Eni, Nigeria: Gup, "manager società sapevano corruzione"  

17 dicembre 2018 ore 16:46
E’ “provato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che effettivamente nell'ambito dell'operazione di acquisto della licenza di prospezione petrolifera Opl 245 alcuni manager del gruppo petrolifero italiano abbiano progettato e verosimilmente realizzato” il “piano criminoso di incrementare il prezzo pagato da Eni in modo da ottenere" la "restituzione in nero di una consistente somma di denaro, nell'ordine di 50 milioni di dollari, da spartirsi tra loro”. Lo scrive il gup di Milano Giusy Barbara nelle motivazioni delle condanne in abbreviato per due presunti mediatori nel caso di presunta corruzione internazionale 'Eni-Nigeria', rispetto alla quale è imputato in diverso procedimento anche l'ad Claudio Descalzi.

Secondo il Gup, Eni e Shell erano perfettamente consapevoli che dietro la società Malabu, titolare della licenza Opl-245, si celava l’ex ministro del Petrolio nigeriano Dan Etete e che un miliardo e 92 milioni di dollari sul prezzo totale di 1,3 miliardi era destinato per metà all’ex ministro e per metà a tangenti a ministri e a pubblici ufficiali nigeriani.

Immediata la replica di Eni che ha ribadito “la correttezza del proprio operato nell'acquisizione dell’Opl 245 in Nigeria e di avere trattato e concluso l'operazione direttamente con il Governo nigeriano".

Report si era occupato del caso nella puntata “La trattativa” del 13.12.2015 e nella puntata “Un aereo per il presidente” del 10.04.2017

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