28/03/2024
05/10/2011

Moody's taglia il rating
Italia declessata

Per l'agenzia di rating pesano “le incertezze economiche e politiche che mettono a rischio il raggiungimento da parte del governo degli obiettivi di risanamento del bilancio". La replica di Palazzo Chigi: "decisione attesa". Bersani: "una mazzata"

Dopo ‘Standard & Poor's’ adesso è ‘Moody’s’ a tagliare il rating dell’Italia da 'Aa2' ad 'A2'. In sostanza, nessuna buona notizia, visto che queste previsioni sono aggravate dall’outlook, cioé una prospettiva futura, negativo.

E anche per Moody’s pesano “le incertezze economiche e politiche" che mettono a rischio il raggiungimento da parte del governo degli obiettivi di risanamento del bilancio. Insomma,secondo l’agenzia di ‘rating’, il piano del governo non è adeguato a fronteggiare una crisi così grave.

“Più della metà delle misure di consolidamento sono basate sulla crescita delle entrate, i piani sono vulnerabili per l'elevato livello di incertezza intorno alla crescita economica in Italia e ovunque nella Ue. Inoltre - proseguono gli analisti  - il consenso politico sui tagli aggiuntivi alla spesa può essere difficile da raggiungere”. E qui sta il nodo cruciale: “il governo potrebbe trovare difficile generare quell'avanzo primario necessario per ridurre sostanzialmente il trend del debito pubblico e degli interessi".

Immediata la replica di Palazzo Chigi che parla di "decisione attesa". "Il governo italiano sta lavorando con il massimo impegno per centrare gli obiettivi di bilancio pubblico. Quegli stessi obiettivi che sono stati oggi accolti positivamente e approvati dalla Commissione Europea".

Ma il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, non la pensa così e definisce "una mazzata" la notizia del taglio del rating. "L'Italia è meglio di quel rating, ma se non c'è un cambiamento la sfiducia rischia di tirarci a fondo”.

Intanto Piazza Affari non sembra turbata dalle nuove prospettive di Moody’s. La Borsa di Milano apre in positivo: l'indice Ftse Mib segna una crescita dell'1,41%, l'Ftse All Share un aumento dell'1,35%. Tra i titoli principali il migliore è quello della Banca popolare di Milano (+3,98%) che guarda anche a questioni 'interne', ma tutto il settore del credito si muove bene: Unicredit sale dell'1,75%, Intesa dell'1,72%.

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