La guerra degli infermieri

collaborazione di Laura Nesi e Giulia Sabella 
immagini di Chiara D'Ambros


«Qui ce so le domande, tra quelle lì... sta’ tranquilla». Diceva così il direttore dell'azienda ospedaliera all’allora presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini.  Neanche un anno fa l’intera classe dirigente del Pd umbro veniva spazzata via dall’inchiesta Concorsopoli, in cui venne arrestato l’ex sottosegretario agli interni Gianpiero Bocci, l’ex assessore regionale alla sanità e indagata, assieme ad altre 35 persone, anche la governatrice Marini. Nelle carte si profila un’associazione per delinquere che, per almeno tre anni, avrebbe pilotato tutti i concorsi all’ospedale di Perugia. Un anno dopo, con l’intera sanità totalmente commissariata, come sta reagendo l’Umbria all’emergenza Coronavirus? Si scontano ritardi e penuria di medici e infermieri e chi lavora oggi in emergenza lo fa con gravi carenze di dispositivi di protezione. Eppure la Regione aveva un piano pandemico fin dal 2007, che non è stato mai aggiornato. La nuova giunta di centro destra ha dato l’incarico di assessore regionale alla sanità a un fedelissimo di Salvini, il geometra Luca Coletto.  In ritardo, rispetto alle altre regioni, è stata disposta la stabilizzazione dei precari mentre gli specializzandi, oltre che le altre categorie sanitarie, hanno già aderito a bandi di altre regioni.