25/04/2024
24/11/2014

Jobs Act: il testo arrivato in aula alla Camera

POLITICA - Al momento, siccome il governo sembra intenzionato a non chiedere la fiducia sul testo della riforma, si procede esaminando i circa 150 emendamenti arrivati alla Camera

E’ ripartito oggi alla Camera il lavoro sul Jobs act. Al momento, siccome il governo sembra intenzionato a non chiedere la fiducia sul testo della riforma, si procede esaminando i circa 150 emendamenti arrivati alla Camera.

Tante le proposte di modifica avanzate dai vari partiti per correggere la nuova riforma del lavoro, un margine che potrebbe consentire l’approvazione del disegno di legge entro mercoledì 26, così come auspicato dallo stesso premier Renzi e dal ministro per i Rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi.

Più che sulla singola legge delega che uscirà dal Parlamento adesso si ragiona già sui successivi decreti legislativi, che dovrebbero contenere le specifiche sui licenziamenti a seguito della nuova modifica all’articolo 18.

"Alla Camera si vota il Jobs act senza fiducia. Ha vinto il Parlamento che ha migliorato la delega grazie al lavoro della Commissione", ha scritto in un tweet il capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza.
Rispetto al testo approvato dal Senato in prima lettura, quello all'esame della Camera ha introdotto le norme sull'articolo 18 frutto della mediazione politica tra il governo di Matteo Renzi e la minoranza del suo partito. Sarà ancora possibile in Italia essere reintegrati sul posto di lavoro in caso di licenziamento per motivi disciplinari, ma solo in alcune "fattispecie ingiustificate".
Nessun diritto al reintegro invece per i licenziamenti di natura economica, per i quali l'azienda dovrà corrispondere un indennizzo crescente in base all'anzianità di servizio.
Resta salvo il diritto al reintegro se si perde il lavoro per motivi discriminatori.