19/04/2024
06/12/2019

Non vediamo più le stelle. È allarme inquinamento luminoso

Troppa luce sulla Terra. Cresce a un ritmo che va dal 2 al 6% l’anno. Nascono nel mondo i Dark Sky Park, aree dedicate al buio





Ricordate l’ultima volta che avete visto le stelle? Per chi abita in città è quasi normale e raramente riesce a scorgerle attraverso il filtro delle luci artificiali, così abbaglianti e onnipresenti che lasciano pochissimi spazi di pura oscurità da dove godere una vista non filtrata del cielo di notte.

Si chiama inquinamento luminoso ed è una luce sempre più presente, in aumento sul Pianeta ad un ritmo che va dal 2 al 6% l’anno.

La scienza si è accorta dell’inquinamento luminoso solo da quando il fenomeno è stato catturato in modo esplicito dalle immagini satellitari.

Gli Stati Uniti sono così abbagliati dalla luce artificiale che i bambini americani non potranno mai vedere la Via Lattea. E in Europa occidentale si vive una realtà non troppo diversa. Ma non solo. Il fenomeno sta crescendo vorticosamente in Cina, India e perfino in Africa.

La maggior parte del mondo ne è afflitta, grazie anche all’uomo che ha avvolto il pianeta con una nebbia luminosa che preclude alla maggior parte di noi la possibilità di osservare la galassia. E neppure di accorgersi della caduta dei rottami spaziali, prodotti dagli stessi satelliti a fine vita.

L’inquinamento luminoso non è soltanto una fonte di spreco energetico ed economico, ma pone anche problemi di salute pubblica. Influenza, per esempio, il ritmo circadiano e produce svariati effetti ecologici su scala globale.

Molte specie animali vivono di notte, mentre alle piante la luce artificiale provoca un anticipo della germogliazione. Il che, a cascata, disorienta insetti e uccelli.

Si racconta che, nel 1994, quando un terremoto notturno staccò la corrente elettrica a gran parte di Los Angeles, alcune persone furono angosciate dall’aspetto spettrale del “cielo strano” che improvvisamente era piombato su di loro. In realtà, stavano guardando le stelle, forse per la prima volta nella loro vita.

Difendersi dall’inquinamento luminoso è difficile nonostante leggi e normative e nonostante il cielo notturno sia già da un po’ patrimonio dell’umanità per l’Unesco.

Stanno però nascendo soprattutto negli Stati Uniti speciali aree buie dove tornare a godere del cielo nero con tante stelle. Sono The Dark Sky Park definiti come zone dall’altissima qualità dell’ambiente notturno, protette per il loro  valore scientifico, naturale, educativo, culturale e di funzione pubblica.

La maggior parte di queste zone si trova in America. In Europa ce ne sono una ventina e in Italia ne sta per nascere una a San Vigilio di Marebbe, in Alto Adige, sito che è in attesa di certificazione ufficiale.

Va detto che l’Italia, con un lampione ogni 5 abitanti, è uno dei posti più illuminati-inquinati al mondo insieme alla Corea del Sud e alla costa est degli Stati Uniti. La zona peggiore è la Pianura Padana, mentre quella meno inquinata è l’isola di Montecristo, seguita da alcune aree della Sardegna.

Un Dark SKY Park non serve solo a godere delle stelle, ma a ricordarci di quando il cielo era per noi orologio, bussola e calendario. Serve ad educarci al rispetto della natura e a ridurre il nostro impatto sull’ambiente da un inquinamento che ai nostri occhi è quasi invisibile.