25/04/2024
01/10/2014

Jobs act: Renzi rilancia il tfr in busta paga

POLITICA - Dopo le divisioni alla direzione del Pd, il capo del governo ha fretta di stabilire i punti della legge sul lavoro e guardare oltre

"Tfr in busta paga? Ne stiamo parlando, ne discuteremo nei prossimi giorni. Ma anziché tenere i soldi da parte alla fine del lavoro, te li dò tutti i mesi. Significa che, per uno che guadagna 1.300 euro, un altro centinaio di euro al mese che uniti agli 80 euro inizia a fare una bella dote. Se recuperi 180 euro nel giro di un anno vuol dire che inizi ad avere un potere d'acquisto maggiore". Parola del premier Matteo Renzi che in un'intervista a Ballarò, anticipa parte dei contenuti del Jobs act.

Dopo le divisioni alla direzione del Pd, il capo del governo ha fretta di stabilire i punti della legge sul lavoro e guardare oltre: "Nella legge di stabilità metteremo un miliardo e mezzo sugli ammortizzatori sociali. Il tfr così com'è c'è solo in Italia. Se diamo il tfr in busta paga si crea un problema di liquidità per le piccole imprese, le grandi ce la fanno. Stiamo ragionando sul dare i soldi che arrivano dalla Bce alle piccole e medie imprese per i lavoratori, perché se le grandi ce la fanno le piccole hanno difficoltà", ha aggiunto il Presidente del Consiglio.
Ma sul fronte sindacale la battaglia è ancora aperta. La leader della Cgil Susanna Camusso promette un autunno caldo. "Non è finita qui" e giura al Jobs act "una strada costellata dalla mobilitazione".

Il premier, con il suo piglio sicuro, tira dritto: "Tutto deve cambiare in Italia e cambieremo". Il sindacato pensa allo sciopero? "Legittimo. Ho grande rispetto per i sindacati. Ma dov'erano negli anni in cui si creava il precariato e i diritti dei ragazzi venivano cancellati? Tornano in piazza ora? Bene! Viva! Che bello! Ma io nel frattempo non mollo", dice a Ballarò. E D'Alema? "Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo, tutte le volte che parla guadagno un punto nei sondaggi. Se quando al governo c'era D'Alema avessimo fatto la riforma del lavoro come hanno fatto in Germania o nel Regno Unito non saremmo ora a fare questa discussione", dichiara l'ex premier.

Adesso la partita sul Jobs act si gioca in Senato. In primo piano l’articolo 18, che divide le varie anime del Pd.