29/03/2024
16/10/2014

La manovra non piace alle Regioni: "Inaccettabile"

POLITICA - Chiamparino minaccia le dimissioni e parla a nome dei governatori: in questo modo viene colpita la Sanità

Le Regioni potrebbero aumentare le tasse a seguito dei tagli previsti dalla legge di stabilità. Questa una fra le ipotesi, non esclusa dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che però non piace alle Regioni.

"La manovra così come si configura è insostenibile" ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino. La decisione del governo "incrina il rapporto che dovrebbe essere di lealtà istituzionale e di pari dignità istituzionale tra enti dello Stato".

"Per quel che mi riguarda, piuttosto che ritoccare l'Irap lascio l'incarico di presidente della Regione" ha minacciato Chiamparino. "Credo che questo rappresenti bene lo spirito con cui le Regioni si accingono al confronto con il governo", ha aggiunto Chiamparino.

"C'è un tema di affidabilità istituzionale che si pone: con questa misura vengono meno due patti e quindi, da parte del Governo, non si è affidabili”, ha detto il vicepresidente della conferenza delle Regioni e presidente della Campania, Stefano Caldoro. "E' come fare spesa con i soldi degli altri, è un problema di rapporti istituzionali e siamo pronti ad aprire un confronto con il governo", ha concluso.


Anche il presidente della Lombardia Roberto Maroni critica il provvedimento: "Valutando il testo, sembra ci siano 4 miliardi di tagli alle Regioni, 2 dei quali sono i nuovi fondi alla sanità datici a luglio di quest'anno con un accordo tra Governo e Regioni e che adesso sarebbero inopinatamente tagliati. Non è che il Governo può prima fare un accordo - afferma Maroni - e poi togliere di mezzo questo accordo senza coinvolgere chi ha firmato". Secondo il presidente della Lombardia, "come conseguenza ci sarà non una riduzione delle tasse ma, temo, un aumento delle tasse da parte delle Regioni perché questi tagli, soprattutto nella sanità, sono insostenibili".


E anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti  disapprova le scelte del governo Renzi: "Siamo chiamati a finanziare scelte politiche non nostre ma prese dal Governo, legittime, ma non richieste dall'Unione europea", ha detto. "Semplice - ha detto - abbassare le tasse con i soldi degli altri. Le Regioni sono chiamate ora a condividere il raggiungimento di obiettivi di finanza pubblica dettati dall'Ue, a finanziare scelte che non abbiamo preso noi ma il governo".


Netto anche il giudizio di Luca Zaia, presidente del Veneto: "Per le Regioni, quelle virtuose per prime, questa manovra passerà alla storia come la legge del massacro. Tagli insostenibili. A Pinocchio stavolta il naso si è allungato a dismisura - aggiunge - perché i tagli sono solo lineari, senza rispetto per le Regioni virtuose e i loro eroici cittadini. Lo scopriremo quando avranno la bontà di farci sapere quali sono le coperture della manovra, a cominciare da come tagliano l'Irap, cosa che chiedo da ben prima di Renzi, senza tagliare la sanità, scelta aberrante che finirà per ricadere proprio su imprese e cittadini che si vorrebbero agevolare". "Siamo pronti alla ribellione - conclude Zaia - in tutte le forme possibili purché legittime, ma sappiano i gabellieri di Roma che il Veneto non taglierà un euro del suo bilancio almeno, e men che meno toccherà la sua sanità di eccellenza finché non vedremo che altrove ne saranno stati tagliati 10 o 20. E allora non ci sarà bisogno d'altro".


"E' tecnicamente impossibile prevedere questi tagli senza incidere per il 70% sulla sanità: dei 4 miliardi di tagli, 3 saranno sulla sanità. Il resto ricade sul trasporto pubblico che si basa sulle entrate delle Regioni: non si regge tecnicamente. Con la rettifica fatta in Finanziaria non si vuole dire la verità: questi tagli sono su sanità e trasporti", afferma il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.


Anche il presidente della Toscana Enrico Rossi ha da ridire sulla legge di Stabilità: "Non tornano i conti: se proiettiamo questi dati nella mia regione si tratta di 400 milioni di tagli. A meno che non si taglia la sanità, bisogna azzerare gli altri servizi ed io i soldi per l'emergenza idrogeologica, per fare solo un esempio, non vorrei tagliarli... Se si va avanti con questa politica - ha concluso - il Patto per la sanità viene meno tre volte".