Collaborazione Norma Ferrara e Alessia Marzi - Immagini Tommaso Javidi e Paolo Palermo
Il mare della capitale d’Italia è tenuto in ostaggio da un ristretto gruppo di famiglie che, senza alcun bando pubblico, gestisce le principali spiagge di Ostia. Nell'ultimo ventennio hanno cementificato l’intero lungomare, costruendo piscine, ristoranti, bar e cabine in cemento armato a pochi metri dalla battigia. Grazie alla connivenza di politici e tecnici comunali corrotti si sono appropriati di interi chilometri di spiaggia senza averne alcun diritto.
Collaborazione di Norma Ferrara e Alessia Marzi
Immagini di Tommaso Javidi e Paolo Palermo
Il mare della capitale d’Italia è tenuto in ostaggio da un ristretto gruppo di famiglie che, senza alcun bando pubblico, gestisce le principali spiagge di Ostia. Nell'ultimo ventennio hanno cementificato l’intero lungomare, costruendo piscine, ristoranti, bar e cabine in cemento armato a pochi metri dalla battigia. Grazie alla connivenza di politici e tecnici comunali corrotti si sono appropriati di interi chilometri di spiaggia senza averne alcun diritto. Hanno creato un sistema di distruzione del territorio e di strapotere, che è stato sostenuto da tutte le giunte di Roma degli ultimi vent’anni: da quelle di centrosinistra a quelle di centrodestra. Eppure, a Ostia, l’attenzione di media e magistratura finora si è concentrata solo sui clan mafiosi e le organizzazioni criminali. Report punterà i riflettori sulla parte che è rimasta finora in ombra, ma che in realtà è la più ricca e la più potente sul litorale romano.
Dopo il nostro servizio dello scorso maggio sulle illegalità diffuse sul litorale di Ostia, il Comune di Roma ha preso provvedimenti e ha avviato la decadenza della concessione per uno dei balneari più importanti d’Italia: Renato Papagni. Ma le illegalità sugli arenili sono diffuse anche in altre insospettabili parti d’Italia: chi è quel politico che ha occupato un pezzetto di spiaggia e non avrebbe pagato un milione di euro di tasse?