28/03/2024
13/12/2014

Riforme, la tregua armata della minoranza dem. E il governo va avanti

POLITICA - Dissidenti non partecipano a votazione articolo 3. Relatori eliminano il voto bloccato sul ddl dell’esecutivo. Civati: "Se continua così un partito a sinistra del Pd si costituirà sicuramente, non per colpa nostra"

renz

La minoranza del Pd sceglie la linea morbida per non mandare "sotto" il governo ma tiene ferma la sua linea politica. Una tregua armata. Un gesto di fair play politico tutto interno al partito, accolto con una risposta positiva da parte del governo, che porta apparentemente alla distensione, dopo una giornata 'calda'. Alla Camera, in commissione Affari costituzionali, il gruppo dei deputati dissidenti del Partito Democratico ha chiesto di non partecipare alle votazioni degli emendamenti alle riforme, in particolare sull'articolo 3 del ddl che riforma il bicameralismo perfetto.

Dal canto suo, la Commissione Affari costituzionali della Camera ha approvato l'emendamento, quello voluto dalla stessa minoranza, che elimina la possibilità per il governo di chiedere alla Camera il voto bloccato su un proprio ddl. In serata però M5s e Lega hanno abbandonato i lavori della Commissione e la stessa Rosy Bindi non ha partecipato al voto in segno di dissenso: assieme ad Andrea Giorgis aveva chiesto ulteriori limiti da inserire nell'emendamento.

I dubbi sull'emendamento dei relatori alle riforme erano arrivati oggi sia dai centristi che dalla minoranza dei dem. La decisione di chiedere di essere sostituiti è stata presa al termine di una animata riunione, a cui ha preso parte anche il capogruppo Roberto Speranza, in cui non sono mancati i momenti di tensione. L'intesa raggiunta è stata quella di evitare il ripetersi di episodi come quello di mercoledì scorso, quando governo e relatori sono "andati sotto" proprio per il voto della minoranza del Pd.

Pippo Civati, partecipando ad una iniziativa dell'associazione 'E' Possibile' a Bologna, ha annunciato che "se Renzi si presenta con il Jobs Act e con le cose che sta dicendo alle elezioni a marzo, noi non saremo candidati con lui". "Se continua così - ha aggiunto - un partito a sinistra del Pd si costituirà sicuramente, non per colpa nostra".