29/03/2024
27/08/2013

Lampedusa, la porta d’Europa
aperta dai libri

CULTURA - Quella porta d’Europa aperta a Lampedusa verso il Sud del mondo, ha legato veramente le persone e le tante diversità del pianeta, raccogliendo la sfida della Cultura e dei libri

di Santo Della Volpe

Il 12 luglio scorso Malala Yousafzai, giovanissima pakistana di 16 anni, ferita gravemente alla testa dai talebani perché voleva studiare, si presentò all’Onu e rivendicò tra gli applausi il diritto suo e delle tante donne afgane e pakistane allo studio. E lo fece con poche e chiare parole: ”Prendete i vostri libri e le vostre penne, sono la vostra arma più potente. Un bambino, un insegnante, una penna e un libro, possono cambiare il mondo” disse con l’entusiasmo di chi non ha paura e con la forza di chi veramente può cambiare il mondo con i libri.

Pochi giorni dopo Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, riprese quell’appello al cambiamento, delle coscienze e delle speranze: ”Lampedusa non ha una biblioteca e neppure un negozio dove poter acquistare libri – aveva dichiarato ai giornalisti - Voi ci vivreste mai in una città dove non è possibile comprare dei libri? Io non credo! Quindi se in giro per casa avete libri, di qualsiasi genere, che non leggete o avete già letto e di cui volete sbarazzarvi aderite all’iniziativa di creare una biblioteca a Lampedusa, anzi una per i ragazzi e una per tutti”.

Tra Malala e Lampedusa si era creato un sottile ma resistente filo di congiunzione culturale: là dove arrivano i migranti del Sud del mondo, con il loro carico di paura ma anche di grandi speranze (anche da quell’Afganistan e Pakistan che non sono poi così lontani) è giusto che ad accoglierli ci sia anche un mondo di cultura e di libri oltre che di solidarietà.

Abbiamo così raccolto l’appello di Giusi Nicolini. “Grazie,grazie! L’appello da voi pubblicato e rilanciato ha funzionato - ci dice il sindaco - Ci sono arrivati scatoloni di libri ma anche pacchettini di uno o due libri legati dallo spago. E poi molti turisti, che sono stati qui in questo mese di agosto, sono venuti a portarci pochi o tanti libri, a mano. Due o tre… tutti ci hanno fatto piacere, tutti ci hanno detto che questo regalo l’hanno fatto con piacere e con l’idea di poter contribuire a vedere tanti ragazzi o anche migranti, leggere quei libri, imparare anche la nostra cultura o le nostre lingue”.

Ora come state organizzando la biblioteca?
“Intanto sono due le biblioteche. Una per ragazzi e una, più grande, per tutti. Intanto quella per ragazzi: abbiamo già trovato 2 stanze, vicino al Municipio, che stiamo attrezzando anche con l’aiuto di due architetti che hanno fatto un progetto e con un po’ di fondi che ci sono arrivati dall’Autorità dell’infanzia e adolescenza i cui componenti sono venuti a incontrarci. Ci sono lavori da fare, attrezzare i bagni, le scale, pulire le due stanze…”.


E l’arredo, gli scaffali? Li avete già o farete in tempo ad averli?
“Per questo abbiamo un aiuto formidabile: un falegname di Lampedusa, che fa parte anche della maggioranza che sostiene la mia giunta comunale, sta costruendo gli scaffali per i libri utilizzando i legni delle barche dei migranti abbandonate dopo gli sbarchi. È la stessa persona che ha anche fatto la croce e gli arredi sacri in occasione della visita di Papa Francesco.  Faremo di quelle barche della speranza, che hanno visto  tragedie ma anche solidarietà, i sostegni dei libri, della Cultura. Più simbolico di così. I libri che possono cambiare il mondo, cominciano a cambiare il nostro modo di vedere i migranti, facendo da sostegno all’accoglienza e diventando un modo per accettare le diversità culturali. Perché leggere apre le menti, allarga i confini del mondo. Ma non ci fermiamo a questo - continua Giusi Nicolini - intanto faremo dei campi di lavoro per giovani e meno giovani per attrezzare le stanze, catalogare i libri. Poi, dopo la biblioteca per ragazzi, stiamo pensando a realizzare la biblioteca per tutti i lampedusani. Per questo progetto, oltre ai libri che stanno arrivando, avremo bisogno anche di un aiuto finanziario specifico. Il Comune non ha soldi per acquistare una struttura adatta. Dovremo cercare finanziamenti . Possiamo lanciare un appello anche per questo?”.


Per quei fondi dovranno essere le Istituzioni regionali, provinciali e statali, a dover intervenire. Senza dimenticare le banche e le aziende che possono donare fondi specifici per acquistare le stanze che dovranno ospitare la Biblioteca di Lampedusa. Ma per i libri, i computer, i video e quanto serve per una moderna biblioteca, dovremo continuare noi a fare le donazioni necessarie. Perché è una forma di mobilitazione culturale che produce e moltiplica l’impegno profuso e lega, definitivamente Lampedusa, i suoi abitanti, i suoi ospiti e i migranti che vi arrivano, alla nostra cultura, a quell’Europa fatta di conoscenza, informazione pulita e solidarietà. Quell’Europa che non vogliamo sia solo una unione monetaria, ma anche di genti, di menti, di persone e culture.

Con i libri e le penne si combattono le battaglie migliori perché sono più forti delle armi, delle mafie, dei soprusi, delle intolleranze e delle ingiustizie. Anzi creano le condizioni per  battere mafie e ingiustizie che sull’ignoranza e sulla violenza di chi non ha altri strumenti culturali vivono e, purtroppo, si ramificano. Raccogliamo e quindi moltiplichiamo l’appello del sindaco Giusi Nicolini: tanti libri per  le scuole e per le biblioteche di tutto il mondo, cominciando proprio da Lampedusa, la porta d’Europa.