18/04/2024
15/09/2012

Passera: “Urgente fare chiarezza su Fiat”

ROMA – “Il mercato dell'auto è fermo. Bisogna fare i conti con gli azionisti”, dichiara l’Ad del Lingotto mentre il ministro dello Sviluppo Economico chiede chiarezza sul futuro del progetto Fabbrica Italia. Per il patron di Tod's Della, Valle Marchionne ed Elkann sono “furbetti cosmopoliti”

passer“Il governo e io faremo tutto il possibile, nell'ambito delle norme, per assicurare che le responsabilità che Fiat ha preso nei confronti dell'Italia vengano rispettate e ben chiarite”, dopo sindacati e politici è il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera a rivolgersi alla Fiat e a chiedere chiarezza sul futuro. Perché sul progetto Fabbrica Italia, che il Lingotto ha annunciato di voler abbandonare, c'era un patto tra la Fiat e il Paese: venti miliardi di investimenti e il raddoppio della produzione in cinque anni. 

La realtà di oggi appare ben lontana dalle promesse: Termini Imerese è stato chiuso, a Mirafiori non c’è più  produzione. A Cassino e a Pomigliano, dove si produce solo la Panda, vanno avanti a furia di stop e periodi di cassaintegrazione. Quest'anno la Fiat immetterà sul mercato solo 400mila auto. Un futuro sempre più incerto. Ad affermarlo è lo stesso Marchionne : “Il mercato dell'auto è fermo. La Fiat deve fare i conti con i suoi azionisti”.  Dal mondo sindacale e politico la richiesta è quasi unanime: “Il governo non aspetti il 30 ottobre, quando con i dati del terzo trimestre la Fiat renderà noto il nuovo piano, ma convochi l'azienda per sapere subito le intenzioni sugli investimenti e sugli stabilimenti italiani”.

Chi non perde tempo invece a far sapere come la pensa, è il patron di Tod's Diego Della Valle, che punta il dito contro Marchionne ed Elkann definiti “furbetti cosmopoliti che fanno le scelte a loro più convenienti”. “Il vero problema della Fiat - attacca Della Valle - non sono i lavoratori, l'Italia o la crisi che sicuramente esiste: il vero problema sono i suoi azionisti di riferimento e il suo amministratore delegato. Sono loro che stanno facendo le scelte sbagliate”. 

Il ‘j’accuse’ dell’imprenditore marchigiano provoca la vibrata reazione di Luca Cordero di Montezemolo. Per il presidente della Ferrari alcune espressioni del socio in Ntv, sono assolutamente inaccettabili e non dovrebbero mai far parte di una dialettica tra imprenditori. “Di tutto abbiamo bisogno in questo momento – dice -  ma non di polemiche che non appartengono alla cultura imprenditoriale e che fanno male all'Italia”.  

Nella questione interviene anche Romiti che accusa i sindacati - tranne Fiom - di “non aver fatto nulla per contrastare le scelte del management”. Parole che rinfocolano le polemiche nella Triplice sindacale che proprio un anno fa si spaccò, al momento di firmare il nuovo contratto imposto da Marchionne. Oggi il segretario Cisl Bonanni, che a quel piano aveva creduto, appare in grave difficoltà: “Io ho il problema di centinaia di migliaia di persone nel centro-sud che, se salta la Fiat, sono nei guai”.

Contro il top management del Lingotto Susanna Camusso: “Marchionne ha avuto la produttività in più e non ha fatto nulla. L'accordo di Pomigliano è una barbarie”, accusa la leader Cgil. Parla invece di “scelta drammatica” il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: “Nessuno vuole il dirigismo, ma se il governo se ne occupasse non sarebbe sbagliato”. E da Verona il ministro del Lavoro Elsa Fornero dichiara che il governo “vuole approfondire con Marchionne cosa ha in mente per i suoi piani di investimenti per l'occupazione in questo Paese”.