26/04/2024
15/02/2012

Il festival
di...Celentano

A Sanremo occhi puntati sul super ospite, Adriano Celentano, che si è prodotto in un monologo di 50 minuti dove non ha risparmiato nessuno. Dai giornali cattolici al referendum. Inevitabili le polemiche anche su web. Ma gli ascolti volano

Via con polemiche per  la prima serata della più attesa kermesse musicale d'Italia. A Sanremo occhi puntati sul super ospite, Adriano Celentano, che si è prodotto in un monologo di 50 minuti dove non ha risparmiato nessuno. Dai giornali cattolici al referendum, per chiudere con l'insulto al critico Aldo Grasso.

Insomma, ce n'è per tutti: "preti e frati che non parlano mai del motivo per cui siamo nati, non parlano mai del Paradiso, come se non fossimo nati per morire". E poi l'attacco ad Avvenire e Famiglia Cristiana. E ce n'è pure per la Rai: il cantante si scaglia contro l'allontanamento dalla azienda di Michele Santoro. Prima dell'attacco alla Germania e alla Francia, l'insulto a quel “deficiente di Aldo Grasso” e le critiche alla Merkel e Sarkozy.

Un intervento lungo che ha fatto passare in secondo piano proprio la ragione del Festival, cioè la musica. Francesco Renga, cantante in gara, ha criticato la scelta: "50 minuti senza interruzioni? Mi sembra eccessivo uno spettacolo di 50 minuti all’interno di Sanremo. Facciamo la cornice di Celentano. Direi che non contiamo una beata fava".

Ma è dalla rete che arrivano i commenti più critici. Noioso, lento, troppo lungo solo alcuni dei giudizi su Twitter pochi minuti dopo la performance di Celentano.

"Non mi annoiavo così dalle lezioni sull'Ariosto", scrive Marta. "Credevo non ci fosse spettacolo più noioso del mio libro di anatomia", è il commento di Fabiola. E tanti i tweet che 'inneggiano' concordi alla pubblicità: "Mai stato così felice per la pubblicità", "non avrei mai pensato di dirlo, ma meno male che c'é la pubblicità".

Accoglienza mista all'attacco di Celentano ad Avvenire e Famiglia Cristiana: c'é chi ne apprezza la schiettezza: "finalmente qualcuno che dice chiaramente quanto siano inutili", ma anche chi proprio non ci sta: "prima di parlarne si sciacqui la bocca. Poi se li legga", oppure "Il teologo Celentano lasci in pace Avvenire e Famiglia Cristiana: legga Topolino".

Non piace particolarmente nemmeno la critica dell'artista alla bocciatura del referendum sulla legge elettorale da parte della Corte costituzionale: "Attacco pieno di inesattezza", lo definisce Francesco; "Disinformazione e populismo", secondo Roberto. C'é anche spazio per un pizzico di nostalgia per un Adriano diverso: "Non ci posso credere che è la stessa persona che cantava Azzurro", commenta Luigi; "Continuo a preferire il Celentano cantante rispetto al Celentano profeta", scrive Igor; "Per me l'apice della sua carriera è stato interpretare la scimmia di Bingo Bongo”, ironizza Monica.

Giudizi negativi arrivano anche dal mondo della musica: "Ma non era una manifestazione canora?", si chiede Enrico Ruggeri sul suo profilo Twitter, e continua "Sono imbarazzato come operatore dello spettacolo e dispiaciuto per i miei colleghi che stanno aspettando la fine di questo delirio. Sono le 23.20 e hanno cantato in 6: è una sconfitta per la discografia e per la musica". "'Na poracciata'', è la bocciatura in romanesco di Fiorella Mannoia. E Francesco Facchinetti  twitta: "Mio padre mi chiama e mi dice: 'ma siamo a scherzi a parte?''. Più ironico il commento di Leonardo Pieraccioni: "Celentano è come i giochi a Gardaland: prima di arrivare alla canzone devi fare 35 minuti di fila". Taglia corto Gerry Scotti, sempre su Twitter. "Non abbiamo bisogno di vedere questo. Punto".

In ogni caso piaccia o non piaccia gli ascolti volano e la prima serata fa registrare un dato superiore a quello dell’anno scorso: 14 milioni e 378 mila telespettatori pari al 48.51% di share.

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