16/04/2024
24/07/2014

Riforme, le opposizioni insorgono e vanno al Quirinale

POLITICA - Il governo decide tempi ridotti per gli interventi dei gruppi, protesta delle opposizioni. Il Movimento 5 Stelle, Sel e Lega lasciano l’Aula per andare da Napolitano. Boschi: "l'ultima parola ai cittadini con referendum”

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Tutti al Quirinale. Grillini, leghisti e anche "liberi pensatori Pd e Fi" come scrive su twitter Roberta Lombardi. Aula del Senato semivuota per la parte della seduta relativa al dl competitività, praticamente tutta l'opposizione è in marcia verso il Colle per essere ricevuta dal presidente Napolitano. "Al supremo garante della Costituzione chiediamo di farla rispettare e di difenderla" scrive sul social network Andrea Cioffi, uno dei tanti grillini a testimoniare 'in diretta' il corteo.

“I giochi al Senato sulle riforme si chiuderanno l'8 agosto”. A fissare la data è stata la Conferenza dei capigruppo che, a maggioranza, ha stabilito il contingentamento dei tempi in Aula per uscire dall'impasse. E il premier Matteo Renzi tira dritto per la sua strada. "Piaccia o non piaccia noi le riforme le faremo. In Italia c’è un gruppo di persone che dice no da sempre. E noi, senza urlare, diciamo si'!, spiega ad  Alan Friedman.

Di fatto, quindi, scatta la cosiddetta 'tagliola': i gruppi avranno a disposizione nelle prossime due settimane 135 ore complessive per l'esame della riforma. Un tempo nel quale, però, dovranno essere anche approvati i decreti in scadenza e già in calendario. "E' una decisione grave e irresponsabile. In Aula daremo battaglia", attacca la senatrice di Sel Loredana De Petris. "Avremo 135 ore a disposizione nelle prossime due settimane, nelle quali dovranno essere discussi anche i decreti in scadenza - sottolinea il capogruppo del M5s Vito Petrocelli.


"Questo e' un governo che si dichiara democratico e che toglie la parola ai parlamentari - osserva il capogruppo della Lega Nord Gian Marco Centinaio. Grazie a Renzi non si parla più di contenuti ma solo di tempi, vuole andare in vacanza l'8 agosto. Perche' tanta fretta? Chiedetelo a lui". Ma il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, su Twitter assicura che "l'ultima parola sulle riforme sarà dei cittadini", perche' si andra' al "referendum comunque! ".


L'atmosfera in Aula è incandescente. E, alla ripresa dei lavori, le opposizioni contestano il capogruppo del Pd, Luigi Zanda, che si difende così: "ho fatto sei appelli per cercare una soluzione condivisa. Non volevamo arrivare al contingentamento ma non potevamo permettere che la discussione sulle riforme costituzionali finisse come sta finendo". Anche con la diffusione di "espressioni luride, che mi vergogno di ripetere. Quelle sono un'offesa a chi ora sta soffrendo", ribadisce Zanda riferendosi al tweet del senatore Morra che paragona il Senato a Gaza.