Intesa di salvataggio

Collaborazione di Ilaria Proietti e Greta Orsi

I lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, presieduta dal senatore Pierferdinando Casini e istituita per indagare sulla crisi del sistema bancario italiano, chiudono il 30 gennaio con una relazione che sostanzialmente imputa i fatti alla mancata vigilanza e alla scarsa comunicazione tra Banca d’Italia e Consob. Una task force di quaranta parlamentari che alla fine non indica i responsabili, né per i fallimenti delle banche popolari né per le truffe a centinaia di migliaia di risparmiatori. Tra gli auditi anche l’ex ad Unicredit, Federico Ghizzoni, che ha confermato che l’allora ministra Maria Elena Boschi aveva chiesto di valutare un intervento su Banca Etruria; mentre il governatore Ignazio Visco ha precisato che a chiedere di intercedere per Banca Etruria in Banca d’Italia era sceso in campo anche l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi. Eppure, come ha dichiarato lo stesso Pier Carlo Padoan, l’unico deputato a interloquire sulle banche è lui: il ministro dell’Economia. Il senatore Casini, appena rieletto, ha spiegato in un'intervista esclusiva a Giovanna Boursier perché Renzi lo ha scelto come candidato a Bologna e i retroscena dei lavori della Commissione. L'ad di Banca Intesa Carlo Messina, che ha acquistato a un solo euro la gook bank delle popolari venete, spiega invece perché ha chiesto al governo italiano cinque miliardi cash e garanzie per 12 miliardi per intervenire. Soldi che oggi si scopre pesano su deficit e debito. È stata la strada migliore? Il governo aveva anche detto che per il salvataggio delle venete non c’erano altre offerte, invece Report ne ha scovata una.