08/05/2024
15/01/2010

Haiti
in fiamme

ad haiti un mostruoso incendio

E' la terza notte dell'anno zero. Lo scrivono quei pochi blogger da Haiti che hanno ancora l'accesso ad internet. Terza notte passata nelle strade per migliaia di sopravvissuti che hanno perso tutto e si ritrovano a dover vagare tra i corpi senza vita che giacciono sopra le macerie del nulla che resta a Port-au.Prince. Dal cumulo di detriti, si sentono ancora voci, raccontano i testimoni Un filo di speranza che arriva anche dall'Hotel Christopher di Port-au-Prince, lo stesso dove si teme siano rimasti intrappolati due italiani: una equipe di soccorso filippina (l'albergo era sede della missione Onu Minustah, circa 200 gli uomini di Manila schierati) ha riferito di aver udito lamenti e rumori provenire da sotto le macerie dell'edificio distrutto.
 

PRIMA VITTIMA ITALIANA. Identificata anche la prima vittima italiana, Gigiola Martino, 70 anni, nata a Port-au-Prince "conosciutissima nella comunità francese ed haitiana: era una  delle ultime italiane di Haiti. Un italiana vera che continuava a parlare la lingua di Dante", ha scritto il quotidiano online "La Gente d'Italia". Mancano all'appello ancora 40 italiani che sarebbero ad Haiti. Fino ad ora sono 150 quelli che hanno stabilito un contatto e fatto sapEre che stanno bene.
La Farnesina invita chiunque sia a conoscenza di amici o parenti italiani che si trovano ad Haiti a contattare l'Unità di crisi al numero 06-36225 per accelerare la ricerca dei nostri connazionali.
 
L'ONU. L'organizzazionedelle nazioni Unite fa sapere in queste ore che in tutto sarebbero 3 milioni  e mezzo le persone colipite dal devastante sisma.
 
LENTEZZA NEI SOCCORSI. Solo oggi i primi soccorsi internazionali sono riusciti a entrare a Port-au-Prince. La priorità resta "la ricerca e il salvataggio dei superstiti ancora intrappolati sotto le macerie", ha spiegato alla stampa la portavoce dell'Ocha a Ginevra, Elisabeth Byrs. In città è grande il rischio di epidemie, manca di tutto, dall'acqua al cibo, fino ai medicinali.

Ma intanto cresce la rabbia per la lentezza della macchina dei soccorsi, in ritardo e per  la carenza di coordinamento da parte delle autorita' locali.  La popolazione è esasperata per i ritardi negli aiuti. Gruppi di superstiti hanno eretto a Port-au-Prince blocchi stradali utilizzando anche i cadaveri delle vittime del sisma, come riferito dagli inviati del Tg3 Lucia Goracci e Gianfranco Botta.
Il mantenimento dell'ordine pubblico e' indispensabile per coordinare la macchina degli aiuti, sottolineano i soccorritori, per i quali le prossime 24-48 ore saranno decisive per impedire una catastrofe umanitaria legata alle epidemie.
Un'altra emergenza è legata al crollo della prigione centrale di Port-au-Prince e alla conseguente fuga di 4 mila detenuti, che potrebbero diventare un grosso problema sotto il profilo della sicurezza, come riferito dal comitato internazionale della Croce Rossa.


AIUTI DALL'ITALIA. L'Italia potrebbe concorrere agli aiuti anche con una nave militare, ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che presentera' oggi la proposta al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il coordinamento degli aiuti e' stato anche al centro dell'incontro tra il presidente haitiano Renee Preval ed il suo collega dominicano, Leonel Fernandez.
 
EX PRESIDENTE DI HAITI. Intanto, l'ex presidente di Haiti, Jean Bertrand Aristide,  che vive in esilio in Sudafrica, si e' detto pronto a tornare nel suo paese per ''portare aiuto alla ricostruzione'' dopo il devastante terremoto. Un annuncio che rischia di creare ulteriore instabilita' in un Paese che non c'è piu'.
 
LE TESTIMONIANZE DA TWITTER.  "Manca tutto, acqua, cibo, carburante", scrivono su Twitter i vari Carel Pedre, Troy e Tara Livesay, Frederic Dupoux. I twit da Haiti sono ripresi ieri nella tarda serata italiana: i protagonisti temono che la carenza di carburante possa spegnere la finestra telematica che hanno aperto con il mondo. "I distributori sono tutti chiusi", scrive Darryltkps.
APERTO LO SPAZIO AEREO CUBANO AGLI USA. Intanto Cuba ha accettato di aprire lo spazio aereo agli Stati Uniti per evacuare dalla base di Guantanamo le vittime del sisma che ha colpito l'isola. Questa procedura consentirà di abbreviare di molto i tempi di volo per Miami.