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Buffon: "A 38 anni vivo per gare così"

Il capitano azzurro: "Come al solito avrò la febbre"

26-06-2016 20:47

26-06-2016 20:47

Febbre a novanta gradi. Un altro Italia-Spagna, e a 38 anni Gigi Buffon non smette di emozionarsi la notte prima, pur non essendo piu' tempo di esami di maturita'.

"Come mi capita tutte le volte che gioco una partita importante, avro' qualche linea di temperatura, dopo", dice il capitano dell'Italia, nascondendo che a volte gli capita anche prima. Non è piu' tempo da prosopopea come in anni passati, l'epica della sfida agli spagnoli viene da sè. E stavolta tira fuori dal portiere azzurro una vena intimista e un po' di orgoglio.

"Nelle quattro precedenti sfide ufficiali - racconta Buffon ai giornalisti stranieri che lo osservano come si fa con un simbolo globale del pallone - a parte Kiev dove arrivammo stremati nella testa e nel fisico, la Spagna ci ha sempre sofferto: l'Italia e' l'unica che li ha fatti sudare davvero, anche quando dominavano il mondo in giro per tutti i continenti".

E perche' non sembri ottimismo di maniera, Buffon argomenta: "Due volte siamo arrivati pari al 120' e una al 90', e sempre con grandi sofferenze loro", ricorda. La mente va al quarto di finale di Euro 2008, 0-0 e poi sconfitta ai rigori che lanciò il ciclo vincente del tiki taka rosso; all'1-1 di Danzica a inizio Euro 2012, quando gli azzurri avrebbero persino meritato la vittoria; e della semifinale della Confederations 2013, Italia più brillante e Spagna vincente ai rigori.    

Buffon c'era tutte e quattro le volte, a bruciare e' la ferita della finale 2012 (0-4, con gli azzurri praticamente in nove dal 60' causa infortuni). Ma lo spirito non e' quello di rivalsa. "Non c'è nulla da fare, a 38 anni dopo infinite partite del genere mi emoziono ancora, eccome - racconta - Certo, l'esperienza conta per gestirla meglio. Ma vivo per sfide del genere, le considero ancora la cosa più bella della mia vita, almeno di una parte...".

Nella grande bellezza di domani, troverà perfino un avversario al quale ha consigliato come diventare grande. "Morata? E' vero, a inizio stagione stava attraversando un periodo difficile - racconta Buffon - e gli consigliai di piangere chiuso in una stanza: come spesso capita ai giovani, quando incontrano una difficoltà vanno in depressione, cercano alibi, si piangono addosso. Gli dissi 'smetti di farlo e tornerai a essere un giocatore determinante'".

A distanza di 10 mesi, chissà se lo rifarebbe. "La caratteristica di Morata e' quella di tutti i grandi giocatori: e' sempre protagonista nelle partite importanti, e spesso segna. La Spagna non è solo lui, ma di sicuro Alvaro e' il pericolo numero 1". Singolare coincidenza con il numero dell'amico Buffon, quello di maglia e quello da leader. "Mi chiedete se questa può essere la mia ultima partita in azzurro? Alla mia età non posso essere io a decidere, ma altri due anni a grandi livelli io li voglio fare", dice Buffon rispondendo ai media internazionali. E chissà se anche in Russia tornerà la stessa febbre.