19/04/2024
25/06/2019

Rivoluzione verde in Costa Rica

Addio ai combustibili fossili entro il 2050. L’ obiettivo ambizioso del Presidente Alvarado




Lo chiamano il Paese della rivoluzione verde perché si è dato un obiettivo ambizioso. Entro il 2050 la Costa Rica vuole dire addio ai combustibili fossili.


Ha appena 5 milioni di abitanti, poco meno della metropoli di Roma e niente in confronto ai tre giganti demografici che le girano attorno, Stati Uniti, Messico e Brasile, Paesi che all’ambiente pensano poco.

Eppure, nonostante le dimensioni, la Costa Rica con il suo Presidente, Carlos Alvarado Quesada, 39 anni con un passato da scrittore, ha un’ambizione grande.

Per spiegare il suo piano di azzeramento delle emissioni Alvarado ha insistito proprio sull’importanza della narrazione. “La lotta al riscaldamento globale, dice, è la più grande sfida dell’umanità, ma ci manca una storia da seguire.  Per questo la Costa Rica vuole essere quella storia, per ispirare poi tutti gli altri e convincerli a seguirci”.

La maggior parte dell’elettricità generata nel Paese già proviene da fonti rinnovabili, soprattutto dall’acqua dei fiumi. Per questo l’obiettivo è de-carbonizzare il settore dei trasporti e traghettarlo verso l’energia elettrica che entro 30 anni dovrà alimentare bus, taxi, automobili e treni.

Poi bisognerà rivedere il sistema dei rifiuti, sostituendo le discariche e introducendo nuovi impianti di compostaggio e di riciclo e capire come contenere i gas serra prodotti dall’agricoltura e dall’allevamento.

Non sarà certo un’impresa facile. Il governo dovrà innanzitutto trovare nuove fonti di reddito, perché il 20% delle entrate pubbliche proviene dalle tasse sui combustibili fossili e sulle automobili. E dovrà anche pensare a riconvertire la Recope, la compagnia petrolifera statale e la più grande azienda dell’America centrale. Qualcosa in realtà la società sta già facendo sostituendo per esempio la benzina super con una nuova miscela a base di etanolo