26/04/2024
03/07/2015

Grecia, Varoufakis: "Accordo anche con il no"

ESTERI - Testa a testa nei sondaggi. I sì al 44,8 e i no al 43,4 per cento. Il FMI: "Ad Atene servono 50 miliardi fino al 2018"

oki

In Grecia, a due giorni dal referendum , decisivo per il futuro del Paese e di tutta l'Europa, il governo va avanti con la campagna per il 'no'. Ostentano sicurezza sia il premier Tsipras che il Ministro delle Finanze Varoufakis che rassicurano su un accordo tra Grecia e creditori internazionali, qualsiasi sia l'esito delle consultazioni . "Anche con la vittoria del No l'accordo è più o meno fatto"- ha detto, secondo Bloomberg, Varoufakis alla radio irlandese aggiungendo che "la Grecia resterà nell'euro". Secondo il ministro inoltre il No porterà a un accordo che includerà "la ristrutturazione del debito".

E Tsipras ieri sera aveva detto che in caso di vittoria del No lunedi sarebbe volato a Bruxelles a firmare un'intesa permettendo alle banche di riaprire il giorno dopo. Da parte sua il Fondo Monetario Internazionale ha fatto sapere che Atene ha bisogno di almeno 50 miliardi di euro fino al 2018. Intanto l'Alta corte greca si esprimerà oggi sulla costituzionalità del referendum mentre é corsa contro il tempo per consegnare le schede della votazione nelle isole più lontane dell'Egeo. E sempre oggi sono previste manifestazioni del fronte del 'sì' allo stadio Kallimarmaro di Atene e del 'no' a piazza Syntagma.

I nuovi sondaggi dicono che c'é un sostanziale testa a testa tra i 'sì' e i 'no' con i si al 44,8 e i no al 43,4 mentre la tensione tra i due schieramenti si taglia con il coltello. Il Paese intanto rischia di essere messo ulteriormente in crisi dalla mancanza di liquidità delle banche con le riserve dei quattro maggiori istituti ridotte al lumicino. Il limite di 60 euro giornalieri ai prelievi al bancomat non ha migliorato la situazione con code lunghissime davanti agli sportelli delle banche. Cibi e farmaci cominciano a scarseggiare e le isole, con l'arrivo dei turisti , sono già alle prese con problemi di approvvigionamento, soprattutto per certe categorie di generi alimentari.

Alla base del problema, secondo la Camera di Commercio delle Cicladi, c'è il fatto che le imprese locali non possono pagare i loro fornitori esteri a causa del controllo dei capitali imposto dal governo. Arrivano intanto le prime disdette . Il calo delle prenotazioni ha giá raggiunto il 30-40% e ció significa che almeno 240.000 prenotazioni attese negli ultimi cinque giorni non si sono di fatto concretizzate.