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La "Salute sotto inchiesta" di Ugo Zatterin 

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Ugo Zatterin, giornalista di razza, nel 1966 decide di esplorare in lungo in largo gli effetti della modernità sulla società italiana. Il benessere, il progresso e le comodità, sostiene l’inchiesta, hanno molteplici risvolti che destano preoccupazione. I cittadini contemporanei, infatti, sono soggetti a stress e ansia da lavoro, a cattive abitudini alimentari, a sedentarietà con conseguenze sulla salute, vivono in ambienti urbani inquinati e anche la natura è piena di sostanze chimiche. Nasce così “Salute sotto inchiesta”, serie in sei puntate, al centro di “RAInchieste” con Giorgio Zanchini, in onda venerdì 3 maggio alle 21.40 in prima visione su Rai Storia.
Dopo “La donna che lavora”, e “Viaggio nell’Italia” che cambia, Zatterin ripropone un’indagine a metà strada tra lo stile giornalistico e l’attitudine sociologica e punta i riflettori della sua inchiesta sull’incapacità dell’uomo moderno di adattarsi al mondo sempre più meccanizzato e frenetico. Basti pensare che la prima puntata dell’inchiesta viene intitolata Il cosiddetto logorio, che ricorda tanto il claim di una pubblicità in cui l’attore Ernesto Calindri, al centro di un trafficatissimo incrocio cittadino, stigmatizzava il logorio della vita moderna. Al logorio si accompagna l’aumento progressivo della vita media che già nel 1966 portava Zatterin a proporre un ragionamento quanto mai attuale: in una società che vive così a lungo, le necessità legate all’età, così come le problematiche, diventano una delle questioni al centro del dibattito della spesa pubblica. Altro tema dell’inchiesta di Zatterin è il doping, a cui arriva parlando del crescente abuso dei farmaci come tendenza generalizzata nella popolazione. L’argomento della quinta puntata dell’inchiesta è infatti il cosiddetto ‘surrogato’. La lente d’ingrandimento viene puntata sull’uso massiccio del derivato chimico in sostituzione dei prodotti naturali, sia per quanto riguarda gli oggetti di uso quotidiano, sia per la preziosa salute pubblica, in un’epoca in cui il camice bianco è ancora investito di un’autorevolezza da non mettere in discussione. 
Infine, si approda anche sul terreno delle malattie infettive, come una delle principali cause di morte, soprattutto per le fasce più giovani della popolazione.  Il viaggio di Ugo Zatterin si interroga sul futuro della scienza così come su quello dell’uomo e si ferma di fronte all’ignoto, lasciando allo spettatore una domanda che suona ancora attualissima: riusciremo a trovare il giusto equilibrio tra progresso e benessere, riuscirà l’uomo a fare tesoro delle conoscenze acquisite?