26/04/2024
22/11/2014

Kenya, strage su bus. Uccisi 28 passeggeri perchè non musulmani

ESTERI – Le vittime erano a bordo di un mezzo pubblico vicino al confine somalo. "La maggior parte di loro erano cristiani" afferma un ufficiale delle forze di sicurezza. La rivendicazione del massacro da parte degli Shebab

keny

Un autobus diretto a Nairobi viene fermato da un commando armato. L'autista prova a fuggire ma le ruote girano a vuoto, bloccate nel fango. Gli assalitori lasciano liberi i passeggeri di origini somale. A tutti gli altri viene chiesto di recitare versi del Corano, chi non ci riesce - prova che si trattata di un infedele – viene ucciso sul posto. Alla fine sono 28 i cadaveri rimasti a terra.

"La maggior parte di loro erano cristiani" spiega un ufficiale delle forze di sicurezza. E ancora è difficile ricostruire l'esatta dinamica della strage e fornire un bilancio definitivo. A chiarire ogni dubbio è la rivendicazione degli Shebab.

Da quando l’ esercito keniano, negli anni scorsi, ha aiutato i somali a sconfiggere gli integralisti, i militanti islamici hanno cominciato ad esportare il terrore oltre frontiera tra attacchi a Chiese e caserme fino all’assalto al centro commerciale Westgate di Nairobi, nel settembre di un anno fa.

Il distretto di Mandera dov'è avvenuta la strage di oggi - poco distante dal confine somalo - è una delle aree che rischia di cadere nelle mani dei miliziani. Nella loro rivendicazione gli Shebab definiscono l'attacco di oggi  come una risposta all'operazione dei giorni scorsi, quando la polizia dopo l’ irruzione in una moschea di Mombasa, sequestrò armi ed esplosivi appartenuti a un gruppo operativo integralista già pronto a colpire in una zona ad alta densità turistica.

Nel 2009 gli Shebab hanno dichiarato la loro alleanza con al-Qaida che li ha ufficialmente integrati nella sua rete terroristica. Ciò nonostante, nel 2011 sono stati costretti a ritirarsi da Mogadiscio dagli uomini dell'Unione Africana e hanno gradualmente perso tutte le loro roccaforti nel centro sud del Paese. Continuano però a controllare vaste zone rurali e da qui partono per spettacolari quanto sanguinosi attentati sia a Mogadiscio sia, dall'anno scorso, anche nel vicino Kenya. Nairobi è, a loro avviso, colpevole di aver lanciato proprio a partire dalla fine del 2011 una campagna militare contro le loro basi nel sud della Somalia.

Attualmente l'organizzazione terroristica può contare su migliaia di guerriglieri (tra i 5.000 e i 9.000 secondo gli osservatori) e sul sostegno obbligato delle popolazioni rurali, prive di qualsiasi difesa, praticamente abbandonate dal traballante potere centrale e sottoposte a vessazioni di ogni genere dai radicali islamici. Contro di loro sono schierati i militari dell'Unione Africana (22.000 uomini) che finora però non hanno spinto la loro offensiva verso l'estremità meridionale della Somalia.