Ciclo Van Damme Story

Venerdì, alle 21:10

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Dall’8 luglio, ogni venerdì in prima serata, ritorna sugli schermi di Rai4 l’ormai tradizionale appuntamento estivo con Jean-Claude Van Damme. La rassegna settimanale partirà dall’apice hollywoodiano della carriera dell’attore belga, a metà anni novanta, proseguendo a ritroso sino agli esordi di fine anni ottanta e spaziando, infine, a pellicole dello scorso decennio.
La ricca filmografia di Van Damme riassume, nel complesso, due diversi mondi – o meglio due emisferi – del cinema popolare d’azione: quello delle arti marziali di Hong Kong, ben rappresentato dalle numerose pellicole girate in Oriente e dalle varie collaborazioni con registi locali come Ringo Lam, e quello dell’action-movie a stelle e strisce, spesso dalle marcate coloriture patriottiche, incarnato invece dal folto gruppo di produttori israeliani trapiantati a Hollywood nel solco di Menahem Golan e Yoram Globus, primi veri talent scout dell’attore.




The Quest - La prova

venerdì 8 luglio, alle 21:10

in replica, sabato 9 luglio, alle 13:55

Titolo originale: The Quest
Produzione: Usa
Anno: 1996
Regia: Jean-Claude Van Damme
Cast: Jean-Claude Van Damme, Roger Moore, James Remar

 

Campione assoluto d’ascolto negli otto anni di storia di Rai4, The Quest - La prova (1996) segna soprattutto un simbolico vertice della carriera di Van Damme, che al culmine del successo e della forma fisica passa anche, per la prima volta, dietro la macchina da presa, seguendo in tal senso le orme di grandi star di Hong Kong come Bruce Lee e Jackie Chan. 
The Quest è poi, in un certo senso, una sintesi di vari motivi, estetici e narrativi, dei suoi precedenti successi, a cominciare dalla centralità di un torneo d’arti marziali a eliminazione diretta. Il film ripropone in grande stile una cornice esotica, che richiama gli esordi di Senza esclusione di colpi (1988) e Kickboxer (1989), e un prologo di viaggio, affine invece a Lionheart (1990) e al successivo Legionnaire (1998). Frank Dux, autore dell’autobiografico Senza esclusione di colpi, rivendicò, non a caso, la paternità del soggetto, ma senza successo. Il ricco budget messo a disposizione dal produttore Moshe Diamant ha, d’altra parte, regalato a Van Damme una colorita ambientazione d’epoca, mutuata dai classici della letteratura avventurosa coloniale.

L’attore-regista veste i panni del ladruncolo Christopher Dubois, fuggito dalla New York degli anni venti, a bordo di una nave di contrabbandieri, e finito, quasi per caso, tra i partecipanti di un difficilissimo torneo d’arti marziali nel Sud-Est asiatico. Più che nei film precedenti, non manca un’anima scanzonata e autoironica, ben incarnata dal più ribaldo degli ex-007, il grande Roger Moore, qui nei panni dell’avventuriero inglese Lord Edgar Dobbs.


 


Kickboxer - Il nuovo guerriero

venerdì 15 luglio, alle 21:10

in replica, sabato 16 luglio, alle 13:50

Titolo originale: Kickboxer
Produzione: Usa
Anno: 1989
Regia: Mark DiSalle e David Worth
Cast: Jean-Claude Van Damme, Dennis Alexio, Michel Qissi

 

Lanciato dal duo Golan & Globus con Senza esclusione di colpi (1988), Van Damme calca le orme di Arnold Schwarzenegger con il fanta-apocalittico Cyborg (1989), per tornare subito dopo alle origini del film d’arti marziali con Kickboxer - Il nuovo guerriero (1989). Ritrova per l’occasione il coproduttore di Senza esclusione di colpi Mark DiSalle, che – questa volta senza il concorso di Golan & Globus – firma anche la regia, a quattro mani con lo specialista dell’hard e del B-movie David Worth, e la sceneggiatura, con Glenn A. Bruce, da un soggetto dello stesso Van Damme.
Lo spirito patriottico del blockbuster pugilistico Rocky IV (1985) torna qui in salsa orientale. Sullo sfondo una Bangkok mostrata nei suoi aspetti più inospitali ed esotici, l’attore belga veste i panni di un giovane americano in cerca di una temeraria vendetta privata. Dopo che suo fratello, l’asso del kickboxing Eric Sloane (interpretato dal campione della specialità Dennis Alexio), è stato ridotto alla paralisi dai colpi dell’avversario Tong Po (il karateka, anche lui belga, Michel Qissi), il protagonista inizia un duro allenamento per affrontare sul ring il temibile atleta locale.
L’arte marziale in questione è, in effetti, un personalissimo mix fra muay thai, la boxe thailandese, e karate. Mentre Van Damme inizia la sua fulminante ascesa verso pellicole a più alto budget, dal film saranno tratti ben quattro seguiti, interpretati da Sasha Mitchell e Mark Dacascos.


 



Lionheart - Scommessa vincente

venerdì 22 luglio, alle 21:10

in replica, sabato 23 luglio, alle 13:50

Titolo originale: Lionheart
Produzione: Usa
Anno: 1990
Regia: Sheldon Lettich
Cast: Jean-Claude Van Damme, Harrison Page, Lisa Pelikan

 

L’estetica del film d’arti marziali “a incontri”, nel frattempo codificata anche dall’industria videoludica, e il tema della vendetta ritornano nel successivo Lionheart - Scommessa vincente (1990). Il soggetto, ancora di Van Damme, è del resto sviluppato da un altro reduce dall’exploit di Senza esclusione di colpi (1988), lo sceneggiatore Sheldon Lettich, che fa qui anche il proprio esordio alla regia: un nome che ricorrerà ancora molto spesso nella filmografia dell’attore belga.
Il film abbandona però gli sfondi orientali dei precedenti approdando, dopo un prologo sahariano, ai bassifondi di New York. “The Muscles from Brussels” veste qui i panni di Lyon Gaultier, militare della Legione Straniera costretto a una rocambolesca diserzione per correre in soccorso del fratello, che vive in California ed è rimasto vittima dell’aggressione di alcuni trafficanti di droga. Finito avventurosamente nella Grande Mela, Gaultier entra in un giro di combattimenti clandestini pur di pagarsi il viaggio fino a Los Angeles, suscitando subito l’interesse dell’ambiziosa e spregiudicata Cynthia (Deborah Rennard).

Nella sceneggiatura di Legionnaire (1998), lo stesso Sheldon Lettich ribalterà il canovaccio, con una fuga dal sottobosco della boxe marsigliese a un fortino nel deserto algerino.


 


Double Impact - Vendetta finale

venerdì 29 luglio, alle 21:10

in replica, sabato 30 luglio, alle 13:45

Titolo originale: Double Impact
Produzione: Usa
Anno: 1991
Regia: Sheldon Lettich
Cast: Jean-Claude Van Damme, Geoffrey Lewis, Alonna Shaw

 

La regia di Double Impact - Vendetta finale (1991) è ancora di Sheldon Lettich, che firma anche la sceneggiatura, a quattro mani con lo stesso Van Damme. Se abbiamo parlato della doppia vocazione culturale dell’attore, belga di nascita, ma sintesi vivente fra Hollywood e Hong Kong, non è del resto a caso.

In questo film, ambientato nell’ex colonia britannica miscelando con sapienza esotismo e sfondo metropolitano, Van Damme si sdoppia infatti interpretando due gemelli, separati alla nascita dopo l’uccisione dei ricchi genitori: Chad e Alex Wagner. Il primo è cresciuto tra gli agi negli Stati Uniti, dove ha studiato karate, ma sempre al chiuso di una palestra; il secondo si è invece formato sulle strade di Hong Kong, imparando a vivere di espedienti e a usare le mani e i calci per necessità, più che per scelta. Il primo incontro tra i due, ormai venticinquenni, è inizialmente foriero di inevitabili diffidenze e incomprensioni, ma porterà verità e giustizia sulla morte dei genitori, vittima delle triadi locali.
Il budget investito dai produttori Ashok Amritraj e Paul Michael Glaser – indimenticabile Starsky della serie tv – assieme allo stesso Van Damme, triplica quello del film precedente, certificando il salto di qualità dell’attore verso la mainstream hollywoodiana. Van Damme tornerà a interpretare un doppio ruolo proprio per mano di un regista di Hong Kong, Ringo Lam, in Maximum Risk (1996) e Replicant (2001).

 


Aquila nera

venerdì 5 agosto, alle 21:10

in replica, sabato 6 agosto, alle 13:45

Titolo originale: Black Eagle
Produzione: Usa
Anno: 1988
Regia: Eric Karson
Cast: Jean-Claude Van Damme, Sho Kosugi, Doran Clark

 

Subito dopo l’esordio a opera di Golan & Globus, nel già ricordato Senza esclusione di colpi (1988), con Aquila nera (1988) Van Damme passa agli ordini di un altro produttore israeliano, Shimon Arama, e di un regista, Eric Karson, già ben noto agli appassionati del B-movie d’azione per il classico con Chuck Norris The Octagon (1980), film apripista della breve e intensa stagione del filone ninjutsu. Non ancora divo incontrastato del genere, l’attore belga, si trova così a vestire i panni del cattivo, lasciando appunto il ruolo dell’eroe a uno dei volti simbolo del ninjutsu-movie, il giapponese Sho Kosugi.

Il personaggio di Van Damme, un agguerrito agente del KGB, ricorda per molti aspetti i contemporanei esordi del rivale Dolph Lundgren in Rocky IV (1985) e Scorpione rosso (1988): la guerra fredda è in quegli anni prossima all’epilogo, ma l’accesa propaganda antisovietica del presidente Reagan continua a rimbombare nel cinema d’intrattenimento. Kosugi interpreta un agente della CIA d’origine giapponese, grande esperto d’arti marziali, inviato a Malta per recuperare un dispositivo laser da un caccia abbattuto: lo sfondo mediterraneo, la trama spionistica e il respiro avventuroso della vicenda richiamano abbastanza apertamente la saga di James Bond e, in particolare, uno dei suoi capitoli più misconosciuti e realistici, Solo per i tuoi occhi (1981).


 


Until Death

venerdì 12 agosto, alle 21:10

in replica, sabato 13 agosto, alle 13:45

Titolo originale: Until Death
Produzione: Usa
Anno: 2007
Regia: Simon Fellows
Cast: Jean-Claude Van Damme, Stephen Rea, Selina Giles

 

Se la prima parte del ciclo si è concentrata sui classici degli anni ottanta e novanta, gli ultimi due appuntamenti guardano invece agli anni della maturità del campione belga, tornato all’industria del B-movie nell’era del direct-to-video, e approdato da ultimo, al giro di boa del mezzo secolo, a una rivisitazione, talvolta autoironica, talvolta drammatica, del proprio personaggio di eroe indistruttibile.

Scritto da Dan Harris (sceneggiatore di X-Men 2 e Superman Returs) e James Portolese e diretto dallo specialista dell’action/thriller Simon Fellows, Until Death (2007) segna, in effetti, l’approdo a un cinema di genere maturo, in cui la performance fisica cede il passo a strutture narrative più complesse e a un più definito ritratto dei personaggi.

Il film offre al campione un’ambientazione e un personaggio assolutamente noir. La più decadente delle metropoli americane – la New Orleans del dopo uragano Katrina – fa da sfondo a una storia di corruzione e vendetta, in cui tutte le azioni del protagonista, poliziotto sporco e allo sbando, sono condizionate dalla sua dipendenza da alcol e droga. Nei panni del detective della squadra narcotici Anthony Stowe, Van Damme si trova qui coinvolto nella morte in azione di due colleghi e deve affrontare uno spietato ex-poliziotto, passato al traffico di stupefacenti, che sta cercando di colpirlo anche nella vita privata.

Completano il cast Stephen Rea (V per vendetta) e Selina Giles. Produce Moshe Diamant, già finanziatore di The Quest, che approda in Louisiana sfruttando le agevolazioni fiscali offerte alle case di produzione dopo il devastante uragano.

 

 


In Hell - Esplode la furia

venerdì 19 agosto, alle 21:10

in replica, sabato 20 agosto, alle 13:45

Titolo originale: In Hell

Produzione: Usa
Anno: 2003
Regia: Ringo Lam
Cast: Jean-Claude Van Damme, Michael Bailey Smith, Marnie Alton

 

Come i conterranei John Woo e Tsui Hark, anche l’altro specialista dell’action Ringo Lam approda da Hong Kong a Hollywood in sodalizio con Van Damme, dirigendo l’attore in Maximum Risk (1996) e, successivamente, in Replicant (2001). In Hell - Esplode la furia (2003) chiude la collaborazione tra i due riprendendo una delle formule più classiche della carriera di Van Damme, quella del film di combattimento a incontri, ma spostandosi sullo sfondo di un immaginario carcere russo.

“The Muscles from Brussels” veste qui i panni di un ingegnere petrolifero americano, trasferito per lavoro in Russia e condannato all’ergastolo per aver vendicato nel sangue l’uccisione impunita della moglie. Come da regola, partecipare ai tornei clandestini tra detenuti è, per il protagonista, l’unico modo per sopravvivere, guadagnando il rispetto di compagni e secondini.
Formula consueta, dunque, ma messa in scena dal regista di Hong Kong con energia e durezza, sfruttando efficacemente gli spazi claustrofobici del set: nello scorso decennio, l’ambientazione esteuropea era, d’altra parte, scelta piuttosto popolare tra i produttori di action-movie, per contenere i costi di produzione. Parliamo, in questo caso, della Nu Image degli israeliani Avi e Danny Lerner, epigoni dei connazionali Golan & Globus in questo segmento di mercato.