02/05/2024
16/02/2011


Uno sguardo su tutto il mondo del fumetto e su tutto il mondo, visto dai fumetti

 .. La dignità delle donne è la dignità del fumetto [II parte]
110 anni di uomini di acciaio e donne di carta 
 



Sono passati cinque anni dalla manifestazione "Se non ora quando", che aveva rimesso al centro dell'attenzione mediatica e sociale le istanze su una reale parità del ruolo della donna nel nostro paese.
Il 26 e 27 novembre prossimi ci sarà la manifestazione nazionale  "Non una di meno", contro la violenza maschile sulle donne, e per la costruzione dell’assemblea nazionale con tavoli tematici, che servirà a fare il punto sul percorso fatto, sullo stato delle cose e sui cambiamenti culturali radicali necessari a non perpretare una situazione di violenza quotidiana radicata.

Riproponiamo in questa occasione, un lungo articolo scritto nel 2011, diviso in due parti, dove iniziavamo ad analizzare come il fumetto ha specchiato la realtà femminile, assorbendo e poi rilanciando stereotipi di genere di vario tipo.

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Siamo nel pieno di un potente vortice di energia femminile: passata la grande manifestazione “Se non ora quando?” che ha smosso pesantemente le acque del movimento femminista e del dibattito sulla dignità della donna, passato San Valentino, altro immenso appuntamento annuale nelle tradizioni comportamentali tra i sessi, stiamo cavalcando le onde che si propagheranno fino al vicino 8 marzo e poi ancora oltre, al 6 aprile, giorno un cui inizierà il processo breve a Berlusconi, la cui sentenza è in a mano a tre giudici donna e come ha commentato un editoriale sul sito di “Famiglia Cristiana”: “Viene subito in mente la nemesi. Tu, Berlusconi, delle donne ti sei servito, e in malo modo; le stesse donne faranno giustizia”.

Cosa porterà questa propagazione del dibattito e della protesta femminile in un cosi’ lungo e prominente, come mai da decenni, continuum spazio temporale?
Scrutiamo il passato della donna, per vedere se ci sono segni premonitori sul suo futuro…

Nella prima parte abbiamo gettato un occhio sulle strisce a fumetti con personaggi femminili del periodo iniziale del fumetto. In questa seconda parte inizieremo ad analizzare le strisce di maggiore longevità e diffusione nel nostro paese.


Nel 1913 George McManus crea  "Bringing Up Father", striscia in Italia nota come “Arcibaldo e Petronilla” e pubblicata nel nostro paese per decenni dal "Corriere dei Piccoli", ma anche nel 1945-46 sul giornale “Topolino”, col nome di  “Zenobaldo e Domitilla”.
 
Tra i protagonisti principali della striscia, Maggie (Petronilla), moglie di Jiggs (Arcibaldo).
Lei lavandaia, lui operaio in una fabbrica di mattoni, entrambi immigrati dall’Irlanda, vengono benedetti da una vincita alla lotteria (sogno e spesso unica speranza, ancora cento anni dopo, anche di milioni di Italiani…).

Grazie alla piccola fortuna, si aprono loro le porte della società “bene”, ma ogni tentativo di Petronilla di elevare la coppia culturalmente e socialmente - studiando canto e pianoforte, seguendo il teatro e la moda - viene mortificata da Arcibaldo, che continua a preferire la frequentazione dei vecchi compagni di bevute, giocando a carte e mangiando stufati di cavallo con patate.
Fisicamente imponente rispetto al marito, Domitilla è una matrona che non esita a bistrattare Arcibaldo anche fisicamente, quando il marito risulta troppo goffo o asociale.



Nel 1919 Elzie Crisler Segar crea “The Thimble Theatre”, con protagonista la famiglia Oyl. Olivia Oyl è la figlia, fidanzata con Harold Hamgravy, ma il loro rapporto è tempestoso: lui ha una particolare attrazione verso le altre donne, specialmente quelle ricche; lei non disdegna la corte degli altri uomini, ma si rivolta come un animale infuriato contro le “fiamme” del suo uomo, arrivando anche pesantemente alle mani.

Nel 1929 viene introdotto nella serie un marinaio sgrammaticatoo e di poca creanza: Popeye, ovvero Braccio di Ferro. Da quel momento il nuovo arrivato prende sempre più la scena, arrivando a rubare il nome della striscia a fumetti e anche il cuore di Olivia. Braccio di Ferro e Olivia flirtano senza pudore davanti al fidanzato ufficiale, e i due uomini arrivano spesso alle mani per decidere chi deve uscire con la ragazza.
Peccato che nella foga, nella maggior parte dei casi, Olivia si trovi in mezzo alle botte ed è lei a finire massacrata dai calci e dai pugni dei due.




In una tavola domenicale viene strattonata come uno straccio dai due, che se la strappano l’un l’altro dalle mani. Finisce così ammaccata e mal ridotta che tutti e due i pretendenti alla fine la lasciano in mezzo alla strada, preferendo uscire con altre donne, meglio sistemate.


Olivia comunque in questo primo periodo editoriale ha una sua personalità ben distinta, e un suo giro di frequentazioni.
Pian piano negli anni e passando dalla carta stampata ai cartoni animati (e di nuovo, in Italia, nei fumetti dell'editore Bianconi, di grande successo negli anni ’70), diventerà sempre più solo la fedele eterna fidanzata di Braccio di Ferro, sempre rapita dal bruto Bluto (in Italia Timoteo) e sempre salvata come principessa indifesa dal suo uomo.
 
Sorte leggermente migliore c’è l’ha Blondie, ideata da Chic Young nel 1930.
La serie, intestata in originale alla sola protagonista donna, in Italia (pubblicata dal quotidiano Paese Sera e dalla rivista “Il Mago” edita da Mondadori negli anni ’70) viene ribattezzata “Blondie e Dagoberto”, con l’aggiunte del nome del marito.

Blondie originariamente è una “flapper”, una delle ragazze della gioventù femminile liberata degli anni ’20 e ’30. Ragazze che si ribellano all’idea di famiglia borghese dei loro genitori, vestono alla moda con spericolate (per l’epoca) gonnelline, con fantastici cappellini, e passano il tempo nelle sale da ballo, dove non disdegnano di bere, di fumare e addirittura di ascoltare il jazz, definito all’epoca “la musica del demonio”!

Ma da subito Blondie si fidanza con Dagwood (Dagoberto) ricco rampollo della dinastia degli industriali Bumsteads. Uomo deciso e tutto di un pezzo, Dagoberto sposa la proletaria Blondie nonostante l’assoluto divieto dei genitori e per questo viene diseredato.
Da questo momento inizia una strana trasformazione nei due: lei da donna decisa e lavoratrice, diventa la perfetta mogliettina e casalinga; lui, da uomo risoluto, diventa pian piano un simpatico buffoncello, sia a casa sia al lavoro.

Bisogna anche dire che Blondie non vive il ruolo della casalinga spaccandosi la schiena ai fornelli o sui pavimenti. Sono tantissime le strisce in cui la si vede uscire a fare shopping o con le amiche e la sera non ha ancora preparato da mangiare, riuscendo sempre a farsi portare fuori a cena da Dagoberto.
Nel corso degli anni la famiglia si accrescerà con figli e animali domestici, inchiavardando i due sempre più negli stereotipi di coppia.
Blondie, dopo la morte del creatore della serie, Chic Young, passerà ulteriormente al ruolo di spalla e Dagoberto diventerà il protagonista principale delle situazioni comiche.



Il Fumetto tra i vari padri (e madri) nobili ha la satira politica, che porta alle strisce di umorismo di costume sociale (finora analizzate), ma anche la letteratura Pulp.
Vendicatori mascherati, eroi senza paura, forzuti e uomini di azione che affrontano i pericoli e i crimini più disparati, che trasposti dalla letteratura di genere al fumetto fanno nascere il filone dei comics avventurosi.


In questa scia, nel 1934 Alex Raymond idea Flash Gordon (pubblicato da subito anche in Italia, sugli albi dell’ “Avventuroso”).
Accanto all’eroico protagonista, troviamo la mora Dale Arden. Per quanto alcuni studiosi vogliano ricondurre Dale a un ruolo paritario accanto all’eroe maschile, riportando vignette dove la bella combatte al fianco e con lo stesso ardore e armamentario di Flash, la somma delle storie ci mostra la classica eterna fidanzata e donzella col ruolo di trovarsi continuamente in pericolo e offrire occasione al biondo Gordon di salvarla, principalmente dalle grinfie del vecchio e laido Imperatore Ming, che vuole possedere a tutti i costi la giovane, anche a costo di perdere tutto il suo regno.
 
Al soldo di Ming, non solo brutali uomini nerboruti, ma anche bellissime quanto spietate donne, come Uraza, che non esitano a sfruttare e sottomettere  altre donne, pur di mantenere il loro ruolo di potere privilegato alla corte del sultano spaziale.
Anche la figlia dello stesso Ming, Aura, inizialmente sostiena la causa del padre e non ha problemi che questi possegga Dale, pur di avere Flash tutto per lei.





Sempre nel filone delle strisce di Avventura, nel 1934 arriva Mandrake (In Italia nel 1935, sempre su “L’Avventuroso”), ideato da Lee Falk. Protagonista principale è un mago, con cilindro, marsina e baffetti.
Nella prima avventura è accompagnato solo da suo nerboruto schiavo negro, Lothar, ma già nella seconda storia fa la sua comparsa Narda, principessa di sangue reale.
Da allora i due diventano inseparabili, ma – tra i misteriosi e quasi onnipotenti poteri magici di Mandrake e l’immensa forza bruta di Lothar a risolvere ogni situazione-  manca un ruolo veramente attivo di Narda nelle storie, se non di bella figurina esteticamente molto gradevole.
 
Per altro nei primi episodi i rapporti donne-uomini mostrano la corda non solo nei pesi specifici di Mandrake e di Narda.
In un’avventura, Mandrake decide di dare una lezione alla spocchiosa contessa Desiree, e non trova di meglio che mettersela sulle ginocchia e darle una sonora sculacciata… 

Mandrake e Narda saranno fidanzati editorialmente veramente a lungo, per 63 anni, fino alle nozze nel 1997.

Negli anni ’70 gli autori provano a dare un ruolo di donna liberata a Narda (e di dignità a Lothar, che da schiavo negro quasi muto, e mezzo nudo col fez, sarà promosso a principe di grande cultura di un regno africano), ma nella pratica Narda rimarrà a fare la bella statuina.







Nel 1936 sempre Lee Falk dà vita a Phantom, in Italia famoso come L’Uomo Mascherato (pubblicato dall’ “Avventuroso” e poi in una serie di successo negli anni ’70 dai Fratelli Spada).


Phantom è un grande rubacuori. Sembra che nessuna donna gli possa resistere, gli cadono letteralmente ai piedi, comprese quelle più cattive e spietate.

Lui fa il prezioso con tutte e si concede a nessuna, al massimo, parimenti del suo amico Mandrake, non trova di meglio che sculacciare anche lui le donne che ritiene capricciose e degne di imparare una lezione (e diventando di esempio per altri uomini in questo, con le donne che alla fine capiscono e apprezzano il gesto!)


 
Sarà solo l'avventuriera e liberata Diana Palmer (la prima vignetta in cui compare, tira di boxe in allenamento con un uomo, mollando non pochi sganassoni), a rubargli il cuore, anche se il loro amore sarà impossibile per molti anni e Diana sembra quasi decisa a un certo punto a metter su la classica famiglia borghese, con un affascinante ufficiale dell’esercito.

Fin quando la tregenda degli eventi tiene separati i due, Diana risulta una donna proattiva, che si getta a capofitto nelle più pericolose i mprese, pur di stare vicina al suo uomo.
Intendiamoci, è sempre Phantom il protagonista dell’azione, quello al centro della scena e che risolve le situazioni, ma Diana non è certo la donnettina che lo aspetta davanti al focolare e basta.

L’inizio del declino della personalità di Diana arriva con la stabilità del rapporto, quando i due finalmente si riuniscono e si giurano eterno amore e fedeltà.

È anche finita l’epoca delle “flapper” e delle successive donne lavoratrici in tempo di guerra, gli anni ’50 si avvicinano a ampi balzi e il ruolo della donna deve ritornare quello di rassicurante gestrice della casa, mentre l’uomo sbriga i lavori da uomini.

Diana quindi, anche se mai annunciato dichiaratamente nelle storie, si eclissa pian piano, smorzando non solo la sua presenza attiva nell’azione ma anche il suo fascino femminile e la sua eleganza, prominente nelle prime storie. Gli autori, per non deludere il pubblico maschile, continueranno a mostrare ogni tanto le sue grazie, grazie a provvidenziali cambi di abito nel mezzo della giungla. Dopo gli anni '70, a Narda verranno affidati compiti di agente segreto, per ridarle un po' di dignità.

La coppia convolerà a nozze nel 1977, e solo dopo i due genereranno dei figli, due gemelli.
Ai lettori nulla sarà concesso della visione del parto, come se fosse meno avventuroso di una scazzottata coi contrabbandieri. Diana in mutande e reggiseno mentre si cambia è una immagine lecita da mostrare, anche plurime volte. Diana nel pieno delle doglie, o mentre stringe i figli appena nati al seno, assolutamente no.
Sarà Phantom nelle pagine del fumetto, a uscire trionfante e felice con i due gemelli stretti nei suoi braccioni, mentre la madre che ha fatto tutta la fatica e lo sforzo viene tenuta in disparte dagli autori, non viene mostrata (non sia mai che una puerpera risulti poco avventurosa…), la sappiamo solo in buona salute, dentro la caverna dove ha partorito.



Questa maternità fumettistica porta però anche dei vantaggi a Diana.
Nonostante abbia partorito, sembra con parto naturale, due gemelli, Diana non avrà mai una smagliatura, non un filo di cellulite, non un grammo di grasso in più, avrà capelli sempre a posto e robusti.
Un  esempio irraggiungibile per tutte le altre donne, quelle in carne ed ossa.


 
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