16/04/2024
24/04/2014

Marò, nuova fase. Rientra De Mistura

POLITICA - Il governo annuncia una nuova procedura che prevede un arbitrato internazionale. A due anni dalla uccisione di due pescatori manca un capo di accusa valido e il processo si trascina tra molte dilazioni

maroIl caso marò diventa internazionale, lo annuncia alla Camera il ministro degli Esteri Federica Mogherini, il governo punta a un arbitrato, cioè al ricorso a una corte internazionale indipendente, e nell'immediato questo significa due cose: primo, il ritorno a Nuova Delhi del nostro ambasciatore Daniele Mancini, lo vedete qui nella rappresentanza dove risiedono i due militari, richiamato a Roma in febbraio all'indomani di un ennesimo rinvio della Corte Suprema indiana sul caso di La Torre e Girone. Secondo, l'uscita di scena di Staffan De Mistura, il diplomatico italo svedese che era stato incaricato di gestire la vicenda.

Ho apprezzato il suo instancabile impegno dice Mogherini ma in questa nuova fase stiamo definendo un collegio di esperti, sotto la guida di un coordinatore. In sostanza e con un certo ritardo il governo rinuncia a ottenere qualcosa con la diplomazia, visto che come ricorda il ministro della Difesa Pinotti, a due anni dalla uccisione di due pescatori in Kerala manca un capo di accusa valido contro i marò e il processo si trascina in una serie infinita di dilazioni. La strada dell'arbitrato in realtà era stata già proposta e studiata, visto che ad esempio lo prevede il trattato internazionale contro i crimini in mare firmato da Italia e India, proprio quello alla base della legge antiterrorismo inizialmente invocata da Delhi contro i marò.

I governi Monti e Letta avevano scelto di non percorrerla per timore di allungare i tempi, ma ormai è chiaro che la vicenda di La Torre e Girone innanzitutto è congelata in attesa del risultato delle elezioni indiane, atteso per il 16 maggio. Ma anche dopo le elezioni l'impressione è che l'India abbia tutte le intenzioni di tirarla per le lunghe, l'arbitrato beninteso è frutto di un accordo tra le parti, quindi è necessario che anche Delhi accetti di sottoporre la vicenda a un collegio internazionale, in altre parole il futuro dei due militari italiani è tutto da scrivere, di sicuro c'è che potrebbero restare ancora mesi se non anni a Nuova Delhi.