19/04/2024
07/04/2012

Maroni; “Pulizia, pulizia e pulizia”

MILANO - L'ex ministro: “Rivoglio il partito che conosco”. Il Senatùr: “Adesso devo stare un passo indietro. Ma bisogna tenere unita la Lega evitando scontri tra dirigenti”

 marini“Pulizia, pulizia e pulizia, senza guardare in faccia nessuno”,  scrive Roberto Maroni sulla sua pagina Facebook invitando i militanti alla serata leghista di martedì a Bergamo.”Rivoglio la Lega che conosco - scrive -  quella dei militanti onesti che si fanno un culo così sul territorio senza chiedere nulla in cambio”. Un progetto che andrà avanti “come ha detto Bossi, senza stare a guardare nome e cognome di nessuno”.
La parola d'ordine è “motori avanti tutta. La Lega prosegue il suo progetto di cambiamento”, dice l’ex ministro a 'La Padania' sulle dure polemiche interne  al partito e indicando come primo banco di prova “le amministrative. Lì dobbiamo vincere, affermare la nostra diversità”. Ha parole di elogio Maroni, per il Senatùr di cui apprezza le dimissioni. “E' il solo che lo ha fatto. Questo dà lo spessore della sua persona. Il che è indiscutibile”. Ma a questo punto “tutti abbiamo una responsabilità e un dovere: tutti, nessuno escluso, dobbiamo mettere da parte, se ci sono, le antipatie, le divisioni. Qui c’è un progetto più grande di noi per il quale lavorare: la grande Lega, la potentissima. Su tutto il resto - conclude - davvero è ora di dire basta”.

Non vuole rinunciare al ruolo di padre fa capire Bossi parlando della propria posizione e della bufera giudiziaria che rischia di travolgere famiglia e partito. “Io adesso devo stare lontano, non posso fare altro, devo stare un passo indietro, hanno tirato dentro i miei figli in questa cosa tremenda”. “L'unica cosa che posso fare è cercare di tenere unito tutto, tenere unita la Lega, evitare che ci siano scontri tra i dirigenti. Li aiuto un po’, faccio quello che posso”, dice parlando del ruolo che si è ritagliato dopo le dimissioni e la nomina del triumvirato che reggerà il partito fino al Congresso in autunno. 

Evitare, insomma, che la sua uscita porti alla resa dei conti nel partito. Che Maroni, ora triumviro con Calderoli e alla Dal Lago, venga di nuovo additato come un traditore. Non è un giuda, aveva detto ieri il Senatùr, ha solo creato una corrente. La colpa di tutto, semmai, è di Roma, padrona e farabutta, che ci ha dato questi Pm. Non sa Bossi se si ripresenterà come candidato al Congresso di ottobre e non sa nemmeno se martedì sarà a Bergamo, alla manifestazione adesso trasformata nello show per l'orgoglio leghista. 

Dice di sentire l'affetto dei militanti, eppure la base sembra disorientata, in parte ben più agguerrita dei dirigenti nel chiedere che ora si faccia pulizia. In tanti ammettono che il ’Capo’ di errori ne ha fatti molti, a cominciare dalla candidatura del figlio Renzo. 
Ma la prima a rischiare è Rosy Mauro, della quale in molti chiedono la testa. La parola d’ordine è ricompattare, siamo tutti leghisti, basta correnti. Parole alle quali dovranno seguire i fatti. Perchè forse, tra quelli del ‘cerchio magico’ e i maroniani 'barbari sognanti' la guerra è destinata a durare a lungo.  
 

 “Pulizia, pulizia e pulizia, senza guardare in faccia nessuno”,  scrive Roberto Maroni sulla sua pagina Facebook invitando i militanti alla serata leghista di martedì a Bergamo.”Rivoglio la Lega che conosco - scrive -  quella dei militanti onesti che si fanno un culo così sul territorio senza chiedere nulla in cambio”. Un progetto che andrà avanti “come ha detto Bossi, senza stare a guardare nome e cognome di nessuno”.

 

La parola d'ordine è “motori avanti tutta. La Lega prosegue il suo progetto di cambiamento”, dice l’ex ministro a 'La Padania' sulle dure polemiche interne  al partito e indicando come primo banco di prova “le amministrative. Lì dobbiamo vincere, affermare la nostra diversità”. Ha parole di elogio Maroni, per il Senatùr di cui apprezza le dimissioni. “E' il solo che lo ha fatto. Questo dà lo spessore della sua persona. Il che è indiscutibile”. Ma a questo punto “tutti abbiamo una responsabilità e un dovere: tutti, nessuno escluso, dobbiamo mettere da parte, se ci sono, le antipatie, le divisioni. Qui c’è un progetto più grande di noi per il quale lavorare: la grande Lega, la potentissima. Su tutto il resto - conclude - davvero è ora di dire basta”.

 

 

Non vuole rinunciare al ruolo di padre fa capire Bossi parlando della propria posizione e della bufera giudiziaria che rischia di travolgere famiglia e partito. “Io adesso devo stare lontano, non posso fare altro, devo stare un passo indietro, hanno tirato dentro i miei figli in questa cosa tremenda”. “L'unica cosa che posso fare è cercare di tenere unito tutto, tenere unita la Lega, evitare che ci siano scontri tra i dirigenti. Li aiuto un po’, faccio quello che posso”, dice parlando del ruolo che si è ritagliato dopo le dimissioni e la nomina del triumvirato che reggerà il partito fino al Congresso in autunno.

 

Evitare, insomma, che la sua uscita porti alla resa dei conti nel partito. Che Maroni, ora triumviro con Calderoli e alla Dal Lago, venga di nuovo additato come un traditore. Non è un giuda, aveva detto ieri il Senatùr, ha solo creato una corrente. La colpa di tutto, semmai, è di Roma, padrona e farabutta, che ci ha dato questi Pm. Non sa Bossi se si ripresenterà come candidato al Congresso di ottobre e non sa nemmeno se martedì sarà a Bergamo, alla manifestazione adesso trasformata nello show per l'orgoglio leghista.

 

Dice di sentire l'affetto dei militanti, eppure la base sembra disorientata, in parte ben più agguerrita dei dirigenti nel chiedere che ora si faccia pulizia. In tanti ammettono che il ’Capo’ di errori ne ha fatti molti, a cominciare dalla candidatura del figlio Renzo.

Ma la prima a rischiare è Rosy Mauro, di cui in molti chiedono la testa. La parola d’ordine è ricompattare, siamo tutti leghisti, basta correnti. Ma tra quelli del ‘cerchio magico’ e i barbari sognanti di Maroni una dura guerra è appena cominciata.