Betrayed - Tradita

ShareThis

Betrayed - Tradita (Betrayed) 

di Costa-Gavras (USA/Giappone, 1988)

con Debra Winger, Tom Berenger, John Heard


Chicago, anni Ottanta. L’agente dell’FBI Catherine Weaver viene inviata in una comunità rurale per indagare sull’uccisione di un presentatore radiofonico di talk show e sgominare l’organizzazione di estrema destra ritenuta responsabile di quel crimine.  Assunto l’incarico sotto mentite spoglie, la donna intreccia presto una relazione sentimentale con un aitante agricoltore del luogo, entrando a far parte della sua famiglia estesa e fungendo da madre adottiva per i figli non ancora adolescenti. Tutto sembra andare per il meglio finché le avvisaglie di una verità inquietante, celata oltre le sembianze imbiancate del vivere semplice, iniziano a manifestarsi. E’ solo Catherine a fingersi un’altra persona o a indossare la maschera è l’intera collettività locale? Nel primo atto di questa sceneggiatura, l’ex giornalista Joe Eszterhas impiega la stessa chiave utilizzata in molti suoi altri copioni precedenti e successivi, ovverossia la messa in discussione del deuteragonista e della sua vera identità criminale. Come con Jeff Bridges in “Doppio taglio”, Armin Mueller-Stahl in “Music Box - Prova d'accusa” e Sharon Stone in “Basic Instinct” non sappiamo se dietro la facciata di Tom Berenger si nasconda o meno uno spietato assassino. Qui però il dubbio si risolve a metà strada e la storia, ispirata al medesimo fatto di cronaca su cui Oliver Stone basò “Talk Radio”, cioè l’omicidio del cronista Alan Berg per mano di un gruppo neonazista antisemitico avvenuto nel 1984, si tramuta in un thriller esistenziale sullo scontro fra natura e cultura, e in un impressionante exposé sul retaggio di violenza e discriminazione tutt’ora innervato nei gangli di certa America contemporanea. Il racconto, visto dagli occhi della detective in incognito, riporta Debra Winger nel territorio ambiguo già percorso ne “La vedova nera” di Rafelson. Si può forse dire sia di quel film una rilettura, a cui il regista Costa-Gavras applichi la lente del commento socio-politico per raggiungere finalmente la perfetta sintesi fra cinema civile e spettacolo di genere, tanto programmaticamente ricercata dai tempi del suo capolavoro “Z, l'orgia del potere”.

Nutrito il cast degli attori secondari con John Heard, John Mahoney e Richard Libertini in ruoli decisivi. Nella colonna sonora un brano degli Ozark Mountain Daredevils e la celebre “The Devil’s Right Hand” di Steve Earle, nell’interpretazione di Waylon Jennings. Scritto da Joe Eszterha.