20/04/2024
30/09/2019

L'auto a noleggio piace ai ladri

Nel 2018 rubati quasi 1600 veicoli, 4 al giorno. Danni per oltre 10 milioni di euro




Vanno a ruba nel senso più letterale del termine. Sono le auto a noleggio a breve termine.


Secondo l‘ultimo rapporto dell’ANIASA, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, nel 2018 sono stati rubati in Italia quasi 1.600 veicoli, più di 4 ogni giorno, con un aumento del 36% rispetto al 2017 e con danno calcolato di oltre 10 milioni di euro.

In testa alle regioni più a rischio ci sono Campania, Puglia, Sicilia, Lazio e Lombardia dove si verifica il 90% dei furti italiani.

L’allarme è alto nonostante le società di autonoleggio negli ultimi anni siano corse ai ripari proteggendo la propria flotta con dispositivi hi-tech per poter continuare a garantire servizi di mobilità ad aziende e turisti sull’intero territorio nazionale e nonostante negli ultimi 6 anni i recuperi dei veicoli siano passati dal 18% al 49%.

Un anno nero il 2018, in controtendenza rispetto agli ultimi quattro anni quando i furti erano calati.

Quando un’auto viene rubata la prima immediata conseguenza è non solo la perdita economica pari al valore del bene sottratto, ma anche il mancato ricavo derivante dall’impossibilità di noleggiarlo almeno fino a quando il mezzo rubato non viene rimpiazzato in flotta, oltre alla generazione di costi e alla perdita di tempo dovuta alle necessarie pratiche amministrative e burocratiche necessarie.

A questo si aggiunge il danno d’immagine per il Paese, con turisti che in vacanza vengono spesso derubati anche dei bagagli lasciati nell’auto e vedono la propria permanenza nel Belpaese rovinata da un fenomeno che solo in Italia raggiunge picchi così elevati.

 “In controtendenza rispetto al trend generale dei furti a livello nazionale, da anni in costante calo, il settore del noleggio veicoli rappresenta oggi il principale bacino cui attingono le organizzazioni criminali”, ha detto Giuseppe Benincasa – Segretario Generale di ANIASA. “Un fenomeno che beneficia di un’evidente difficoltà di contrasto da parte delle Istituzioni centrali e locali e che riserva, purtroppo, al nostro Paese la maglia nera a livello europeo”.