25/04/2024
08/03/2017

Ue all'Italia:"Pochi rimpatri".Gentiloni:" Niente lezioni"

POLITICO- Dal Rapporto del Consiglio europeo sui migranti:"I ritardi sui collocamenti dipendono anche dall'Italia"




POLITICA - Un rapporto molto spinoso quello preparato dal Consiglio europeo sulla gestione degli immigrati in Italia. Un rapporto dove vengono elencate le criticità del nostro Paese puntando il dito sulle procedure di identificazione, sul sistema di accoglienza e sulla gestione dei rimpatri. Insomma Strasburgo riconosce che gli altri Paesi europei e non  dovrebbero fare di più sul fronte dei ricollocamenti , ma sostiene che in Italia ci sono troppi ostacoli procedurali. 
"Le debolezze del sistema italiano di rimpatri volontari e delle espulsioni forzate rischiano di incoraggiare l'afflusso di un sempre maggior numero di migranti economici irregolari" è la  conclusione del  rappresentante speciale del Segretario generale del Consiglio d'Europa per le migrazioni e i rifugiati, l'ambasciatore Tomas Bocek  dopo la visita condotta nel nostro Paese lo scorso ottobre.
In particolare secondo il rapporto nel nostro Paese "non funziona" il sistema di custodia legale per i minori non accompagnati che arrivano in Italia, e gli hotspot in cui sono obbligati a trascorrere lunghi periodi, luoghi considerati “inadatti a garantire le loro necessità".
Va detto che la fotografia scattata in autunno non tiene conto dei provvedimenti adottati dal governo Gentiloni, in particolare dal Ministro dell’Interno Marco Minniti, e nemmeno della nuova legge sui minori non accompagnati. E così il Premier Gentiloni  in Senato dice :”Il problema della immigrazione non lo cancella neanche il mago Merlino. Ma è possibile sostituire quella clandestina irregolare e micidiale per i migranti con flussi e canali. Questo è l’obiettivo della Ue e spero che a Bruxelles si facciano passi in più per aiutare il lavoro di avanguardia dell’Italia”. “Sfido chiunque ad indicare un altro governo e un altro Parlamento in Europa impegnati su un complesso di riforme come quello su cui siamo impegnati in Italia. Non siamo i primi della classe, ma non accettiamo lezioni e lavoriamo nell'interesse comune".
”Non abbiamo fatto promesse - aggiunge - conosciamo la fragilità della situazione in Libia e la sua complessità, ma sappiamo anche che si è cominciato un lavoro, che nelle ultime settimane le autorità locali hanno cominciato a intervenire con loro mezzi per bloccare i migranti in procinto di partire. Sono segnali della direzione in cui lavoriamo”.