come è possibile, si domanda l’artista? Soltanto pochi anni prima, aveva dovuto ritirare una sua opera, Lady Macbeth del distretto di Mzensk, e umiliarsi in una pubblica autocritica. Eppure,  la sua musica, è sempre la stessa, inconfondibile. Lui lo sa, e questo lo salva.

29 ottobre
LE VARIAZIONI GOLDBERG
J. S. Bach, Variazioni Goldberg  Interpreti: Ramin Bahrami, pianoforteSet: Goethe Institut di RomaDavvero Bach ha scritto le Variazioni Goldberg come ninna nanna per un diplomatico che aveva perduto il sonno e, per ritrovarlo, si è affidato alla musica? Ed è mai esistito un signor Goldberg? Un’Aria iniziale, poi trenta Variazioni – organizzate secondo un ordine sempre uguale e sempre diverso – e poi ancora, per chiudere, l’Aria (Bach usa proprio questa parola italiana) con cui il percorso era iniziato. Ma se qualcosa finisce come comincia e comincia come finisce, vuol dire che non ha né inizio, né fine, che il suo orizzonte è l’infinito. Johann Sebastian Bach, rigoroso come un matematico, fantasioso come un giocoliere.

5 novembre
PROVA D’ARTISTA
F.Schubert , Quartetto per archi op. 125 N. 1 Interpreti: Quartetto Sincronie (Human Vaziri, violino; Nicola Russo, violino; Arianna Bloise, viola; Jo-Chan Lin, violoncello)Set: Forum Austriaco di culturaVienna, 1813. Franz Schubert è un ragazzo di sedici anni che studia per diventare maestro  e poter così aiutare il padre nella scuola elementare che ha aperto alla periferia di Vienna. Ma lui ha in mente altro: vuol diventare compositore, vivere di musica. E infatti scrive musica nuova ogni giorno. In questo quartetto per archi, scritto proprio nel mese in cui lascerà, non senza contrasti con le autorità, l’Imperial Regio Convitto, e rimasto a lungo sconosciuto, emergono prepotenti alcuni tratti salienti di una personalità d’artista che da lì a breve eromperà in tutta la sua grandezza.

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