23/04/2024
05/12/2016

Manovra e legge elettorale
gli scogli da superare

L'approvazione della legge di bilancio priorità del governo. L'incognita della legge elettorale. Nel pomeriggio si riunisce il Consiglio dei Ministri



Nelle prime ore dopo il voto Matteo Renzi si è mostrato ed è stato descritto dai suoi come irremovibile: il No al referendum costituzionale pone fine all'esperienza del suo governo, senza possibilità di un secondo appello. Il premier lo avrebbe spiegato anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una telefonata subito prima della conferenza stampa nella quale ha annunciato l'intenzione di dimettersi.

In mattinata faccia a faccia tra il presidente della Repubblica e il capo del governo. Occhi puntati sul presidente della Repubblica, duque, per gestire la partita del 'dopo'. A lui gli esponenti del centrodestra e i Cinque stelle hanno già fatto pervenire, attraverso le dichiarazioni alla stampa, l'auspicio di elezioni anticipate, magari dopo un breve periodo per fare la legge elettorale. Ma è ancora il Pd a detenere il gruppo parlamentare più nutrito e resta dunque il Partito democratico, di cui Renzi resta al momento segretario, lo snodo decisivo.

Il leader Pd ha chiarito che davanti ad un risultato così netto tocca ai capi dell'opposizione "l'onere" di avanzare una proposta sulle modifiche all'Italicum. Parole che suonano come una sfida, davanti all'eterogeneità dei partiti di minoranza. Difficile comunque che qualsiasi intervento sarà fatto prima di fine gennaio o inizio febbraio, quando la Consulta si pronuncerà sull'Italicum. Il capo dello Stato, d'altra parte, ha già fatto trapelare nelle scorse settimane la sua contrarietà a sciogliere le Camere, senza una legge elettorale omogenea per Camera e Senato. Il primo problema che si pone, però, superato lo scoglio della manovra, è quale governo possa traghettare il Paese verso le elezioni, che a questo punto potrebbero avvenire non alla scadenza della legislatura nel 2018, ma già nella primavera 2017