29/03/2024
28/06/2012

Confindustria: l’economia italiana va malissimo

'Si allontana il pareggio di bilancio'. Il Centro studi di Viale dell'Astronomia vede nero: 'Nel 2013 disoccupazione record e fisco al 54,6%'. E crollano i consumi

"Non siamo in guerra. Ma i danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto". E' quanto si legge nel Centro studi di Confindustria che pubblica oggi lo scenario economico. A essere colpite, spiega l'indagine, "sono state le parti più vitali e preziose del sistema Italia: l'industria manifatturiera e le giovani generazioni. Quelle da cui dipende il futuro del Paese".

Per Confindustria "l'aumento e il livello dei debiti pubblici sono analoghi, in quasi tutte le economie avanzate, a quelli che si sono presentati al termine degli scontri bellici mondiali. Una sorta di guerra c'è stata ed è tuttora in corso, ed e' combattuta, una volta di più, dentro l'Europa e dentro l'Italia. Come nei secoli passati, in cui le divisioni e gli interessi di parte prevalevano su tutto e tutti".

Il direttore del Centro studi di Confindustria, Luca Paolazzi, tratteggia scenari catastrofici per l’economia del nostro Paese. Prevede una diminuzione del Pil del 2,4% nel 2012 e dello 0,3% nel 2013, che seguono incrementi dell'1,8% nel 2010 e dello 0,4% nel 2011. "La recessione italiana si è già concretizzata più intensa", si legge nella premessa dell'indagine di Viale dell'Astronomia. "Il 90% dell'arretramento di quest'anno è già acquisito nel secondo trimestre (-2,1%)".
E anche i consumi scenderanno di molto in questo anno. La domanda totale calerà del 4,3% (-1% nel 2011). "In particolare - spiega l'analisi - i consumi delle famiglie diminuiscono nettamente (-2,8%), conseguenza della fiducia al minimo storico, dell'ulteriore riduzione del reddito reale disponibile, della restrizione dei prestiti e dell'aumento del risparmio precauzionale". Per gli esperti di viale dell'Astronomia, "gli investimenti crollano dell'8,0% per effetto dell'estrema incertezza e del proibitivo accesso al credito bancario".

Il tutto accompagnato anche da un incremento della disoccupazione. Il 2013 si chiuderà con quasi 1,5 milioni posti di lavoro in meno rispetto all'inizio del 2008. Milioni  posti di lavoro in meno rispetto all'inizio del 2008. Per l'esattezza 1 milione e 482 mila "unità di lavoro equivalenti a tempo pieno".
L'occupazione calerà dell'1,4% nel 2012 (-1% già acquisito al primo trimestre) e dello 0,5% nel 2013. "Solo sul finire dell'anno prossimo le variazioni congiunturali - spiegano gli esperti - torneranno positive".