Protesi al seno testurizzate, anche Australia annuncia stop

13 luglio 2019 ore 07:00

Giovedì la Therapeutic Goods Administration (Tga), l’autorità australiana di vigilanza sui dispositivi medici, ha raccomandato di vietare alcuni modelli di protesi mammarie ruvide poiché associate a un rischio più elevato di linfoma anaplastico a grandi cellule (Alcl), una rara forma di tumore. Il ministro della salute australiano Greg Hunt ha dichiarato che il governo accoglie la raccomandazione dell’autorità. Ad aprile, la Tga aveva ricevuto 76 segnalazioni di linfoma anaplastico a grandi cellule associato a protesi mammarie in donne australiane. La Francia e il Canada ad aprile hanno deciso di vietare alcuni modelli testurizzati nei loro paesi. A maggio in Italia, dopo la scoperta di Report del primo decesso causato dal linfoma anaplastico a grandi cellule associato alle protesi al seno, il ministero della Salute ha chiesto un parere urgente al Consiglio superiore di sanità e ha scelto di raccomandare controlli periodici per le donne con le protesi al seno.

Report si era occupato della vicenda con due inchieste di Giulio Valesini e Simona Peluso andate in onda nella scorsa primavera  

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