23/04/2024
16/10/2014

Giornata mondiale dell’alimentazione, l’agricoltura familiare “nutre il mondo”

ESTERI - Si tratta di un segnale forte, con cui la comunità internazionale riconosce l’importante contributo degli agricoltori familiari alla sicurezza alimentare

onu

 L’Assemblea generale dell’Onu ha nominato il 2014 “Anno internazionale dell’agricoltura familiare”. Sono 500milioni le aziende agricole familiari che producono la maggior parte del cibo del mondo grazie allo sfruttamento dei terreni agricoli in loro gestione. Il tema scelto per il 2014: “Nutrire il mondo, preservare il pianeta”,  vuole tenere alta l’attenzione sul ruolo centrale che l’agricoltura familiare riveste nella lotta contro la fame e la povertà, nel garantire sicurezza alimentare e nutrizione, nell’indirizzare la produzione verso uno sviluppo sostenibile e una corretta gestione delle risorse naturali. 

La semina rappresenta un atto in sintonia con la Terra.  Seminiamo idee, sogni, progetti e promesse perché la Giornata Mondiale dell’Alimentazione non resti solo un giorno di riflessione, ma si traduca in piccole azioni e gesti concreti. I dati confermano che consumiamo più di quanto produciamo. Per sfamare la popolazione mondiale in modo sostenibile è impensabile puntare a una intensificazione della produzione agroalimentare.

Secondo la Fao, 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate ogni anno. Cibo per produrre il quale vengono utilizzati 250 Km3 di acqua e 1,4 miliardi di ettari di terreno, e per il quale vengono immessi all’anno nell’atmosfera 3, 3 miliardi di tonnellate di gas serra. La riduzione dello spreco alimentare può essere una delle tante soluzioni. Secondo un sondaggio svolto dal Movimento Difesa del Cittadino sono verdura, avanzi di cibi cotti, frutta e pane gli alimenti che più spesso finiscono la loro vita nel cestino della spazzatura.

E sebbene 8 consumatori su 10 abbiano dichiarato di gettare quasi mai o raramente gli avanzi di cibo nella spazzatura si potrebbe fare di più. Circa la metà del campione va al supermercato una volta a settimana rischiando di non poter pianificare quanto consumerà durante la settimana e di accumulare prodotti freschi che se non consumati per tempo si trasformeranno in rifiuti.